Capitolo 13- Maledetto ponte tibetano

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Provo a fare qualche passo, senza guardare in basso, e ci riesco. Riesco ad avanzare lentamente, ma dal momento che sto camminando su una corda mi trovo costretta a guardare giù per posizionare i piedi, per poter proseguire. Appena abbasso gli occhi avverto una brutta sensazione di nausea, mi sembra di essere al centro di un mondo che ondeggia e gira vorticosamente intorno a me. Avverto subito una sensazione di pericolo provo a rimanere ferma, ma a causa delle vertigini non riesco a capire dove devo mettere i piedi ho paura di cadere. Mi aggrappo forte alle corde sulla mia testa e chiudo gli occhi aspettando che la sensazione di vertigine sparisca.

La situazione migliora provo ad aprire di nuovo gli occhi ma vedo davanti a me una rapida successione di immagini degli oggetti circostanti che si avvicinano e si allontanano, sempre più velocemente. Comincio ad aver paura di non riuscire a scendere da qui. Sento che la bambina mi chiama e mi sprona ad andare avanti, ma non ci riesco. Richiudo gli occhi e aspetto di stare di nuovo un po' meglio.

-Nessie, stai bene?- Non ho coraggio di riaprire gli occhi ma sento la voce di Alex. Dovrebbe essere di fronte a me. Annuisco

 - Si tra un attimo mi passa tranquillo- 

-Sicura ? -mi domanda preoccupato 

-Si si- Riapro gli occhi, e sembra andare un po' meglio, allento leggermente la presa delle corde e mi rilasso un pochino. Inconsciamente riabbasso lo sguardo per avanzare lungo la corda ma la nausea si ripresenta.

 -Nessie, ti aiuto io a scendere dai, non ce la farai mai cosi- Mi viene da ridere

 -E come vorresti fare scusa? È un gioco per bambini non riuscirebbe a reggere il peso di tutti e due- gli ricordo -Si ma se non fossi cosi terrorizzata ti accorgeresti che sei ad un metro da terra. Se ti lasciassi cadere verso me riuscirei a prenderti benissimo- Sbuffo. Si certo chiedere ad una ragazza che soffre di vertigini di lasciarsi cadere è proprio una bella idea. Sono ancora ferma non riesco ne ad andare avanti né a tornare indietro.

Sento delle mani intorno alla mia vita che mi afferrano ‹ ‹Che fai ?-

-Ti salvo- mi dice -Scordatelo non mi lascio cadere- 

-Non ti devi lasciare cadere vedi ...ti tengo io, basta che ti fidi di me -scuoto la testa con vigore, ma questo peggiora le cose.

-Chiudi gli occhi Nessie-

 -Non chiamarmi Nessie, mi fa venire in mente sempre il mostro di Loch Ness-gli dico sempre ad occhi chiusi-Ok Vanessa- Apro gli occhi sbalordita, è la prima volta che mi chiama per nome. Sorride, le sue mani sono ancora sulla mia vita. Decido di provarci, allento la presa dalle corde. Lui mi solleva leggermente e appena avverto lo spostamento del mio baricentro, per la paura di cadere mi avvinghio a lui. Gli getto le braccia intorno al collo e lego e gambe intorno ai suoi fianchi. Lo stringo forte. Lui barcolla leggermente, ma riesce a rimanere in piedi. Lo stringo ancora più forte

 -Tranquilla Nessie è tutto a posto ora, non ti faccio cadere- mi dice in un sussurro accanto il mio orecchio. Rimango aggrappata a lui, ha un buon profumo. Le sue braccia sono forti e mi tengono stretta.

-Mi avete detto una bugia, voi due sete fidanzati- Afferma la bambina imbronciata. Sara non è proprio il momento ora.



Stammi lontana....ma non troppo (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora