No, è deciso oggi non vado.
C'è una giornata bellissima, decido di andare a fare una bella corsetta al parco, quindi apro l'armadio e cerco quel completino della nike nero e fucsia che avevo comprato quando avevo deciso di rimettermi in forma, sfortunatamente la mia pigrizia aveva avuto la meglio e quindi non l'avevo mai spianato, avevo provato più volte a iscrivermi in palestra, "il pilates è miracoloso" dicevano, ma non per me.
Infilo i vestiti, faccio una treccia a lisca di pesce, indosso le scarpe e prendo le cuffiette da collegare all'ipod. Mi guardo allo specchio prima di uscire e sembro quasi una persona atletica, ripeto e sottolineo, quasi.
Ho sempre avuto qualche para riguardo al mio aspetto fisico, non sono certo magra come Cara Delevingne ma neanche formosa come Kim Kardashian. Ho un po di seno e un sedere piuttosto sodo, grazie ai corsi di pallavolo che frequentavo in giovane età, ora però ho anche un po' di pancetta che odio mostrare d'estate in costume motivo che mi spinge oggi a fare un po di attività fisica.
La ferita per Thomas è ancora aperta e non pensarci sta diventando quasi impossibile. Imposto al massimo la musica dell'ipad e comincio a correre, veloce, sempre più veloce. La rabbia, la delusione mi danno una carica che non ho mai avuto, tant'è che non mi rendo nemmeno conto di aver terminato il percorso al parco. Senza rendermene conto attraverso la strada, la musica al massimo non mi consente di sentire nient'altro se non Ed Sheeran, pochi secondi dopo il buio.
"Amanda, tesoro svegliati ti prego" qualcuno mi sussurra all'orecchio.
"Amanda non devi mollare" continua..
Finalmente apro gli occhi, impiego qualche secondo per mettere a fuoco.
Jack? Ma che cavolo ci fa qui. Ma qui dove poi?
"Jack, sto.. sto bene" riesco a dire con un filo di voce quando mi rendo conto che al mio fianco c'è mio fratello.
"Oh Mandi ti sei svegliata!!" urla e scoppia in un pianto. Mi guardo subito intorno e ovviamente dei miei genitori neanche l'ombra.
"Cos'è successo?" domando preoccupata.
"Sei stata investita tesoro, avevi le cuffiette e non ti sei resa conto della macchina che stava arrivando" afferma con le lacrime agli occhi.
"Mamma e Papà l'hanno saputo?" gli chiedo.
"Si, ecco loro non sono riusciti a venire.." mi risponde dispiaciuto.
"Capisco" sospiro. Non si sarebbero degnati di venire neanche se fossi morta.
"Ora devo andare, l'orario delle visite è finito, domani mattina vengo a prenderti e ti porto a casa" asserisce messo alle strette dall'infermiera.
"Va bene" annuisco. Jack mi bacia sulla fronte e se ne va, resto sola. Non posso fare a meno di pensare a Thomas, ma che diavolo di problema ho?
Mi alzo portandomi dietro la flebo e guardandomi allo specchio noto dei grossi lividi su tutto il viso, un grosso cerotto sulla fronte, il gomito fasciato e un cerotto sul mento.
Poteva andarmi peggio, mi dico.
Ho ancora la treccia ma non c'è traccia del mio completino che è stato sostituito da un camice bianco.
Sul comodino vedo il mio telefonino, il vetro è tutto crepato e ci metto poco a constatare le pessime condizione dell'ipod che presumo sia da buttare.
Accendo il cell e vedo subito 4 chiamate perse da Carli. Un messaggio da Chris e poi noto che C'è una quinta chiamata, Thomas Stevens.
Rimango a fissare il display per qualche secondo, poi il telefono si spegne, batteria morta.
Mi sdraio a letto e cerco di dormire un po, per tutta la notte il via vai di infermiere non mi consente di dormire, verso le 5 del mattino finalmente cado in un sonno, leggero, ma pur sempre sonno.
Vengo svegliata dalle infermiere che mi avvisano dell'arrivo di mio fratello. Preparo la borsa con i vestiti che Jack mi ha portato e ci trovo dentro il completino della nike ridotto malissimo, tutto strappato.
Infilo una tuta che ho trovato nella borsa e mi avvio verso l'uscita.
Arrivati a casa Jack insiste per accompagnarmi fino in casa, ma lo convinco a non farlo, voglio restare da sola e non ho voglia di parlare con nessuno.
Mi infilo nell'ascensore e premo il pulsante, quando le porte si aprono rimango pietrificata.
Seduto per terra davanti alla porta del mio appartamento c'è Thomas. Mi fissa con un'aria scioccata.
Si alza all'improvviso, cercando di ricomporsi il più velocemente possibile e mi viene in contro, si ferma pochi centimetri di distanza da me e poi mi abbraccia.
Il mio cuore batte a mille, non so come reagire, non riesco a reagire.
"Stai bene?" mi chiede con un filo di voce.
"Si, mi hanno.." non riesco a terminare la frase, mi interrompe.
"Ti hanno investita. Ho incontrato la tua amica in facoltà e stava piangendo disperata, mi ha detto tutto."
"Da.. da quanto sei qui?" balbetto.
"Da ieri, appena ho saputo sono corso qui".
Mi sento le gambe molli e le farfalle nello stomaco. Afferro la borsa e cerco di sorpassarlo per entrare in casa, lui mi blocca.
"Aspetta! ti aiuto!" dice freddo.
Mi prende la borsa dalle mani e mi accompagna dentro casa.
E' una situazione surreale, Thomas in casa mia. E questa volta sono cosciente.
"Hai fame? posso cucinarti qualcosa se vuoi.." mi dice preoccupato cercando la cucina.
"No, non voglio niente. Io non capisco, pensavo mi odiassi e ora sei qui e ti offri di farmi da mangiare, io.. io non capisco".
"Amanda mi dispiace per il nostro diverbio, sono stato uno stronzo. E' ovvio che non pensavo quello che ho detto, non sei solo una delle mie studentesse, direi che è evidente.. sono qui con te."
Non so cosa rispondere, non so cosa intenda con queste parole quindi resto in silenzio.
Vedendomi spiazzata aggiunge "senti, lo so che sei confusa, lo sono anche io. Quando ho saputo dell'incidente mi sono sentito mancare, non so perché. So di essermi affezionato a te però".
"Affezionato a me e a Tania mi pare di capire. Se pensi che così facendo riuscirai a infilarti nel mio letto hai capito male" le parole mi escono dalla bocca senza che io riesca a controllarle.
Thomas scoppia in una risata, piuttosto forzata e alquanto isterica.
"A parte che quel che faccio con Tania non è affar tuo e poi non verrei mai a letto con te non sei il mio tipo" afferma ridendo.
Resto spiazzata e piuttosto seccata, lui lo capisce.
"Amanda.. non intendevo.." cerca di giustificarsi ma lo interrompo.
"Vattene!" grido. Non si muove. "Vattene!!" grido più forte e questa volta le lacrime mi rigano il viso.
Thomas si volta, ha un viso triste. Va verso la porta, si gira e mi fissa un'ultima volta, poi se ne va.
Non posso credere che l'abbia detto davvero. Allora perché è venuto fin qui se non gli piaccio?
Mi tormento di domande tutto il giorno, ignoro le chiamate dei miei e di Carli, odio tutti, non voglio più sentire nessuno.
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GIRL WOOED - CONTESA
RomansaAmanda e Thomas provengono da due mondi diversi.. Lei alle prese con l'università, lui uomo in carriera.. Il loro primo incontro promette male. Odio, amore in continua contrapposizione tra loro. Si rincorreranno a lungo per poi ritrovarsi e lasciars...