Capitolo 17 True

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L'eccitazione di una giornata iniziata malamente e terminata meravigliosamente svanisce con la consapevolezza di dover rientrare in albergo.
Varcata la soglia vedo subito Thomas, seduto nella Hall con il suo macbook intento a lavorare, decido di non disturbarlo e congedo Benson con un bacio sulla guancia.
Per fortuna Thomas non si é accorto di niente.
Entro in camera e avverto tutta la stanchezza della giornata. Mi spoglio ed entro in bagno, apro l'acqua bollente e lascio che come al solito il getto ustioni lievemente la mia pelle. È un vizio che ho da sempre, non posso farci niente.
La porta del bagno si spalanca bruscamente lasciandomi nuda e vulnerabile, in quanto le porte della doccia sono totalmente in cristallo, e quindi trasparenti.
"Dove diavolo sei stata?" Thomas urla senza porsi apparenti problemi sulla mia indisponenza.
"Possiamo parlarne dopo?" Gli dico coprendomi come posso.
"No ne parliamo adesso!" Grida passandosi una mano sui capelli.
"Sei stata con Benson?" Senza nenache darmi il tempo di rispondere aggiunge "ma certo che si" calciando la porta.
"Thomas calmati!" Grido a mia volta afferrando l'asciugamano ed uscendo dalla doccia. Solo adesso si rende conto di aver fatto bruscamente irruzione in bagno, imbarazzato aggiunge "mi.. mi dispiace, ti aspetto fuori" afferma indietreggiando verso l' uscita e chiudendosi la porta alle spalle.
Mi vesto velocemente e non mi preoccupo nemmeno di asciugare i capelli.
Questa situazione va risolta al piu presto.
"Si, ero con Benson" comincio con calma "ieri sera mi hai trattata come una stupida e insulsa alunna della tua classe, mi sono sentita umiliata! Te ne sei andato con quella bionda e hai anche passato la notte con lei. Cosa pretendi Th.." non riesco a terminare la frase.
"Ma sei forse impazzita?! Selene è la compagna di mio padre! Ho passato la notte fuori con loro per organizzare al meglio la conferenza di domani!" Ora sta davvero gridando, prima in confronto stava parlando con un filo di voce.
Ineffetti a ripensarci anche Patrick era rimasto fuori quella sera.
"E cosa intendeva quando ha detto "una delle tue studentesse?" Volevo proprio sentire la sua risposta.
Ora il suo sguardo era diverso, quasi rassegnato.
"Amanda, lo ametto, non sei la prima studentessa che porto con me in conferenza" gesticola agitato "ma nessuna ha mai dormito in stanza con me, nessuna ha mai viaggiato con me" si avvicina prendendomi la mano "non ho mai baciato nessuna, Tania è stata un errore,  non ho mai provato questo per nessuna" ora la mia mano si trova sul suo petto, all'altezza del cuore che gli batte come se avesse appena corso una maratona.
"Thomas" dico sedendomi sul letto "non so che fare.. sarò sincera con te questa volta" continuo "Benson mi piace".
Nel suo volto appare una smorfia di dolore, come se gli avessi appena spezzato il cuore.
"E io?" Mi domanda sedendosi al mio fianco e portando le labbra sempre piu vicine alle mie "io ti piaccio?".
Non sapendo cosa rispondere faccio la cosa che sono certa gli dimostrerà quello che provo, gli prendo la mano e me la porto sul petto, sul cuore, che alla sua vicinanza ha cominciato a tamburellare velocemente.
"Non posso piu trattenermi" sussurra prima di baciarmi e spingermi sul letto.
Si posiziona sopra di me e con la mano destra tenta di alzarmi la maglia.
"No". Noto la delusione sul volto "non ora, non cosi". Si alza imbarazzato per andarsene.
"Aspetta!" Gli dico afferrandolo per il braccio.
"Devo capire quello che voglio. E finché non l'avrò capito non posso piu prendere in giro ne te ne Benson".

Sembra non ascoltarmi e si dirige verso la porta, ma proprio prima di uscire si volta e mi chiede " siete andati a letto insieme?".
Non penso, non valuto, non mento.
Annuisco. Thomas esce dalla stanza sbattendo la porta, nel giro di pochi secondi mi tornano in mente tutti i bei momenti passati con lui ( anche se pochi) e le emozioni che ho provato quando credevo che non avrei trovato nessun'altro come lui.
Alla fine lui ha avuto tempo per capire cosa voleva da me, nel frattempo è andato a letto con Tania, piu e piu volte, mentre io ero nel mio appartamento a piangere.
Anche io voglio il mio tempo, me lo merito e me lo prenderò.

...

Presa dai miei pensieri non riconosco subito la suoneria del mio cellulare.
Salto giu dal letto e quasi non mi rompo la testa inciampando sulla cassapanca ai suoi piedi.
Alla vista del nome sul display il cuore mi si ferma. Decido di rispondere.

-Pronto? - riesco a dire con un filo di voce.

-Mandina! Come stai tesoro?- la domanda mi viene posta con troppo entusiasmo vista la persona che sta all altro capo della cornetta.

-Sto bene mamma..- rispondo confusa.
I miei non mi chiamavano mai, il massimo dei nostri contatti lo si aveva a natale quando mi mandavano un sms con scritti i soliti auguri che si inoltrano a tutta la rubrica.

- Scusa se non ti abbiamo chiamata dopo l'incidente.. ma siamo stati impegnati-
Impegnati a far cosa poi? Qualche ricevimento lussuoso nel loro stile immagino, uno di quelli in cui erano abituati a ostentare tutta la loro ricchezza.
-Non importa. Perché hai chiamato?-

-Ho chiamato tuo fratello per confermagli il nostro arrivo la settimana prossima ma non risponde, quindi mi chiedevo se potessi confermaglielo tu per me- chiede imbarazzata, rendendosi conto di non potermi chiedere favori dopo il modo in cui sono stata trattata in questi anni.

 Il peggio è venire a conoscenza della notizia che tra una settimana dovrò vederli.
-Ok..- mi limito a rispondere.
-Grazie mindina, sai siamo cosi eccitati all'idea di diventare nonni e di conoscere Sam che non vediamo l'ora di arrivare

 Nonni??? Sam è incinta?? 

Non faccio in tempo a dare il via alle domande che mia madre mi liquida con un "ci vediamo settimana prossima cara".

Non posso credere che Jack l'abbia detto prima ai miei che a me.. come ha potuto farmi questo?
Stremata fisicamente e psicologicamente mi metto sotto le coperte, e prima di dormire mando un messaggio a Jack.
Come hai potuto dirlo prima a loro?

GIRL WOOED - CONTESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora