Capitolo 47- Coccole

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Le persone dolci non sono ingenue. Né stupide. Né tantomeno indifese. Anzi, sono così forti da potersi permettere di non indossare alcuna maschera. Libere di essere vulnerabili, di provare emozioni, di correre il rischio di essere felici.

(Marilyn Monroe)


Aspetto Alex, devo uscire, finalmente hanno firmato il foglio per le mie dimissioni. Il borsone è pronto, io sono seduta sul letto e aspetto impaziente. Dovrebbe arrivare a momenti, viene a prendermi nella pausa pranzo, così da non dover perdere altre ore di lavoro per colpa mia. Entra l'infermiera Roberta -Finalmente te ne vai e ti porti via quel ragazzo cocciuto- sorrido -Su via non è stato cosi testardo- -Mai visto un ragazzo più ostinato di quello in vita mia - dice continuando a mettere a posto la stanza per il prossimo paziente -Solo perché non è voluto andare via la notte- Si ferma, e mi guarda -No non solo per quello, non ti ha lasciato un secondo i primi due giorni che sei stata qui. Quando dormivi non è andato mai a casa, è rimasto seduto su quella sedia scomoda, e ti guardava in continuazione, come se con il pensiero volesse alleviare le tue ferite. Non si è allontanato neanche per mangiare, ad un certo punto mi ha fatto pena e gli ho portato io la cena...ti vuole veramente bene- -Lo so, grazie per avermelo raccontato- Deve essersi preoccupato molto. Io non so come avrei reagito se fosse successo a lui. Cosa si prova a vedere la persona che ami, inerme sul letto di ospedale. Forse avrei fatto lo stesso. Sento dei passi lungo il corridoio, credo sia lui, ormai riconosco la sua camminata. Eccolo qua, sorridente in tutto il suo splendore. -Pronta?- -Si, pronta -

Finalmente sono uscita dall'ospedale. Non ce la facevo più a rimanere chiusa in quella stanza. Ho ancora qualche difficoltà a camminare dritta, la schiena mi fa ancora molto male. A volte non sopporto neanche la maglietta che striscia sulla pelle.

Alex, per aiutarmi a camminare ha provato a sostenermi mettendomi una mano sulla schiena, ma appena ha appoggiato la mano, ho sussultato, non gli ho detto nulla, ma se ne è accorto ugualmente. Ha tolto subito la mano, come se avesse paura di rompermi e mi ha rivolto uno sguardo dispiaciuto. Mi sono sforzata e ho cercato di camminare più dritta, mostrando il meno possibile il mio disagio.

Mette il borsone nel portabagagli e saliamo in macchina. Prende la strada per riportarmi a casa.

E' strano manco quasi da una settimana, non so cosa proverò una volta arrivati. Forse capisce che sono preoccupata e, mentre con una mano tiene il volante, afferra la mia mano con l'altra, stringendomela lievemente, un piccolo gesto di conforto, per ricordarmi che lui è con me.

Arriviamo, scendo dalla macchina tira un leggero venticello che mi scompiglia un po' i capelli, li rimetto dietro l'orecchio per non averli sul viso. Faccio un respiro profondo, e guardo l'ingresso. Pensare che una settimana fa io ero distesa lì per terra in balia di quello psicopatico, chiudo gli occhi sperando di cancellare quella scena dalla mente. Mi abbraccia da dietro -Tutto bene?- Annuisco -Si- -Andiamo?- -Si andiamo- mi prende per mano e mi spinge a seguirlo verso l'interno del cortile. Mentre aspetto che Alex apra la porta, ripensando a quei momenti, sento un brivido percorrere tutta la schiena.

Una volta aperta la porta, entro velocemente. Mi guardo intorno sembra tutto uguale, ma io mi sento diversa. Alex porta il borsone, nella mia camera e io lo seguo, non pensavo di essere così debole ma questo breve tragitto, mi ha stancato voglio stendermi un attimo.

Mi siedo sul letto e faccio cenno ad Alex, di seguirmi. Si siede accanto a me, sposta i capelli dal mio viso rimettendoli dietro l'orecchio. -Sei stanca? Vuoi qualche cosa per il dolore- - Si un pochino, no per il momento non voglio prendere nulla- - Allora vai a farti un bagno caldo, ti aiuterà un po' ad alleviare il dolore poi ti metti a letto- -Si ok non è una cattiva idea- Prendo il necessario per la doccia e mi dirigo al bagno. Chiudo la porta alle mie spalle. Apro l'acqua nella vasca e ci verso del bagnoschiuma. Devo spogliarmi ormai sono abituata a vedere i lividi. Tolgo la maglietta e mi osservo allo specchio. Ora sono viola ma iniziano a tendere un po' al giallo, riesco a vedere i cambiamenti giorno per giorno. Sento bussare alla porta del bagno, apro e mi trovo di fronte Alex. Mi osserva ancora non aveva mai visto il mio corpo, per ora vede solo i lividi sul fianco, non ha ancora visto la schiena che è la parte messa peggio. -Volevi chiedermi qualcosa?- Distoglie lo sguardo dai lividi, e torna a guardarmi in viso. -Volevo sapere se ti serve una mano?- Ci penso un attimo, capisco che voglia rendersi utile. Non vorrei mostrargli la schiena ma prima o poi la vedrà, quindi decido di accettare il suo aiuto - Visto che sei qui mi aiuti a sganciare il gancetto del reggiseno- -Si certo- è felice di potermi aiutare in qualche modo. Mi volto e aspetto, non sento nulla -Alex?- mi giro e lo guardo da sopra la spalla. Sta analizzando la mia schiena - Ho paura a toccarti, ho paura di farti male, come diavolo ti ha conciato quel bastardo, giuro che se mi capita sotto mano...- -Non può farmi del male - Si avvicina e delicatamente sgancia il gancetto, sento il reggiseno che si allenta, me lo tengo davanti sul petto, per non farlo scivolare. Aspetto che esca dal bagno -Grazie- come se non mi avesse sentito, mi fa scivolare un dito dalla spalla fino tutto il braccio, sfilandomi la bretellina del reggiseno, riserva lo stesso trattamento anche all'altra spalla. Si avvicina al mio orecchio -Togli la mano Nessie- Chiudo gli occhi e sospiro. Faccio come mi dice, e tolgo la mano, il reggiseno scivola a terra, rimango nuda fino alla vita. Alex si avvicina, adesso riesco a percepire il suo calore, mi bacia sul collo, piccoli baci che scendono sempre più in basso, fino alla spalla. Fa scorrere le dita lungo la mia schiena facendomi lievi carezze. Rabbrividisco. Mi appoggio al suo torace, mi posa le braccia sulla vita stringendomi a se. -Posso fare il bagno con te- Annuisco. Ci stacchiamo, inizio a togliermi la tuta, questa mattina non sono riuscita ad infilare i jeans. Rimango con indosso solo gli slip, mi volto in imbarazzo verso di lui. Anche lui indossa solo i boxer. Mi fa sempre uno strano effetto vederlo nudo, o quasi, non riesco ancora a credere che abbia scelto me. Adoro il suo fisico asciutto, so che tra quelle braccia tatuate sono al sicuro, sono a casa. Ci fissiamo, e come se le nostre menti fossero sulla stessa lunghezza d'onda entrambi togliamo l'unico indumento rimasto.

La vasca è piena, Alex chiude l'acqua e si immerge. Mi osserva e mi porge la mano. L'afferro e mi sostengo a lui per entrare in vasca. Mi siedo davanti ad Alex, tra le sue gambe. Mi sposta i capelli da una parte mi appoggio a lui, rilassandomi completamente. Fa scorrere le mani sulle, braccia, sul seno e sulla vita, con lenti massaggi che mi rilassano completamente. -Sei così buono con me- -In questo momento non sono mosso solo da altruismo, diciamo che non mi dispiace affatto questa situazione- Sghignazzo -Non avevo dubbi- ride anche lui. Mi dà un bacio sulla tempia e continua a lavarmi, scrupolosamente. Una volta terminato, esce dalla vasca si lega un asciugamano alla vita e ne apre uno per me. Mi alzo, esco dalla vasca e mi avvolge subito, per non farmi sentire freddo. Mi mette una mano sotto le ginocchia e l'altra dietro la schiena e mi prende in braccio. Avvolgo le braccia dietro al suo collo e mi lascio portare in camera. Mi lascia al centro della stanza. Prendo il necessario e mi rivesto, mettendomi una tuta, mi distendo sul letto. Alex si è vestito nel bagno dove aveva lasciato i suoi indumenti, e poi mi raggiunge.

-A che ora devi riprendere a lavorare?- Alza il braccio e guarda l'orologio al polso - Mmh... tra mezz'ora- -Ok- dico sbadigliando. Mi accoccolo tra le sue braccia, e lui mi mette un braccio sulla vita. Chiudo gli occhi, sono veramente stanca.


Stammi lontana....ma non troppo (1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora