Non serviva domandare quale potesse essere la terza possibilità, era quasi ovvio agli occhi di tutti quale fosse e a lui non perse tempo a spiegarmi la quale potesse essere, forse, sapendo che era inutile, perché lui sapeva benissimo che io sapevo. Non c'era bisogno di una spiegazione o di discutere, quello che era inteso e sottointeso fra le linee ma non detto parlava già per se, non serviva neanche pensarci su troppo per capire. O forse ero io che partivo già con una mentalità inquinata dal passato che mi portava anche a pensare che senza dubbio, per non conoscermi azzardava teorie sulla mia storia troppo vicine alla realtà, se non la realtà stessa
«ve lo chiederò un'ultima volta e mai più. Ditemi cosa volete da me o questa discussione è finita?» dissi senza mezzi termini, con la mia voglia di apparire come un persona decente agli occhi di persone che mi vedevano per la prima volta, che era completamente saltata giù dalla finestra
Volevo risposte che forse non avrei voluto ascoltare, volevo spiegazioni che non avrei voluto sapere, ma tutto era meglio di questo teatrino di mezze parole, mezzi termini, frasi lasciate in sospeso affinché la nostra mente immaginasse il resto
Volevo la verità. Ora
«tanto » rispose la madre, tenendo ancora fra le braccia il povero corpo delle figlia
«Forse anche troppo....da una persona che non conosco» aggiunse poi
«però cercò...» chiuse gli occhi, inspirò e poi espirò
«cherchiamo..» si corresse poi, ricordando che lei non era la vittima e se lo era non era la vittima più importante dato che non lo aveva vissuto sulla sua pelle
«giustizia e farò di tutto per ottenerla» disse con tono deciso di chi sembrava voler dare in aria ore, giorni,mesi, anni di riposo per arrivare al suo scopo«anche grazie a te, forse, ci potremo riuscire »
«E se devo pregarti per avere il tuo aiuto o pagarti sta sicuro che lo farò» disse con voce decisa, tremò un po', sull'ultima parola, mentre mi guardava negli occhi
«Ci sarà un processo a corte contro di lui e vorremo che tu testimoniassi con noi, contro di lui» mi spiegó l' avvocato
«E cosa vorreste che dica?»
Non ero stupida, sapevo bene cosa cercavano ma me, ma glielo chiesi lo stesso sperando ad una risposta che avrei voluto sentire anche se sapevo che ne avrei ricevuta una completamente diversa dalle poche che reputavo giuste o che volevo sentirmi dire
«Tutto»
«....ma solo verità» aggiunse lui, poi
«Quale verità?» sapevo che avrei dovuto smetterla di atteggiarmi come chi non sapesse niente di ciò che stava accadendo intorno a lei, ma avevo ancora quella fede, che andava pian piano svanendo, che forse stessimo parlando ed immaginando situazioni diverse, anche se forse era sperare un troppo
«Me lo dica lei. Perché è venuta a salutarlo? Come fa a conoscerlo?» sta volta fu lui a riempirmi di domande inutili a cui tutti sapevamo già la risposta, ma se voleva sentirlo dire dalle mie labbra avrebbe potuto anche aspettare cent'anni, pensai mentre mi diressi verso la porta, cercando nuova aria dato che quella nella stanza si era fatta troppo pesante e anche cercando di scappare da una delle discussioni più miserabili e difficili della mia vita
Afferrai il manico e cercai di aprire la porta, ma mi ricordai ben presto che l'aveva chiusa a chiave
«non puoi scappare...non da questo»
La sua frase mi ricordò ciò che mi disse Harry tempo ed all'ora non volevo ammettere che ero vero, ma ripensandoci adesso aveva ragione...
....Scappavo...
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Il Ragazzo Che Riuscì A Penetrarmi
Hayran KurguAmbra è una ragazza 18enne come le altre che però ha dovuto crescere troppo presto. Ha una bambina di 6 anni di nome Jordan che è il suo riflesso . Ambra è rimasta incinta solo a 12anni, perché un uomo l'aveva stuprata. La cosa che non sopportava er...