22. They don't know about us.

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Quttro giorni dopo...

Erano passati quattro giorni, quattro giorni da quando Niall le aveva chiesto di essere la sua ragazza, quattro giorni che tutto il mondo non parlava di altro. La scuola era finita, e lei non era andata alle ultime lezioni ma sinceramente non le importava.
Quest'anno avrebbe avuto gli esami quindi doveva studiare parecchio. Emma era quasi del tutto felice. Aveva un ragazzo che amava e che la trattava benissimo, aveva degli amici e amiche, un migliore amico che le volevano bene e aveva la sua sorellastra Micol. che in quei quattro giorni era venuta a stare, anche lei, a casa dei ragazzi.

Micol andava d'accordo con tutti, tranne che con Zayn. Litigavano spesso, sembravano cane e gatto.

Perché Emma era quasi del tutto felice? Non poteva far a meno di stare male per i commenti negativi che le arrivavano su Twitter, lei provava a non farci caso ma era più forte di lei.
Erano le dieci del mattino e tutti insieme stavano facendo la colazione.

"Mi passi il latte, Zayn?" Chiese gentilmente Micol, facendo un finto sorriso.

"Hai le mani, puoi prendertelo da sola." Rispose acido il moro che continuò a mangiare il suo cornetto.

"Cerco di essere gentile e tu fai lo stronzo, sono quattro giorni che fai così non ti sopporto più, non capisco cosa ti ho fatto!" La ragazza si alzò dalla sedia andando di sopra. Emma fulminò Zayn con lo sguardo.

"Ha ragione! Sei uno stronzo." Zayn guardò Emma. Avevano ragione, era uno stronzo. Alla fine, Micol non le aveva fatto niente per essere trattata così. Doveva chiederle scusa. Si, doveva.

Il moro si alzò dalla sedia e una volta andato di sopra bussò alla porta della stanza della ragazza. Nessuna risposta. Si sentivano solo dei forti singhiozzi. Oh no, sta piangendo per colpa mia pensò Zayn e aprì la porta trovando la ragazza,che stava guardando fuori dalla finestra, con le lacrime agli occhi.
Il ragazzo si avvicinò e lei sentendo un rumore, si girò e sgranò gli occhi vedendo Zayn.

"Va via!" Urlò spingendolo verso la porta, ma lui in tutta risposta le prese i polsi.

"No, prima fammi parlare e poi me ne andrò. Mi dispiace sono stato uno stronzo e ti chiedo scusa per averti fatto piangere. È che sei la prima ragazza che riesce a tenermi testa senza cadere subito ai miei piedi." Le lasciò i polsi e le asciugò le lacrime.

"Non cadrò ai tuoi piedi, infatti." Disse sicura di se la ragazza. Forse un po' troppo sicura.

"Questo lo dici tu, piccola. -le fece l'occhiolino il ragazzo.- Che ne dici di ricominciare da capo?" Le sorride. Dio, il suo sorriso pensò Micol che ridacchiò mentalmente per poi annuire.

"Voglio farti anche una proposta." Disse Zayn guardandola negli occhi.

"Dimmi, Zaynetto." Il ragazzo fece una smorfia strana che però fece scoppiare a ridere Micol.

"Zaynetto? Che razza di nome è?" Lei fece spalluccia e lui continuò.

"Che ne dici, se io e te, fossimo amici...di letto." Lei sgranò gli occhi per le sue parole.
Sta scherzando? Spero proprio di si.

"Scherzi vero?"

"No, solo sesso, senza emozioni,ne niente. Allora accetti?" Le sussurrò all'orecchio.
Micol non si era neanche accorta che si fosse avvicinato così tanto. Le vennero i brividi, quando la mano del ragazzo, le accarezzò lentamente i fianchi. La ragazza chiuse gli occhi.

"Si accetto." Zayn sentendo quella risposta. sorrise e chiuse la porta a chiave. La baciò trascinandola verso il letto.
So già che me ne pentirò pensò la ragazza ma scacciò via subito quel pensiero, volendosi godere il momento.

Twitter ||Niall Horan|| (da revisionare)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora