43. Ospedale.

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[Ragazze inizio con il dirvi che questo capitolo non è uno dei migliori, ma ho cercato di fare del mio meglio. Spero davvero che vi piaccia. Fatemi sapere. E mi scuso se ho aggiornato così tardi ma ho molti impegni queste settimane.
Detto questo, Buona lettura.💕]

La ragazza continuava a tenere lo sguardo fisso sul finestrino dell'aereo.
Non aveva detto più una parola da quando aveva parlato con Micol, aveva solo pianto.

Non sapeva quante lacrime aveva versato o quanto tempo fosse passato da quella telefonata, sapeva solo che le lacrime non si erano ancora esaurite e il suo pensiero fisso in quel momento non era né Niall né gli altri ragazzi ma solo ed esclusivamente Lucas, il suo migliore amico.

Il suo cuore batteva velocemente mentre l'aereo volava vero Roma.
Dire che era preoccupata era dire poco.
Sperava con tutto il cuore che non fosse niente di grave ma, sentendo la voce di Micol, sembrava che la cosa fosso più grave del previsto.

Emma si morse il labbro cercando di piangere silenziosamente.
Gli altri ragazzi erano venuti con lei ed erano anche loro preoccupati.
Avevano preso un jet privato per arrivare prima e stare vicino a Lucas, che ormai era diventato un amico.

"Signor Horan, stiamo per atterrare." Il biondo annuì. Emma era così persa nei suoi pensieri che non si era neanche accorta di essere arrivata a Roma.
Aveva paura e anche molta.

Il suo ragazzo le prese la mano stringendola e le asciugò le lacrime che aveva sulle guance.
La ragazza lo guardò, con sguardo vuoto, privo di emozioni, anzi, forse le uniche emozioni che si potevano intravedere, erano la paura e la preoccupazione.

"Amore vedrai, non sarà niente di grave. Lucas starà bene, te lo prometto." Le sussurrò Niall all'orecchio per poi baciarle la guancia.

"Non promettere niente, Niall." Queste furono le uniche parole che Emma disse, con gli occhi lucidi, prima di scendere dall'aereo, aspettare un taxi e dirigersi verso l'ospedale al centro della città.

Durante il tragitto verso l'ospedale Emma aveva appoggiato il viso sulla spalla dell'irlandese, e non riuscendo più a stare sveglia, si addormentò subito. Niall la guardava e la teneva stretta a se, odiava vederla piangere ma odiava ancora di più vederla soffrire in quel modo e lui non poteva far niente per farla stare meglio. Era ridotta malissimo.

Aveva il trucco calato, le guance arrossate dal pianto, i vestiti del giorno prima sporchi, i capelli spettinati, ma Niall la trovava comunque bellissima.
Un angelo.
Il suo angelo.
Sperava con tutto il cuore che Lucas stesse bene.

"Si è addormentata finalmente!" Sussurrò Zayn, sospirando.

"È davvero distrutta." Louis la guardò per qualche secondo, per poi ritornare con lo sguardo sul finestrino, con gli occhi lucidi.

"Louis, stai piangendo?" Harry posò una mano sulla sua spalla, costringendolo a girarsi verso i suoi amici.

"No io.... - si asciugò gli occhi con le mani - Voglio bene a Lucas, non voglio che gli succeda niente di male." Niall alzò lo sguardo verso di lui, stava cercando di non piangere, di non crollare. Doveva essere forte, per lei.

"Ragazzi, perfavore, so che è difficile ma, cercate di essere forti, io sto cercando di esserlo per lei, perché ha bisogno di me, ha bisogno di voi, ha bisogno del nostro supporto."

"Niall ha ragione. Lei ha bisogno di noi, dobbiamo essere forti." Appena Liam pronunciò quelle parole, tutti i ragazzi ritornarono a stare in silenzio, persi nei loro tristi pensieri, mentre Niall guardava Emma e le accarezzava i capelli.

Arrivati all'ospedale, Niall cercò di svegliare la sua ragazza.
"Piccola, siamo arrivati." La ragazza aprì gli occhi velocemente e si mise seduta di scatto mettendosi una mano sul petto.

"Ehi ehi, tranquilla amore." Sussurrò il biondo stringendola a se, fino a quando non la vide calmarsi un po'.

"Scendiamo, i ragazzi stanno già dentro."
Si diressero tutti e due dentro l'ospedale dove Emma, dopo aver chiesto la camera di Lucas, salì velocemente le scale, correndo verso la stanza e, arrivata nel corridoio giusto, vide tutti i ragazzi, ossia Micol, Simona, il padre di Micol e Andy, il ragazzo di Lucas, seduti su una sedia. Andy era distrutto, con la testa tra le mani e poteva capirlo benissimo.

Si avvicinò a loro e prima che qualcuno potesse dire qualcosa, abbracciò Micol fortissimo e la ragazza fece lo stesso.
Niall la guardava senza dire niente, senza fiatare, nessuno aveva il coraggio di dire una sola parola.

"È ancora in sala operatoria." Simona, si avvicinò alla figlia, abbracciandola per poi guardarla negli occhi.

"Che gli è successo?" Lo sguardo di tutti era sulla donna, che prima di parlare abbassò lo sguardo e sospirò.

"Era andato in discoteca, con dei suoi amici, ha bevuto troppo e a quanto pare, per ritornare a casa prese la macchina - si bloccò per qualche secondo per poi continuare - e con il fatto che aveva bevuto ha fatto un'incidente."

"Ma io dico, è impazzito, cosa gli passa per la testa!" Urlò la ragazza gesticolando, guardando la madre con le lacrime agli occhi.

"È un incosciente, cosa gli è venuto in mente eh?! Ah ma non pensate che non mi sentirà. Oh sì che lo farà, brutto stupido!"

"Amore ehi - Niall si alza di scatto dalla sedia- calmati ora okay?" Sussurrò cingendole i fianchi da dietro.

"Calmarmi? Io...se gli succede qualcosa io...." Alcune lacrime scesero lungo le sue guance e si accasciò a terra con le mani tra i capelli.
Niall si abbassò alla sua altezza e la prese in braccio, facendole mettere la testa sul suo petto e si sedette su una sedia nel lungo corridoio dell'ospedale. Andy guardava tutti in silenzio, non aveva il coraggio di proferire parola. Voleva piangere, ma non lo fece, anche se i suoi occhi erano stanchi e lucidi. Lucas era la sua vita. Oltretutto guardava ogni singolo componente di quella band con sguardo vuoto e decise che non era affatto il momento di fare le presentazioni.

Aveva avvisato i genitori del ragazzo in sala operatoria, ma erano fuori città, ci avrebbero messo un po' per arrivare.

Passarono ore e ancora nessuno notizia del migliore amico. La ragazza era stanca, come anche tutti gli altri, ma doveva resistere, doveva rimanere sveglia perché da un momento all'altro poteva uscire un dottore da quella porta bianca della sala operatoria. Essa era rimasta chiusa per tanto, troppo tempo.

"Emma." Andy le strinse la mano ed Emma le fece un piccolo ma dolce sorriso. Un sorriso a cui neanche lei credeva.

"Tesoro, dobbiamo stare vicini per lui." Fu l'unica cosa che disse perché poi si bloccò.

La porta si aprì all'improvviso ed un dottore uscì da quella porta, quella porta che non si era aperta per ore.
Emma si alzò di scatto dalle gambe del suo ragazzo.

"Siete parenti del ragazzo?"

"Si, sono la sorella." Disse la ragazza velocemente avvicinandosi al medico.
Lui era abbastanza giovane, un po' di barba, occhi azzurri e capelli biondi. Aveva uno sguardo dispiaciuto, ma per cosa?

"Come sta dottore? Sta bene vero?" Sussurrò la ragazza, con il cuore in gola che le batteva velocemente.

"Ci dispiace tanto, signorina ma abbiamo fatto tutto il possibile." Quelle parole le fecero sgranare gli occhi. No. Non poteva essere vero.

"No, ditemi che è uno scherzo vi prego!" Sussurrò.

"Ci dispiace tanto, ma Lucas non ce l'ha fatta."
E furono quelle parole a far crollare completamente Emma.

NON UCCIDETEMI VI PREGO!
Cercherò di aggiornare il prima possibile.
Baci.

Twitter ||Niall Horan|| (da revisionare)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora