Sequel - 22

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Siamo ormai in auto da due ore, e non ho la più pallida idea se stiamo prendendo la strada giusta o il GPS è strano come il tipo che ce l'ha venduto. Sono molto in ansia. Odio questa parte della mia personalità. Vado in ansia per tutto, e anche quando cerco di calmarmi mi agito sempre di più.

Ho provato a chiudere gli occhi per schiacciare un sonnellino parecchie volte, ma nessuna di queste ha funzionato. Ci riprovo ancora una volta, comunque.

Chiudo gli occhi, ma non mi addormento. Dopo cinque secondi odo un clacson potente e apro subito gli occhi, sento lo strisciare delle ruote sull'asfalto bagnato - sta piovendo - e la macchina scivolare in avanti.

"Ross, attento!" urlo.

La macchina si ferma di botto, e guardo Ross.

"Oh mio Dio, scusami, scusami, non l'ho fatto apposta..." dice mettendosi le mani tra i capelli e guardando in basso.

"Che ti è successo?" chiedo preoccupata.

"Mi stavo addormentando.." risponde lui. "Stanotte non ho dormito per niente. Mi sono addormentato all'una, poi risvegliato alle due e mezza, poi riaddormentato verso le tre e risvegliato alle cinque. E poi sono rimasto sveglio, non sono più riuscito a dormire."

"Amore, come mai?"

"Pensavo allo sbaglio che ho fatto, e a te, che sei arrabbiata..."

Gli do un bacio sulle labbra.

"Perdonami." dice.

"Perdonato. Ora fermiamoci un po', hai bisogno di dormire."

Annuisce. Abbassa lo schienale del sedile e si stende. Chiude gli occhi, e in poco tempo si addormenta. Lo guardo sonnecchiare per un po' con un sorrisetto, poi sposto lo sguardo sul finestrino, e sulle goccioline di pioggia che scorrono sul vetro, lente o veloci.

Secondo il mio telefono dovremmo essere nell'Ohio. Speriamo di arrivare presto.

Ross dorme per un'ora, e durante quest'ora smette di piovere. Esco all'aria aperta e mi siedo sotto un albero. Le mie narici vengono invase dal fortissimo odore di pioggia, e il prato su cui sono seduta è ancora umido. Questo imprevisto del treno sbagliato mi ricorda il viaggio on-the-road, un po'. In viaggio per gli Stati Uniti, una lunga strada percorsa che ci ha riportati di nuovo a casa.

L'asfalto delle strade dell'Ohio difronte a me è freddo, grigio, e guardando l'insieme del panorama - il cielo grigio, la triste natura invernale - viene davvero depressione. Mi manca casa. No, in realtà non mi manca. Cioè, mi manca, ma non come vorrei che mi mancasse. Ho sempre avuto un debole per l'avventura, voi lo sapete, e quando sono fuori casa penso raramente ad essa, anche quando vorrei pensarci di più.

Dalla vecchia Twingo grigia scassata - che rende il panorama ancora più deprimente - escono Kitty e Bauer.

"Claudia, Ross dorme!" esclama Bauer.

Sorrido. "Lo so, tesoro."

"E non sei arrabbiata?" chiede la sorella.

"No. Ha sonno. Anche lui ha il diritto di dormire."

"Pensavo fossi arrabbiata con lui." continua.

"Lo ero. Cioè, no, non lo sono mai stata. Ma a volte, in una relazione - che sia d'amicizia o d'amore - devi fingere di arrabbiarti per far capire all'altro l'errore. Lo fai puramente per il suo bene."

"Che significa puramente?" chiede Bauer con il faccino interessato.

"Significa interamente." rispondo.

"Okay Claudia. Grazie per la precedente lezione, ma ora te ne do una io: non si spiega ai bambini il significato di una parola con una parola ancora più complicata." dice Kitty.

On The Road With You || Ross LynchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora