She Need A Father But That I Can't Five Her

1.8K 101 4
                                    

Ambra pov's

Sentì qualcuno bussare alla porta«chi è? » «sono io, sorellona» «entra Jo» vidi la maniglia abbassarsi e sulla soglia apparve una chioma bionda. Venne a sedersi nel letto, vicino a me.
«mi dai un abbraccio? » le chiesi, aprendo le braccia«sì, mammi» rispose gettandosi su di me. «Mi spiegi una cosa? » le chiesi staccandomi dall'abbraccio «certo. Cosa? » «cosa stai facendo con Harry » «non capisco. Cosa vuoi dire? » «lo tratti in modo strano e in più prima ci hai chiesto di giocare alla famiglia. Cosa stai cercando di fare? » ci fu qualche attimo di silenzio «io voglio un papà ».
I miei occhi diventarono lucidi «hey mamma non piangere, non è colpa tua» disse abbracciandomi.
«ho sempre visto le mie amiche giocare con i loro papà, ma io non potevo perché io non ho un padre. So che Harry non è mio padre ma.... » non finì la frase forse non sapendo come continuare, ma sapevo benissimo cosa volesse dire.

*********
Mi svegliai. Guardai l'orologio ed erano le 8:30. Notai che Jordan dormiva al mio fianco. Ma perché aveva scelto una cameretta tua sua se alla fine preferiva dormire con me? Mi feci una doccia e misi dei jeans e una maglietta bianca. Uscì dalla stanza lasciando che Jordan continuasse a dormire, intanto era già in grado di farsi una doccia da sola. Le sue parole mi rimbombavano ancora nella testa. Voleva un padre come tutte le sue amiche, ma io non potevo darglielo e lei non poteva pretendere che Harry la trattasse da figlia. Senza accorgermene stavo di nuovo piangendo. Cercai di cacciare via le lacrime, ma continuavano ad uscire. Mi guardai intorno e per fortuna Harry non c'era, se no mi avrebbe di sicuro preso in giro vedendomi in queste condizioni. Entrai in cucina e lo vidi seduto su una sedia a mangiare un panino. Cercai di nascondere il mio volto. Velocemente lo superai e andai a prendere un piatto«non si saluta più?! » disse lui sbuffando «perché dovrei salutarti? » dissi cercando di sembrare spavalda, ma dalle mie labbra involontariamente uscì un singhiozzo.
«hey, ma stai piangendo?! » disse e dopodiché sentì una figura posizionarsi dietro di me «non sono affarri tuoi» «girati» «no» risposi quasi urlando. Mi prese il polso costringendomi a girarmi. Mi mise le mani sul volto e mi asciugò le lacrime. Premette la sua fronte contro la mai ed io mi persi nei suoi occhi, solo ora mi accorgevo quanto fossero belli. I capelli gli ricadevano sul viso e lo facevano sembrare un fottutissimo splendore. «cosa ti è successo? » mi chiese lui a un millimetro di distanza dalla mia bocca. «Jordan» «cosa le è accaduto? » «lei vuole una famiglia e.. » «e? » disse lui per spronarmi a parlare«io faccio del mio meglio, mi sforzo in continuazione a non farle mancare la presenza dei nostri genitori, ma a volte sento di non fare abbastanza, ma io non posso ricoprire il ruolo di entrambi, non c'è la faccio e a volte mi sento inutile. Lei ha bisogno di una famiglia unita e io non posso dargliela. Sono una pessima sorella» più o meno gli avevo raccontato la verità. Aspetta ma perché stavo raccontando tutto questo a lui. Io non lo sopportavo e lui non sopportava me. «no ti sbagli. Ti ho visto in questi giorni e sei una sorella fantastica. Lei non poteva chiedere di meglio. I vostri saranno pure morti ma io sono ancora qui e puoi sempre contare su di me» wow, l'aveva detto sul serio«grazie Harry» «non c'è di che» disse lui facendomi l'occhiolino. Quando voleva sapeva come essere dolce. «sapete? Siete veramente carini insieme» disse una voce alle nostre spalle.... Jordan. Mi staccai da Harry«No» urlai. Ma col cavolo, noi non staremo mai insieme. Senza accorgermene stavo di nuovo urlando. «nel senso, ti sei già fatta una doccia»dissi per cambiare discorso. «sì» rispose lui alzando gli occhi al cielo, sbuffando perché molto probabilmente aveva capito che stavo cercando di cambiare argomento. Solo ora avevo notato che si era cambiata. Indossava degli short e una camicia blu.
«hai fame? »le chiesi «un pochino» rispose lei «ti preparo dei cereali? » «sì, grazie» rispose semplicemente. Presi un altro piatto, ci misi del latte e dei cereali. Presi due cucchiai e posai i piatti sul tavolo. Mi sedetti davanti al mio piatto, lei si sedette davanti al suo e Harry andò a sedersi nel suo posto di prima che era proprio diffianco a Jordan. E in me si propagò di nuovo quella sorta di imbarazzo. Eravamo tutti e tre seduti a tavola a fare colazione come una vera e propria famiglia, che purtroppo non saremo stati.
«dove andiamo oggi? » chiese Jordan «dove vuoi andare? » chiese Harry«mhmhm.... a Mirabilandia» rispose lei«ok. Allora andremo a mirabilandia» « veramente ? » «sì» rispose lui. Lei lo abbracciò e lui ricambiò, sembravano veramente padre e figlia, cosa che fra parentesi non erano. Erano così dolci insieme.

********
Uscimo di casa«prendiamo la mia macchina?! »disse Harry«hai una macchina» gli chiesi«sì, certo»rispose lui come se avessi detto la cosa più stupida del mondo.«dov'è? » chiese Jo, entusiasta«è quella» disse indicando un macchina sportiva nera. Di poco la mia bocca sfiorava il pavimento. Cazzo se era bella la sua auto«vedo proprio che non ti piace» disse lui accorgendosi della bava che usciva dalla mia bocca«ahah.. divertente ».
Entramo in auto e mi ricordai che dovevo comprare un seggiolino per Jo. Aveva già 6 anni ma dalla legge se una persona non superava 1 metro e 30 centimetri, doveva usare il seggiolino. Che idiozia«prima di andare a mirabilandia ci porti in un negozio? Devo comprare un seggiolino per Jordan » «ok, per me va bene».
Il tragitto fu abbastanza silenzioso. Arrivamo a destinazione dopo 5 minuti.

*******
Porsi al commesso la mia carta di credito«no, pago io» disse Harry, dando al commesso dei soldi «ma... » «niente ma» «grazie» dissi rimettendo la carta nel portafogli, mentre il commesso prendeva i soldi dalle mani di Harry. Uscimo dal negozio con Harry che teneva in mano il seggiolino.
Aprì lo sportello della macchina e posò il seggiolino nel sedile centrale. Jo ci si sedette sopra e io li guardai mentre lui le allacciava la cintura. «grazie, Harry » disse lei, per poi stampare un bacio nella guancia di Harry «non c'è di che, piccola» disse le accarezza una mano con la guancia. Sono sicura che un giorno sarebbe diventato un attimo padre, ovviamente solo se avesse deciso di mettersi la testa apposto. Cosa che per il momento mi sembrava fuori dai suoi standard.

Io amo quasto capitolo, soprattutto la parte in cui Harry ed Ambra hanno quella conversazione. Ciao.
Ah, commentate e continuate a votare. Bacini

Il Ragazzo Che Riuscì A PenetrarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora