Sogno:12 anni
Uscì dalla casa della mia migliore amica, Emily. Guardai l'orologio ed erano le 11:30. Era tardi ma con lei il tempo passava così in fretta che non me ne accorgevo.
I suoi mi avevano offerto un passaggio, ma rifiutai, non volevo disturbarli e poi vivevo praticamente dietro l'angolo.
Già mi immaginavo la ramanzina che i miei mi avrebbero fatto. Ne ero sicura sarebbe stata una lunga nottata.
Stavo camminando, quando iniziai a sentire dei passi dietro di me, ma non mi preoccupai.
Ad un certo punto sentì qualcuno prendermi per i fianchi per poi sollevarmi da terra, aprì la bocca per urlare ma una mano mi tappò la bocca. Ok, iniziavo ad avere paura. Cercai di divincolarmi ma la sua presa era troppo forte.
«dai piccola, smettila, voglio solo divertirmi un po' con te»alle sue parole, una lacrima mi rigò il volto. Cosa intendeva con divertirsi?
Mi portò con lui, in un vicolo cieco. Mi mise per terra ed io mi girai a guardare l'uomo che mi aveva rapita. Era sulla quarantina, alto e miscoloso. Mi spinse ed io cadi a terra, sbattendo violentemente la testa a terra. Lui si mise sopra di me ed io cercai nuovamente di divincolarmi senza alcun risultato. Piansi perché avevo paura. Piansi perché avevo uno sconosciuto sopra di me. Piansi perché volevo andarmene.
Mi spogliò. Si abbassò i jeans e in seguito i boxer, mentre io ero lì,volevo scappare ma ormai avevo talmente tanta paura che non riuscivo a muovermi. La mia stessa paura mi bloccava. Si infilò dentro di me e un dolore attroce mi attraversò ogni singola vertebra. Mi baciò e mi morse il labbro ed io aprì la bocca dal dolore. Lui mi infilò la lingua in bocca.
Smisi di divincolarmi, ormai a che cosa serviva?! Mi aveva rubato la verginità e il primo bacio, oltre ad avermi levato la dignità. Non ero più vergine ed avevo solo 12 anni.
Sentì le sirene della polizia. Lui si alzò da sopra di me, si sistemò i jeans e corse via, lascondomi lì a marcire.
Mi rannichiai in un angolo, senza nemmeno vestirmi e piansi in silenzio. Avrei voluto urlare, ma non ne avevo la forza. Dopo un'ora stavo ancora piangendo , sembrava quasi che le lacrime si ostinassero a scendere dal mio volto come se soffrissero ancora per gli eventi di poco prima, come se volessero ricordarmi il dolore che ho provato, un dolore che mai avrei dimenticato.
Sentivo di essere appena stata punito per un errore che non avevo commesso. Forse inconsciamente avevo fatto qualche sbaglio ma la punizione che avevo dovuto subire era troppo grande, per qualcuno errore o sbaglio io abbia commesso.
Era come se avessi dovuto subire una vendetta da parte della vita, perché la vita era sofferenza ed evidentemente la mia vita fino ad un' ora fa era troppo perfetta.
Mi alzai e un dolore acuto colpì il mio basso ventre e si propagò in tutto il mio corpo. Mi vestì cercando di non fare caso alle varie fitte di dolore. Tutto quello che volevo fare ora, era dimenticare ma sapevo che non ci sarei mai riuscita, quello che era successo mi avrebbe segnata per sempre, ne ero convinta.Ambra: 18 anni
Mi svegliai di colpo sentendo qualcuno strattonarmi«ehy, mammina svegliati»sentì gridare da Jordan.
Potrei sembrare una troia, avevo una figlia di 6 anni, a solo 18 anni, ma non era così.
Un giorno di 6 anni fa, un uomo mi strupò. All'inizio non dissi niente a nessuno, nemmeno ai miei genitori, ma poi notai di aver avuto un ritardo, perciò comprai il test di gravidanza e si rivelò positivo.
A quel punto fui costretta a raccontare tutto ai miei, rimassero biasiti, mia madre mi credette, ma il mio patrigno(mio padre aveva lasciato mia madre appena gli disse di essere incinta) disse che avevo mentito e che molto probabilmente avevo fatto sesso con un ragazzo di mia spontanea volontà. Quello stesso giorno mi cacciarono di casa, cacciandomi dalla loro vita quando avevo più bisogno di loro. Mi ritrovai a 12 anni su un marciapiede, mentre aspettavo un bambino. La vita sapeva essere ingiusta e con me lo era stata e parecchio.
«hey, mamma»disse Jordan, strattonandomi di nuovo «sì, amore» «mi ascolti o pure no? »era piccola ma di certo il carattere non le mancava«ehm... scusami. Non ti stavo ascoltando. Puoi ripetere? »le chiesi dispiaciuta «sì, stavo dicendo che mi dispiaceva di averti svegliato, ma stavi urlando. Cosa sognavi? »se solo sapessi cosa ho dovuto sopportare prima di averti? «non fa niente, hai fatto bene a svegliarmi e comunque non mi ricordo cosa stavo sognando »mentì ricordavo molto bene cosa avevo sognato e molto probabilmente non lo avrei mai dimenticato «ah»si limitò a dire. Guardai l'orologio ed erano le 10:00. Oh, merda oggi dovevamo trasferirci. Quando i miei mi cacciarono di casa, chiesi a mia zia di ospitarmi da lei, dopo averle raccontato l'accaduto e lei accettò. Grazie al cielo i miei non erano mai venuti a trovarla e non vennero mai a sapere che vivevamo qui, perché lei non aveva mai un buon rapporto con mia madre e poi la situazione peggiorò quando mia madre sposò il mio patrigno, non le era mia piaciuto e come darle tolto.
Mia zia diventò la mia seconda madre e nonostante avesse già due figli, Diego e Aria e un marito non trascurò mai me e Jordan. Avevano fatto molto per noi, ma ora era il momento che ce ne andassimo, non potevamo più usufruire di loro. Mi ero trovata un lavoro e avevo iniziato a risparmiare. Qualche mese fa trovai un annuncio in cui una persona cercava un coinquilino. Poi vidi le foto della casa ed era molto grande, perciò decisi di andare a vivere lì con Jordan. Attraverso la carta di credito avevo già pagato 1 anno di affitto, quindi potevo star serena per un po'. Ma ora che ci pensavo non sapevo se il mio futuro coinquilino fosse una donna o un uomo o che età avesse, beh da quanto ne sapevo poteva anche essere un trans, cosa molto improbabile, ma non sapevo nulla di quella persona e questo mi spaventava e molto. Speriamo bene, ormai non potevo più tirarmi indietro avevo già pagato una fortuna e dubbito che mi avrebbe dato i soldi indietro. «ehy, Ambra ma perché stai sempre fra con la testa fra le nuvole » disse mia figlia. Le avevo dato io il permesso di chiamarmi anche per nome quando volesse, così almeno mi sentivo meno vecchia.
«oh, sì scusami. Eh, che stavo pensando » «ah» disse risistemandosi nel letto di fianco a me, noi dormivamo insieme perché nella casa non c'erano abbastanza stanze, ma nella nuova era talmente grande che se avesse voluto avrebbe potuto scegliere una stanza tutta per lei«dai non metterti a dormire di nuovo. Andiamo a farci una doccia?! » «ma io sono stanca»disse Jordan con pigrizia «sì, lo so. Ma ti ricordi oggi andiamo nella nuova casa e poi se vuoi potrai dormire lì, se ti va?! » «e okay».
Andammo nel bagno della stanza e ci fecimo la doccia in doccia insieme e ci avvolsimo entrambi negli asciugamani. La guardai anche lei come me era dovuta crescere in fretta, non avevo potuto darle una casa tutta nostra o un padre, ma almeno spero di averle dato un'infanzia felice.
Le misi un jeans blu e una camicia bianca e un berretto rosa pelle mentre io mi vestì con un jeans nero, una camicia bianca e un berretto grigio.
