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«ok,ok. Ora apro» disse l'avvocato tirando fuori dalla tasca una chiave con un poi aprì la porta lasciando che due poliziotti ,allarmati dalle mie precendeti urla ed alquanto impazienti a causa del precendente rifiuto dell'avvocato di aprire la porta, entrassero nella stanza a tutta furia

«cosa sta succedendo qua?» chiese il poliziotto che sembrava il più adulto dei due, data la sua chioma che un tempo doveva essere stata completamente castana, ormai tendeva un po' al bianco, forse aspettandosi di ritrovarsi davanti a qualcuno in pericolo o minacciato ed invece ritrovandosi davanti a persone fin troppo calme, che forse, sembravano avere solo una semplice ed innocente conversazione

«ehm...piacere io sono Kendrick Stone» disse porgendo la mano ad entrambi i poliziotti, che loro un po' confusi dall'apparente, tranquilla situazione che era stata preceduta da urla a pieni polmoni, strinsero anche se ancora molto sospettosi e confusi «sono un avvocato e rappresento queste due donne» disse indicando la donna e la giovane ragazzina, sedute sulla sedie

«abbiamo sentito urlare. Che sta succedendo qui?» chiese il poliziotto giovane, quasi ripetendo ciò che aveva chiesto l'altro poliziotto pochi secondi fa, guardando le due donne sedute e poi anche me, forse insospettito dell'atteggiamento  bizzarramente tranquillo di Kendrick che sembrava completamente stonare con l'aspetto traumatizzato delle donne dagli occhi rossi e il mascara sbavato sulle guance bagnate dalle lacrime, e il suo  sorriso alquanto  loquace e sereno doveva fare a pugni con il mio volto confuso stremato ed esterrefatto, che doveva sicuramente far trasparire tutto ciò che avevo passato in questo paio di ore nei minimi dettagli

«niente di che glielo assicuro. Stiamo solo discutendo sul caso e cercando di raggruppare più informazioni possibili e riflettere sul da farsi. Sapete niente più e niente meno di quello che sta accadendo nelle stanze di fianco» spiegó l'avvocato con il suo sarcastico modo di fare, che forse non convinse per niente i due poliziotti e forse perciò uno dei mi chiese «sei stata tu ad urlare prima?»

Guardai il poliziotto dalle poche ciocche bianche e poi guardai di nuovo la ragazzina che doveva portarsi dietro ricordi simili ai miei, mentre la stanza calò nel silenzio mentre supposi che tutti stessero aspettando una risposta da me

Questo era il momento buono per scappare... disse una vocina codarda nella, che per anni avevo ascoltato e seguito, allontanando tutto ciò che aveva fatto male o ....avrebbe potuto fare male.

Impedendomi di vivere ma insegnandomi l'arte del sopravvivere.

E per anni andò bene...ma ora non bastava più...volevo tornare a vivere, volevo vivere tutto a pieni polmoni anche se, avendo la conoscenza che tutto può uccidere...ma non tutto lo farà

«stiate tranquilli vi posso assicurare che niente....»

«non voglio sentire dire nulla da lei signor Stone, voglio ascoltare ciò che lei ha da dire, se non le dispiace?» disse il poliziotto sulla quarantina interrompendo Kendrick che al richiamo del poliziotto, che doveva star perdendo le staffe, si limitò ad alzare le spalle e le mani in segno di arresa e di non star cercando alcun tipo di guai

«sì. Sono stata io»

Mi guardai attorno un'ultima volta

Basta scappare

«ma non è come pensate...»

É tempo di restare e lottare

«é stato solo un momento di...confusione e di panico. Glielo posso assicurare»

E il momento di essere la mia eroina

«va tutto bene»

«sicura?»

Il Ragazzo Che Riuscì A PenetrarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora