Can We Play At The Family?

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Erano le 15 del pomeriggio ed io, Jordan ed Harry eravamo in salotto. In realtà avrei preferito stare il più lontano possibile da quell'ipocrita, ma volevo capire a che gioco stasse giocando. Prima mi trattava bene e poi mi urlava contro cose poco carine.
E poi volevo tenere d'occhio Jordan, non mi fidavo molto a lasciarli da soli. Lei si stava affezzionado troppo a lui in così poco tempo, che avevo paura che lui ferisse i suoi sentimenti.
«giochiamo alla famiglia? »chiese Jordan «alla famiglia? » ripetei io perplessa «tu sorellona farai finta di essere mia madre e tu Harry farai finta di essere mio... » «NO» urlai ancora L rima di accorgarmene, attrando così l'attenzione di entrambi «nel senso che ora non posso devo ancora andare a sistemare i miei vestiti nell'armadio » dissi abbassando il tono della voce che prima era di certo troppo alzato. Mi alzai e andai di sopra, non volevo lqsciarl da soli, ma anch'io avevo un limite e la situazione era talmente imbarazzante da diventare insostenibile.
Ma dall'altro canto, se non avevo capito il gioco di Harry aveva capito cosa stava cercando di fare Jordan.
Voleva un padre e non potendo averlo stava cercando di trovare quell'affetto che le mancava in Harry... voleva che Harry fosse suo padre. Ma facendo così si stava affezzionando ad una per che non meritava il suo affetto. Che guaio! Se l'avevo capito anch'io ciò che stava cercando di fare Jordan, doveva averlo capito anche Harry e allora perchè non faceva niente? Lei lo stava trattando da padre e a me sembrava che a lui non dispiacesse affatto. Ma perché?

Harry pov's

«No» urlò Ambra e sia io che Jordan possamo le nostre attenzioni su di lei«nel senso che ora non posso devo andare a sistemare i miei vestiti nell'armadio »mentì era chiaro che non volesse giocare a quel gioco con me, perchè aveva capito le intenzioni di Jordan.
Da quanto mi aveva detto Ambra i suoi genitori erano morti ed evidentemente Jordan cercava un padre e sembrava che lo avesse trovato in me e sinceramente a me non dispiaceva affatto, era una bambina così simpatica, ma di certo quando voleva sapeva tirare fuori le unghie, un po' cime sua sorella.
Forse un altro ragazzo della mia età appena notando che una bambina lì tratta da padre sarebbe scappato, ma io no, perché sapevo fin troppo bene quanto fosse doloroso crescere senza un padre, crescere senza una famiglia.
Mio padre era un assassino che muorì in un incidente stradale perché stava scappando dalla polizia, mia madre invece era un'alcolizzata e mi abbandonò in una chiesa distante da casa, in mido che io non potessi più ritrovarla. Ai soli 10 anni fui affidato ad un orfanotrofio, dopo 2 anni passati lì una famiglia più che benestante mi adottò, all'iniziò mi chiedetti perché mi avevano adottato di solito una famiglia cerca un neonato con cui iniziare una nuova famiglia, ma poi capì il perché.
Loro non mi trattarono mai da figlio, mi facevano fare le faccende di casa, nonostante una domestica c'e l'avessero già e se non lì facevo mi frustavano con la cintura. Non c'era giorno in quella casa che non mi sentì disprezzato... disprezzato perché ero diverso... disprezzato perché non avevo il loro stesso sangue. Per fortuna avevano una figlia di nome Gemma, che aveva 2 anni in più di me e lei non mi fece mai sentire disprezzato.
A volte mi aiutava con le faccende e appena si avvicinava natale, visto che i suoi genitori non facevano mai nessun regalo, lei si ricordava di me e mi faceva qualche dono, io purtroppo non potei mai darle niente in cambio visto che a me non davano la paghetta. Ci volimo subito bene, come fratelli anche senza avere lo stesso sangue. E quando suo padre morì di cancro, sua madre si suicidò lasciando tutta l'eredità soltanto a Gemma ovviamente. Lei invece che tenerselo tutto per sè, fece a metà con me, ribadendo che io me li meritavo quanto lei. Le stetti accanto finché non superò la perdita dei suoi genitori, anche se devo dire che non stette male a lungo, infondo anche lei non li aveva mai sopportati. Comunque tutt'oggi continuiamo a mantanere i contatti e non credo che smetteremo mai.
E adesso potevo far solo due cose, trattare male una bambina cone in passato 'le mie famiglie' avevano trattato me o dare a Jordan quello che io ho sempre voluto, un padre. Ed io avevo scelto la seconda ipotesi. Avevo intrapeso troppe volte delle strade sbagliate ed ora che avevo l'opportunità di fare qualcosa di buono per una bambina, di certo non me la sarei lasciata scappare.
Io non sapevo cosa significasse avere un padre, ma speravo che lei grazie a me, imaparasse a conoscerne il significato.
Speravo solo di riuscirlo a fare nel modo migliore, visto che non avevo la più pallida idea di cosa fosse o facesse un padre. Ma ora che ci penso tutte a tutte due le famiglie che ho avuto è successo qualcosa di brutto, forse sarò io a portare sfiga.
Osservai Jordan mentre guardava uno stupido cartone, che se non sbaglio si chiama 'Winx'. Chissà se lei avesse mai conosciuto i suoi genitori? Chissà cosa le abbia detto Ambra per non farla soffrire della loro perdita? Chissà cosa abbiano fatto prima di venire a vivere qui? Forse un giorno lo avrei chiesto ad Ambra, a meno che non continuasse ad evitarmi, per non innamorarsi di me, cosa che fra parentesi stava già accadendo. Ha visto come mi guarda e per quanto lo voglia negare, si è già presa una cotta per me. Peccato per lei, perché io non provavo niente nei suoi confronti, anche se oggi al parco quando l'ho vista ridere a causa mia, ho provato qualcosa di strano, ma non perché mi piacesse, forse stavo iniziando a volerle bene, perchè il suo carattere mi ricordava vagamente quello di Gemma.

Credo di aver un tantino esagerato nel descrivere la vita di Harry, ma vabbé.

Il Ragazzo Che Riuscì A PenetrarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora