Ero qui da quasi un'ora e nessuno era ancora uscito per informarmi delle condizioni di Jo.
Le lacrime erano finite, ora era rimasta solo la disperazione, insieme alla paura che non riuscisse a superare l'intervento. Ma io volevo che vivesse.«io vado un attimo in bagno, avvisami se nel frattempo escono da lì » mi informò Harry, che fino a poco tempo fa sembrava una statua proprio come me. Annuì lentamente, facendo in modo che delle lacrime sfuggissero dai miei occhi. Lui si alzò dalla sedia e si mise davanti a me. Si chinò per arrivare alla mia stessa altezza. Pose le sue mani sulle mie guance e con i pollici, mi asciugò le due perle d'acqua asciutte dai miei occhi, pochi secondi fa «non piangere, c'è la farà. Ne sono sicuro» peccato, che io non fossi così sicura «lo so, lo so» sussurrai. Lui mi sorrise ed io ricambiai anche se forse più che un sorriso, sembrò una smorfia. Si alzò ed iniziò ad incamminarsi verso in bagno. Lo vidi aprire una porta con l'insegna toilette ed entrò. Restai lì da sola per pochi secondi, ma poi sentì dei passi e poi un'ombra fermarsi davanti a me. All'alzai lo sguardo per capire chi fosse e... per poco gli occhi non cadero delle orbite.
«mamma. Che cavolo ci fai tu qui? » urlai alzandomi improvvisamente dalla sedia «la madre di Aria mia ha informata che eravate qui.... » «vattene via» la interruppi «ma... » «vattene. Ringrazia che non posso cacciarti via con le mie mani perché questo è un luogo pubblico, ma se a me ci tieni come dici, vattene via perché te lo chiedo io, non posso sopportare di vederti fare la brava mamma, quella sempre preoccupata quando per 6 anni sei sempre stata assente nella mia vita » «ed è a questo che voglio rimediare. So di aver commesso un' errore lasciando che ti cacciasse di casa, mentre eri incinta ma.... » «mamma vattene» la interruppì non riuscendo a sopportare che parlasse di tutto quello che avevo dovuto passare, mentre lei non era al mio fianco. Lei sospirò sconfitta «ok, vabbene. Chiamami se senti il bisogno di parlare o se Jo si risprende» «mamma, non chiedermelo. Sai che non lo farò » «già lo so» si girò e se ne andò con la coda tra le gambe. Odiavo vederla così, ma odiavo di più quello che mi aveva fatto.Poco dopo vidi la porta del bagno aprirsi, facendo risaltare una fantastica chioma riccia. Harry venne verso di me, dopo aver accuratamente rischiuso la porta e si sedette di fianco a me, come prima «ti hanno detto qualcosa sulle condizioni » mi domandò. Scossi la testa dispiaciuta «no, non è ancora uscito nessuno. Sto iniziando davvero a preoccuparmi » «vedrai che andrà bene» disse per poi abbracciarmi, facendomi finalmente sentire protteta.
*****
I ragazzi ci avevano raggiunto all'ospedale. Jo, invece era ancora in quella maledettissima sala operatoria.
Mi girai appena sentì dei passi «ciao mamma» disse Emily «ciao. C'è qualche informazione di Jo» domandò possando il suo sguardo su di me. Scossi lentamente il capo incapace di parlare. Dentro, mi stavo lentamente distruggendo. Non c'è l'avrei mai fatta se lei non fosse sopravvissuta«sai dov'è mia madre? Le avevo chiesto di venite » domandò Emily alla madre di Aria «sì dovrebbe arrivare fra poco » «eccomi , eccomi» mi girai verso la donna che stava urlando venendo verso di noi . La madre di Emily. Da quanto tempo non la vedevo più. Già da quel giorno, tutto da lì è cambiato.... La mia vita la mia famiglia e soprattutto io.
«ah, mamma eccoti, mi stavo preoccupando» disse Emily abbracciandola. Quanto avrei voluto poter fare la stessa cosa con mia madre, ma come al solito mi ero lasciata di nuovo scappare la mia occasione per essere felice, la mia occasione per riabbracciarla e dirle che nonostante tutto le bene, beh, in realtà non avevo mai smesso di volerle bene. Come avrei potuto?
Lo sguardo della mamma di Emily vagò sullo sguardo di tutti i ragazzi venuti qui cercando di darmi il loro sostegno e poi si fermò sul suo. «tu? » disse Harry mentre il suo corpo pian piano si irrggidiva «Harry? » si conoscevano. Fece qualche passò verso di lui ed allargò le braccia, quasi volesse spingerlo a buttarsi nelle sue braccia. Vidi gli occhi di lei lacrimare, mentre quelli di Harry sembravano cercare di trattenere tutte le lacrime dentro di se. Lo sentivo, lui non voleva cedere alla tentazione di piangere. Lui era così non si sarebbe mai mostrato debole davanti a nessuno, forse nemmeno davanti a me. Lui teneva tutto dentro proprio come me.
Lui fece qualche passo indietro quasi cercasse di dirle attraverso quel gesto, di allontanarsi da lui. Lei capendo subito il perché della sua reazione, abbassò le braccia e il suo sguardo pieno di speranza, si trasformò in uno sguardo cupo, privo di emozione se non fosse per la tristezza che la sua espressione esprimeva. «Harry io... » «che cazzo ci fai qui? » disse Harry mentre nelle sue parole si sentiva chiaro il risentimento che provava per quella donna, che mai avrei creduto che conoscesse «io... Sono qui per Jo. Mi hanno detto che si sentiva male... Io.. volevo sapere come si sentisse... » «vattene » le si morse il labbro, come a trattenere altre lacrime. «Harry... Io so che mi odi. Ma sono pur sempre tua... » «no, non lo dire. Tu non sei proprio niente per me, tu vali meno di zero nella mia vita. Quindi non averdarti a pronunciare quella parole, per me sei morta anni fa, insieme a tutti i ricordi che ho con te» lei si morse ancora di più il labbro, che pian piano si tinse di rosso, iniziando a sgocciolare piccole gocce di sangue. Cosa stava succedendo? «io.... capisco hai tutte le ragioni del modo per trattarmi così. So che ho sbagliato con te. Non avrei mai dovuto farlo e mi dispiace tanto. Tu non sai cosa darei per tornare indietro nel tempo ed evitare di fare lo sbaglio più grande della mia vita... ma non posso... però posso tentare di porre rimedio al mio errore. Harry, io ti voglio bene» «tardi, troppo tardi. Non ti perdonerò mai. Tu non meriti il mio perdono, nessuno che ha fatto le tue stesse scelte, merita perdono, nessuno che inganna o ferisce merita perdono ed è soprattutto grazie a te che ho eliminato la parola perdono dal mio vocabolario» nessuno che mente, merita perdono. Aveva ragione, io non meritavo il suo perdono. Io non meritavo uno come lui «ma... » «smettila di parlare non lo capisci che nella mia vita non c'è più spazio per te? Non sei nessuno per me» si guardarono intensamente negli occhi, come cercassero di comunicare, attraverso di essi, quasi come se con le parole avrebbero potuto peggiorare una situazione già critica di per sé. Il suo sguardo esprimeva odio, lo sguardo di lei diceva nostalgia... nostalgia, forse di lui. Come se avrebbe dato di tutto per poter porre rimedio al suo 'errore'. Già ma di quale errore parlava?Lei abbassò lo sguardo «Emily, ci vediamo a casa, io vado, non ho il diritto di restare qui se Harry non mi vuole » Emily le afferrò subito un braccio, prima che potesse fare il suo secondo passo«no. Hai diritto di rimanere qui. Sei mia madre ed io ti voglio qui, non importa quello che fice Harry » «ma a me importa» ribadè sua madre riportando lo sguardo su quello di Harry, lui capovolse lo sguardo iniziando a guardare qualche punto indefinito del corridoi, come se mi on avesse più nient'altro da dire, come se tutto quello che pensavo glielo avesse già detto e il resto glielo avesse trasmesso attraverso quello sguardo «scusami Emily, ma dico davvero. Voglio andare, devo» disse allontanando il suo braccio dalla presa di Emiy. Sua madre si girò e corse via piangendo.
Emily si girò verso di Harry, furiosa «perché cazzo hai trattato così mia madre? Che cavolo ti ha fatto » «senti, non è colpa mia se tua madre è una troia» lei lo guardò con disprezzo e poi corse via anche lei, forse per raggiungere la madre.
Tante domande assilavano la mia mente, ma la più importante era... come faceva Harry a conoscere la madre di Emily?
Quando per domandarglielo la porta della sala operatoria si aprì. Mi alzai in piedi e corsi verso il dottore dai capelli bianco che uscì pochi secondi prima dalla porta. «come sta jo? » gli chiesi in preda ad un attacco di panico «ehm... non so come dirglielo. Ha perso molto sangue e stiamo cercando di rianimarla» delle lacrime flienti cominciarono a sgorgarmi dal volto. Non puoi lasciarmi ora Jo.
«devo vederla» «no, non può » disse trattenendomi affinché non entrassi «ma le non capisce io devo vederla» dissi cercando di liberarmi dalla sua presa sui miei polsi.
Senti un braccio muscoloso avvolgermi i fianchi, come per infondermi tranquillità, ma ora non potevo stare calma, mentre mia figlia lottava tra la vita e la morte.
«calmati, va tutto bene» «no, Harry lasciami. Tu non capisci. Io voglio mia figlia» «come, Jo è tua figlia» merda, pensai inghiottendo un boccone amaro
Halleluja. Era ora che dicesse che era sua figlia, non credete anche voi? E poi perché Harry ha reagito così vedendo la madre di Emily. Aggiorno a 30 mi piace e 30 commenti
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Il Ragazzo Che Riuscì A Penetrarmi
FanfictionAmbra è una ragazza 18enne come le altre che però ha dovuto crescere troppo presto. Ha una bambina di 6 anni di nome Jordan che è il suo riflesso . Ambra è rimasta incinta solo a 12anni, perché un uomo l'aveva stuprata. La cosa che non sopportava er...