I Would Love to say "Happy To Meet You"

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L'avvocato, conosciuto poco prima mi chiese di seguirlo da sola ed io lo feci, nonostante un Harry preoccupato mi pregò insistentemente, di poter venire anche lui, ma rifiutai sapendo il desiderio dell'uomo in giacca e cravatta, di stare da soli e volendo presto sapere cosa di tanto importante volesse dire quando brevemente mi spiegò che pensava fosse importante che io parlassi con una persona che, nonostante, a me, fosse ancora sconosciuta , avevo una voglia pazzesca di conoscere.

Quando svoltammo l'angolo, del lungo corridoio ed Harry ed Emy sparirono dalla mia vista e di conseguenza, io dalla loro, decisi che era il momento di scoprire di più sull'estraneo che voleva farmi conoscere e del perché conoscesse il mio nome

Lo guardai, con la costante sensazione di averlo già incontrato, che mi perseguitava, possedendo la mia mente

Forse lo avevo già incontrato... forse lui si ricordava ancora di me...magari per questo mi pareva come se mi parlasse come se mi conoscesse già da tempo

«mi vorrebbe dire chi è lei?» gli domandai dal nulla, forse anche poco cortesemente, volendo assolutamente sapere il mistero che l'avvocato sembrava custodire da me

«sì mi scusi, non volevo farle paura prima, però credo di aver messo troppa enfasi ed entusiasmo nel mio monologo» scherzò cercando di alleggerire l'aria, a parer mio, un po' pesante e ci riuscì

«come le ho già detto mi chiamo Kendrick Stone e sono assunto o meglio diciamo che sono stato a chiedere di poter lavorare a questo caso. Assisto io, la signora Mary Lamb e Kim Lamb...»

«e potrei sapere chi sarebbero?» chiesi poi venendo che prima si era interrotto forse volendo dire di più, ma forse non potendo

«sì certo ma vorrei che vi conosceste prima e poi se vorrai saranno loro, di persona, a raccontarvi la propria storia. Se per lei vabbene» rispose lui, mentre io,ero ormai, un po' convinta che gli piaceva l'idea di lasciarmi in balia della mia curiosità, ma annuì il capo perché tutto sommato mi piaceva il fatto che stesse cercando, in modo quasi scherzoso, doi creare un'aria di mistero ed inquietudine

Camminamò per il grande edificio, probabilmente non per molto, ma la mia impazienza ed i lunghi e nemerosi corridoi, fecero sembrare il tempo passato, molto di più.

Poi si fermò davanti ad una porta e capì che finalmente fossimo arrivati alla destinazione tanta attesa e che lui aveva fatto tanto per renderla ancora più attesa «eccoci qua» disse, poi

Aprì la porta ed entrò prima di me ed io impaziente come poche volte prima in vita mia, portai il viso leggermente, in avanti per vedere all'interno della testa e vidi una bella donna sulla quarantina e una ragazzina.

Si girarono a guardarci, forse volendo sapere chi avesse provocato l'improvviso rumore, che aveva sconvolto la loro quiete

Si somigliavano molto e ciò mi fece credere che ci potesse essere un forte grado di parentela e perciò supposi che potessero essere madre e figlia.

Ci guardarono ad entrambi mentre, l'uomo in giacca e cravatta racchiudeva la porta dietro di me. La guardai in volto e mi parve che avessero passato, almeno un paio di giorni insonni o ore a piangere, dato che il rossastro rigonfiare sotto i loro occhi poteva solo essere causato dalla privazione di notti di pace

«é lei?» chiese la donna all'avvocato

«sì»

Lei mi porse un dolce sorriso che purtroppo stonò molto con i suoi occhi stanchi e un po' rossi, poi mi porse la mano che io mi avventai a stringere dato che fin da subito mi diede l'impressione di essere una brava persona «piacere Ambra, io sono Mary Lamb e questa é mia figlia Kim» disse guardando la figlia spronandola a parlare

Il Ragazzo Che Riuscì A PenetrarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora