Capitolo 19- Dov'è il mio maggiolino ?

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La mattina dopo Chris passa a prendermi e andiamo dirette all'officina. La bella giornata, il sole splendente e gli uccellini che cinguettano non rispecchiano il mio umore. Ho delle occhiaie paurose, ho messo un chilo di corettore, e tanto per essere sicura di limitare i danni, ho preso al volo gli occhiali da sole, tanto per non spaventare la gente che incontro, potrebbero rimanere traumatizzati.

-Vedo che non ti ei ripresa molto bene dall'altra sera - mi dice Chris appena metto piede in macchina -Ti va di fare la spiritosa--Mmm, siamo anche di cattivo umore- -La vuoi sapere l'ultima? Ieri mattina la mia vicina di casa, mi ha fatto la predica, mi ha detto che non devo lasciarmi sfuggire Alex. Come se non lo sapessi già da sola. Secondo lei mi guarda come suo marito guardava lei- -Ahia.- -Già- Rimaniamo un po' in silenzio. Vorrei tanto credere alla signora Maria, ma ad oggi, dati i fatti, credo più alla teoria di Chris, in realtà non gli interesso cosi tanto. Ormai è diventato un gioco per lui. -Spero solo che oggi non ci sia, o che arrivi tardi, è per questo che ti ho chiesto di passarmi a prendere così presto- -Non è un po' da codardi evitarlo- mi dice cautamente -No, non ricordo cosa gli ho detto da ubriaca, e non reggerei un altro rifiuto-le spiego. Arriviamo, mi lascia all'autofficina e riparte subito, per non fare tardi al lavoro.

Mi dirigo all'interno dello stabile alla ricerca di Alan, anche se ci fosse Alex ho deciso di ignorarlo.

Guardo all'interno dell'autofficina, ma non lo vedo da nessuna parte. Fortunatamente non c'è, e mi dirigo subito verso Alan. Dove lo trovo secondo voi?. Esatto stesso bancone da lavoro e stesso giornale. Cominciamo male. -Ehm buongiorno, si ricorda di me ?-Dallo sguardo vacuo, non penso -Mi avete telefonato ieri, per avvisarmi che il maggiolino è pronto-preciso-Ah si venga che le do le chiavi e la fattura- Si alza, e si incammina verso l'ufficio.

Prende le chiavi e si dirige verso il maggiolino blu. -Ecco a lei- Mi guardo intorno, non è possibile vero? Lo sta facendo a posta...Calma respira. -Questo non è il mio maggiolino, il mio è nero- -Veramente ? -chiede scettico -Si --è sicura.-Respira, rilassati. -Credo di sapere di che colore è la mia macchina- dico cercando di mantenere un tono calmo -Ah devo essermi confuso con le chiavi, capita- certo tranquillo, capita. -Ok, non è un problema, cambiamo le chiavi e mi mostra il mio maggiolino nero- specifico, tanto per essere sicura, mentre mi dirigo verso l'ufficio, dove Alex mi aveva costretto ad aspettare. Mi sembra di parlare con un bambino. Quando sono all'interno dell'ufficio e sto per prendere le mie chiavi, parla di nuovo Alan -Ah ma quello nero non è mica pronto signorina- Lascio cadere le braccia, e mi sgonfio come un palloncino ripiegandomi su me stessa, lo sapevo, era troppo facile. -Ma scusi, perché mi ha telefonato allora- -Mi devo essere confuso, sa qui si lavora- Devo iscrivermi ad un corso di rilassamento, uno di quei corsi yoga o zen non lo so, qualcosa che aiuti a contenere la rabbia.

-Ma io ho preso degli impegni per oggi, mi serve la macchina. -ribadisco -Non è colpa mia, li rimandi- l'arroganza di quest'uomo mi lascia sbalordita, non solo è in torto, non è in grado di fare il proprio lavoro, ma tratta anche male i clienti. Cosa sentono le mie orecchie. Veramente mi ha suggerito di rimandarli? -Non posso rimandarli. Almeno mi dica che diavolo di problema ha questa macchina- -Non lo so, se ne occupa Alex- dice tornando verso il bancone da lavoro per riprendere la sua lettura -Ti pareva, sempre in mezzo- borbotto -Senta mi trovo costretta a chiamare un'altra officina, non posso rimanere ancora senza auto, ormai è qui da tre settimane e lei non sa neanche quale sia il problema- -No, non può --Vuole scommettere ?- Almeno sono riuscita a distoglierlo dalla lettura. Ora finalmente mi presta attenzione.

-Ti accompagno io al colloquio- dice una voce profonda alle mie spalle. Chiudo gli occhi rassegnata, deve smetterla di apparire ovunque io vada. Anche se questo effettivamente è il suo luogo di lavoro. Sento che è proprio alle mie spalle, riesco a percepire il suo profumo, il suo odore. Il mio corpo percepisce la sua vicinanza.

Stammi lontana....ma non troppo (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora