Capitolo 14- Tatuaggi

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Sono ancora aggrappata ad Alex come un Koala e non ho nessuna intenzione di scendere. Sento che inizia a camminare, poi si ferma e si siede.-Cos'ha Sole sta male?-chiede Sara ad Alex. -No tranquilla piccoletta, adesso ci penso io, tu continua a giocare- Sento lo scalpitio dei passi di Sara che sia allontana.

Apro gli occhi. Si è adagiato al centro della panchina, dove eravamo seduti prima. Dal momento che non ho cambiato posizione gli sono seduta sopra a cavalcioni. Mi massaggia un po' la schiena,passandomi la mano su e giù per calmarmi. -Nessie dovresti lasciarmi ora- Scuoto la testa -Non se più in pericolo- Aspetta un po', sente che io non ho alcuna intenzione di lasciarlo, e continua dicendo -... altrimenti comincio a pensare che ti piace stare tra le mia braccia- In effetti, non è che non mi faccia piacere. Mi costringo ad allentare la presa e togliere le braccia dal suo collo. -Grazie, ora posso respirare di nuovo- Gli do una pacca scherzosa sulla spalla -Esagerato non stringevo così forte-. Lui allarga le braccia e le poggia sulla panchina. -Dov'è Sara- domando un po' n ansia. -Tranquilla è li sta giocando con altri bambini- mi rassicura.

Sono ancora seduta sopra di lui, mi osserva e sorride -Cosi soffri di vertigini è?-- Già, non dovevo salire su quell'attrezzo infernale- dico guardando alle mie spalle -Nessie è solo un gioco per bambini- Mi volto di nuovo verso di lui -Infatti non è il gioco a farmi paura è l'altezza- -Un metro?-sbuffo.-Avrai anche tu paura di qualcosa no ?--No- Osservo le braccia appoggiate lungo la panchina, sono muscolose e piene di tatuaggi. Colgo l'occasione per approfondire l'argomento. -Da quello che vedo non hai paura degli aghi- dico indicandogli le braccia. -Allora li hai notati è- -è impossibile non farlo- -Non ti hanno mai detto che i ragazzi tatuati non sono da frequentare, che siamo brutta gente- dice serio. -Non ho mai creduto che un tatuaggio possa identificare una persona- -Questa secondo me è una frase ipocrita- -Perché, sai cosa penso io?- gli domando piccata -Quindi tra un impiegato tutto perfettino, e un tipo come me pieno di tatuaggi tu sceglieresti me- mi schernisce, come se la risposta fosse ovvia. -Sicuramente le mia scelta non dipenderebbe dai tatuaggi- Dico scocciata scendendo dalle sue gambe. Non mi piacciono questi discorsi, non sono un tipo che si ferma alle apparenze. Ho amici di tutte le nazionalità, di tutte le religioni e di tutte le diverse etichette sociali che vengo loro attribuite, e non è di certo un tatuaggio a disturbarmi. A dire la verità cerco di evitare tutti i figli di papà e la gente piena di se, per il resto non ho alcun tipo di problema. Mi siedo accanto a lui, incrocio le braccia al petto. Mi ha infastidito questo discorso.

-Che caratterino, te la prendi per poco- -Non sono una persona superficiale, o una bambina viziata come mi definisci sempre te- -Ah No?- Mentre lo dice mi circonda le spalle con un braccio, e mi avvicina a se. In questo modo posso vedere i tatuaggi che ha sul braccio, che mi stringe. -No- Ribadisco. Rimaniamo un po' in silenzio. -Non mi piace- gli comunico -Cosa? - mi chiede confuso -Il tuo tatuaggio- scoppia a ridere -Allora vedi che ho ragione io --Non mi piace, perché non mi piacciono i tatuaggi colorati, soprattutto sulle braccia, mi sembrano troppo vistosi- -Se fosse stato in bianco e nero mi sarebbe piaciuto-preciso. Mi osserva -Cosi non ti piacciono i tatuaggi colorati- -Già- Gli afferro il braccio e comincio a ruotarlo per poter capire cosa ci sia disegnato sopra. Non si capisce molto bene, c'è un ala di un aquila, un teschio, dell'edera rampicante, una lettera, mi sembra una G, un uccello e altre forme geometriche, che si intersecano tra loro. -Finita l'ispezione- mi domanda -Cosa rappresentano?- domando io, ignorandolo ‹Un giorno forse, te lo spiegherò- mi dice togliendo il braccio dalle mie mani.

-Sole mi sto annoiando, voglio tornare a casa- -Sara, il mio nome è Vanessa-chiarisco -Ma lui ti chiama Nessie, quindi io posso chiamarti Sole, cosi sai che quando ti chiamo Sole ti sto chiamando io, vero?›> domanda soddisfatta ad Alex -Perfetto, impari in fretta- Sara sorride tutta soddisfatta. Sospiro esausta. Che lunga giornata.

Mi alzo dalla panchina. L'afferro per una mano pronta per riaccompagnarla a casa-Ehm io devo andare. Devo riportare Sara a casa --Ok-mi dice Alex scrollando le spalle. -Beh allora ci si vede in giro -affermo con voce speranzosa, forse anche troppo.

-Ok. Oppure posso venire con voi-suggerisce-Sei sicuro non dovevi fare i tuoi esercizi-gli domando , sperando che mi dica di no-No, non ne ho più voglia. Che dici piccoletta vi serve una scorta-domanda a Sara aggirandomi completamente. -Una scorta, come quella che hanno le principesse--Si più o meno --Che bello. Si ti prego vieni con noi-Sospiro. Usare la bambina per ottenere le cose mi sembra una mossa da vigliacchi,ma ne sono felice. Gli lancio un' occhiataccia ma lui incurante di tutto sorride, si alza e si posiziona vicino a me, mettendomi un braccio intorno alle spalle -Andiamo Nessi?-


Stammi lontana....ma non troppo (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora