We Have To Stop

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Harry pov's

Volevo averla mia... farla mia, solo ed esclusivamente mia e nessun altro avrebbe mai più dovuto toccarla o farle del male. Lei non avrebbe mai più dovuto soffrire.

Mi piegai e inizia a lasciarle morbidi baci sul collo «Harry no, smettila. Per favore » io non capisco perché deve avere sempre dei ripensamenti «ma perché? » «perché è sbagliato» «chi te lo dice che è sbagliato. Forse questa è la cosa più giusta da fare» «no, non lo è. Tu stai solo tentando di ferirmi. Ma sai una cosa? Non ci riuscirai» ti sbagli, io vorrei solo renderti felice e forse quello che ti manca per esserlo sono proprio io e quello che manca a me, forse se tu «io non voglio ferirti» «invece è così » «ma perché ti sei fissata con il fatto che io voglia farti del male? » «perché è così. Tu mi stai usando e appena ti stancherai di me, mi butterai come spazzatura, ma ormai ci sono abituata. Nessuno mi vuole» non è vero che nessuno tu vuole perché io ti voglio«cosa vuoi dire che sei abituata a essere usata? Qualcuno ti ha fatto del male? » «sì, tu. Mi fai del male da quando sono entrata in questa maledettissima casa» «perciò è questo ciò che mi consideri... dolore? » ci furono attimi di silenzio. Forse era la paura di dire qualcosa di sbagliato ad impedirci di parlare «sì ».

Sì, una parola formata da 2 lettere, che purtroppo mi arrivano nel profondo. Aveva ragione lei, io procuravo dolore a chiunque mi stasse attorno. Mi alzai da sopra e me ne andai. Per oggi si erano aperte troppe ferite.

Ambra pov' s

«perciò è questo ciò che mi consideri.... dolore » già, cos'era lui per me? Mi aveva fatto del male eppure nonostante tutto era una delle poche che era riuscita a farmi sorridere dopo così tanti anni passati ad affogare nel mio dolore... nel mio passato «sì» quelle parole sfuggirono involontariamente dalla bocca, ma in realtà non le passavo. Vidi nei suoi occhi un lampo un lampo di tristezza. Gli si leggeva in faccia... era ferito dalla mia risposta. Non mi piaceva vederlo così, magari avrei potuto dirgli che non lo pensavo veramente, ma forse questa era l'opportunità per far in modo che tutto tornasse come prima. Lui, magari si sarebbe allontanato da me ed io magari sarei finalmente riuscita a dimenticarlo. Forse con  un po' di tempo avrei iniziato di nuovo ad odiarlo, se veramente in passato l'ho odiato, forse non l'ho mai odiato, molto probabilmente ho solo voluto credere di odiarlo per non ammettere a me stessa che mi piacesse. Dopo quelli che sembrarono secoli, lui si alzò da sopra di me e se ne andò
Ora come ora volevi solo addormentarmi per non svegliarmi mai più, ma purtroppo avevo una ragione per continuare a vivere... Jordan.

*********
A volte ci sono in cui vorresti solo dimenticare... di esistere... di respirare e di vivere.
E poi ci sono quei in cui stai malissimo, ma cerchi non farlo notarlo. È come se mettessi una maschera per nascondere agli altri come ti senti veramente. Io credo che sia giusto indossare una maschera perché il nostro unico modo per proteggerti dal mondo e soprattutto dal dolore. Ma cosa succede se la maschera prende il posto della faccia e tu diventi incapace di provare qualunque sorta di emozione?

Mi sentivo come se tutte le barriere che avessi costruito contro il mondo, si fossero sgretolate una dopo l'altra e all'inizio non me ne sono accorta, perché i pezzi andavano in frantumi in piccoli pezzi, quasi invisibile e poi però quando me ne sono accorta ormai era troppo tardi, avevo perso le mie protezione ed ora mi sentivo, come se avessi perso le uniche cose che mi impedivano di cedere... di arrendermi contro un vita piena di giustizie, dolori e paure. Mi sentivo come un'anima che vagasse nel vuoto in attesa di una luce, che la riporti alla vita, perché la mia non poteva essere definita esistenza, ma sopravvivenza, perché io ero crollata tempo fa, ma cercavo di apparire forte, coraggiosa. Cercavo di apparire quella non ero... una ragazza senza timori.