Presimo le valigie che avevamo preparato la sera precedente e andammo al piano di sotto«buongiorno»dissimo io e Jordan al resto della famiglia. «buongiorno »risposero loro. Andammo in cucina e la zia stava preparando la colazione «buongiorno »le disse «buongiorno e anche a te piccola Jordan» le avevo dato un nome sia da uomo che da donna perché ho aspettato che uscisse dalla mia pancia prima di sapere di che sesso fosse, comunque ha 12 anni fu veramente una tortura fare un parto naturale e poi la cosa peggiore erano i medici che mi guardavano in modo strano ed io sapevo il perché, avevo 12 anni e stavo partorendo, credo che sia una cosa più unica che rara. No, poi la parte peggiore era dover spingere mentre loro mi guardavano le parti... intime. Anzi no, la cosa più orribile di tutte era aver dovuto camminare negli ultimi 6 mesi con un pancione, molte volte ho rischiato di cadere. Ero passata da pesare da 50 kg a pesarne 68 e ho dovuto comprare dei nuovi vestiti. Fin da quando avevo 11 anni che volevo un figlio da giovane, perché non volevo guardare mio figlio/a tra 20 anni e dirmi anch'io un tempo ero come lui o lei. Ok, ora ci penso la vita aveva cercato a suo modo di esaudire il mio desiderio, ma a 12 anni ero fin troppo presto anche per me. Per lei ho dovuto rinunciare a molte uscite con le amiche in discoteca, ma non mi importava perché lei era più importante di tutto questo, fin da quando i medici me l'avevano lasciata tra le braccia la prima volta che la vidi, lei era diventata la cosa più importante, avrei rinunciato alla mia stessa vita per lei, anche se all'inizio avevo preso in considerazione la possibilità di abortire, ma alla fine non lo feci perché solo un mostro poteva decidere di mettere fine ad una vita.
Ci sedemo sulle sedie«tenete, gli altri hanno già mangiato. Mancate solo » «grazie »dissi «sì, grazie zietta» disse Jordan leccandosi le labbra quando la zia ci passò un piatto con della uova e del bacon. In realtà avrebbe dovuto chiamarla nonna, ma lei forse imitava quello che dicevo io. E poi alla mia zia non piaceva essere chiamata nonna diceva che a 'solo 42' era troppo presto per sentirsi chiamare nonna.
Mangiamo e ci dirigemo alla porta d'ingresso segiute da tutti gli altri, non volevo dirgli addio, ma si sa, quando si chiude una porta si apre un portone. A me no che uno sfigato, nel senso sfornato, per carità.
«allora... » dissi io, ma senza finire la frase non sapendo cosa dire«se vuoi vi accompagnamo in macchina » disse mia zia, abbracciandomi«no, avete già fatto molto per noi e per questo vi ringrazio » dissi io, ricordando stranamente, in passato quando lei mi aveva insegnato a cambiare i pannolini e come fare un biberon(visto che non potevo allattarla a solo 12 anni) che è più complicato di come sembra.
«ok» disse mia zia sull'orlo piangere, mentre anche gli altri cercavano di trattenere una lacrima«ci mancherete»dissi abbracciandoli una alla volta e anche Jordan fece la stessa cosa «promettici che un giorno ci inviterai a vedere casa tua» disse Aria«ok. Quando volete venire siete i benvenuti » «è umiliante tu hai 18 anni e stai per andare a vivere con tua figlia ed io che ne ho 19 vivo ancora con i miei» disse Diego facendo ridere tutti«beh,magari se decidessi finalmente di metterti la testa a posto» disse mio zio «io? La testa a posto? Si vede che non mi conosci proprio » disse Diego facendo nuovamente ridere tutti«ok alloa ciao»dissi «ciao»disse Jordan asciugandosi una lacrima. Era piccola ma magari anche lei aveva captato qualcosa. «ciao » sentì dire da loro prima che aprissi la porta e uscissi di casa con mia figlia e le valigie fra le mani. Mi sarebbero mancati da morire.
Iniziamo a camminare e svoltamo l'angolo e ci ritrovamo in un quartiere molto affolato«mamma, non vedo l'ora di vedere la nuova casa » appena la gente sentì la parola mamma, si girò verso di noi. Iniziarono a guardarci male. Jordan intrecciò le mani con le mie ed iniziò a stringerla, quasi da farmi male, forse era spaventata.
Sapevo cosa pensavano. 'ehy guarda che troia, giovane e già madre' o 'non ha usato le bene precauzioni e c' è scappato l'errore'. Sapevo che stavano pensando a questo perché erano quello che pensavano tutti appena scoprivano che eravamo madre e figlia. Peccato che non fosse come pensavano loro.
Mi guardai intorno umiliata, imbarazzata e derisa e potevo solo immaginare come si sentisse Jordan. Poverina, non era colpa sua se aveva una madre troppo giovane e un padre che nemmeno conoscevo. L'unica mia fortuna è che lei non mi aveva mai chiesto di suo padre. Ma forse infondo sentiva che le mancasse qualcosa. Lo sapevo perché anch'io mi sentivo così prima che mia madre mi dicesse che mio padre l'aveva abbandonata, perché era incinta.
Grazie al cielo eravamo riusciti a seminare quella baraonda di gente«Ambra, ci sediamo? » «ok»dissi alla bambina al mio fianco, che aveva appena notato che poco distante da noi, ci fosse una panchina.
Ci sedemo. «mamma» «sì? » «perché quella gente ci guardava male. Era come se ci odiasse senza conoscerci » non poteva nemmeno immaginare quanto fosse andata vicino alla verità «non so perché ci guardavano. Forse non gli piaceva come eravamo vestite»sì, come no«mamma, stai mentendo» come aveva fatto a capirlo. Ah, sì avevamo lo stesso sangue.
«ok, mi dispiace. Hai ragione. Forse è che erano sorpresi di sapere che siamo mamma e figlia» «beh sì lo so sei giovane. Ma a me non importa, perché dovrebbe importante a loro? »l'aveva notato e non me l' aveva mai fatto pesare?! «quando hai notato che fossi troppo giovane? » «ho notato le madri dei miei amici e tu sei molto più giovane di loro e infatti non hai le rughe » non sapevo se piangere o ridere«oh è perché non me lo hai detto? » stranamente sentivo di essere io la bambina«perché non pensavo che fosse importante » «ah. Posso chiederti una cosa? »le chiesi. Il nostro rapporto più che essere fra madre e figlia, sembrava fra amiche e ciò mi piaceva«certo, mammina» «dove stiamo per andare abbiamo l'opportunità di ricominciare da capo ed è meglio se credano che siamo sorelle. Ma quando siamo da sole se vuoi puoi chiamarmi mamma» proposi io«e perché ti vergogni di me? » disse mentre gli occhi le diventavano lucidi«no, ma come puoi anche solo pensarlo? E che hai visto come ci hanno guardato male ed io non voglio che ricapiti. Ma una volta che ci saremmo stabilite ti prometto che diremmo tutta la verità. Ho solo bisogno di ricominciare da capo. Spero tu mi capisca» «ok, mamma. Forse hai ragione tu» « dai andiamo » «ok»ci alzamo e pressimo le valigie. Arrivamo alla stazione e presimo 1 autobus prima di arrivare a destinazione.
Camminamo qualche metro prima di trovare il numero 112. Suonai e dopo qualche secondo ad aprire fu...Questo capitolo è un po' lunghetto, ma spero vi sia piaciuto.
Ho preso ispirazione dalla canzone 'wake me up' di avicii.
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Il Ragazzo Che Riuscì A Penetrarmi
FanficAmbra è una ragazza 18enne come le altre che però ha dovuto crescere troppo presto. Ha una bambina di 6 anni di nome Jordan che è il suo riflesso . Ambra è rimasta incinta solo a 12anni, perché un uomo l'aveva stuprata. La cosa che non sopportava er...