Mi svegliai alle 10 del mattino. Mi feci una doccia in tutta fretta visto che i ragazzi sarebbero arrivati fra poco. Mi infilai dei pantaloni e una t-shirt e delle vance.
Scesi di sotto, sperando di non incontrare Harry, ma le mie preghiere non furono esaudite. Lui era in cucina, seduto su una sedia, intento a mangiare del cereali.
Di solito a quest'ora sarei rimasta rinchiusa in camera mia per non vedere Harry, ma ero così stanca di essere definita da lui, una codarda, che pur non di non affrontarlo scappa. Anche se una ragione oggi c'è l'avevo per scappare da lui, cazzo ieri stavano per fare sesso, se solo io non avessi riacquistato un po' del mio buon senso. «buongiorno » dissi stampandomi in faccia un sorriso falso, cercando di apparire serena, cosa che fra parentesi non ero affatto. Lui mi squadrò da capo a piedi, facendomi sentire terribilmente in imbarazzo e poi riposò il suo sguardo sui cereali senza nemmeno spiaccicare parola. Forse era sorpreso di vedermi, forse pensava che mi fossi nascosta in camera mia per non affrontarlo dopo quello che era accaduto ieri o magari era arrabbiato con me per quello che gli avevo detto ieri.
Presi un piatto, un cucchiaio e mi preparai i cereali e andai a sedermi nella sedia, il più lontano possibile da lui. Lo guardai mangiare. Cazzo se era bello. I suoi occhi erano magnifici, di un verde meraviglioso. E ogni volta che lì guardavo avevo la sensazione di essere a casa... di aver trovato il mio posto nel mondo, il mio rifugio, un luogo che solo io conoscevo «lo so che sono bello, ma se continui a guardarmi così mi sciupi» arrosì di colpo. Cazzo, mi aveva beccata in flagrante. «non ti stavo guardando perché sei bello, cosa che io non penso per niente, perché secondo me sei solo un in idiota... è che avevo notato che fai fatica a mangiare e pensavo ti facessero ancora mani le mani» grazie al cielo mi ero inventata una scusa in tempo, se no che figuraccia avrei fatto «e allora? Per caso vuoi imboccarmi tu? » sì, Sì, Sììì. Posso davvero? «no e che mi chiedevo come ti fossi fatto male » «te lo sei già dimenticato? Te l'ho già spiegato ieri. Ho strisciato le mani contro un muro ruvido tutto qui » «senti, lo so che sei un idiota, ma nemmeno tu puoi essere così tanto stupido » «stai dicendo che ti ho mentito? » «esatto » «quindi mi stai dando del bugiardo » disse quasi rischiando di urlare «no, cazzo vorrei solo che mi dicessi la verità » «okay, vuoi la verità? E allora te la dirò. Ho fatto a botte con il cameriere del ristorante. Mi ha infastidito il fatto che ti abbia toccato e quando mi ha provocato io ho reagito. Ok,ora sei felice? » rimasi stupita dalle sue parole. Come avevo fatto a non capirlo prima «quindi l'hai fatto per me? » ti prego dì di sì «mi ha provocato » «non hai risposto alla mia domanda . L'hai fatto per me? » «io.. io»

Scusate se non aggiorno da un sacco è che fra scuola compiti, amici non ho più tempo per fare un cazzo. Comunque alla fine vi ho fragate non hanno fatto sesso.

La scuola che faccio iosi chiama ITI se voi volete dirmi in che scuola andate e dirmi come vi trovate. Scrivetemelo nei commenti. Sono felicissima, il mio primo anno di superiori, in una delle scuole più importanti di Italia.

HI PIP HURRA

Il Ragazzo Che Riuscì A PenetrarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora