Pov's Thomas
E' stata una decisione difficile, per settimane ho cercato di valutare i pro e i contro di quel dannato matrimonio. Alla fine avevo deciso di non partecipare senza però tener conto del fatto che avrei dovuto dare una qualche motivazione a mio padre - e anche a Lizzy - e non ne avevo.
Così mi ritrovo a Roma, nello stesso albergo in cui avevo alloggiato quando Amanda mi aveva aggredito in mezzo alla strada scambiandomi per un maniaco. La stanza è diversa ma tutto mi ricorda lei, il modo in cui dormiva beata tra le coperte abbracciata al mio cuscino e la sensazione di tristezza quando ho dovuto lasciarla li da sola il giorno seguente. Ancora mi pento di quella scelta.
Ero deciso a non partecipare all'addio al celibato, avrei turbato Ben e probabilmente avremmo finito col litigare di nuovo, quindi ero deciso a partecipare al matrimonio, accomodandomi nell'ultima fila e restando nell'ombra il più possibile.
Ancora una volta l'autorità di mio padre mi ha spinto a cambiare i miei piani, costringendomi ad andare anche a quella stupida festa. Prendo uno dei due vestiti eleganti che mi sono portato e indosso solo la giacca, abbinata ai jeans neri e con una maglia bianca. Non voglio sembrare troppo formale, almeno non stasera.
Durante tutto il tragitto non faccio altro che pensare a qualcosa da dire a Benson, voglio scusarmi, ma solo per la soffiata che ho fatto a mio padre, non mi scuserò per aver amato la sua stessa ragazza. Comunico l'indirizzo datomi dalla mia assistente a Josh, è sempre un piacere averlo al mio fianco, fin da piccolo è sempre stato lui a portarmi in giro e a seguirmi per i miei viaggi, non so come farò quando andrà in pensione. Ricordo ancora quando mi veniva a prendere a scuola, tutti i miei amici usciva correndo verso le proprie madri e padri mentre io e Ben correvamo in contro a lui, abbracciandolo affettuosamente e tirandogli per scherzo i lunghi bassi che portava al tempo, ora finalmente si è deciso a tagliarli. E' stato come un secondo padre, destreggiandosi magnificamente tra me e mio fratello e i suoi due figli, Mila e Bart. Spero ci siano entrambi al matrimonio, mi farebbe molto piacere scambiare qualche chiacchiera con loro penso.
Arrivato a destinazione mi ritrovo davanti a un pub irlandese, alquanto strano trovare un locale del genere a Roma e sopratutto non ricordavo che a Benson potesse piacere un posto così. All'entrata mi ritrovo davanti due uomini sulla sessantina completamente ubriachi con un boccale di birra in mano, intenti a cantare l'inno d'Italia, sporchi e bagnati dalla testa ai piedi, per fortuna non ho indossato l'intero completo elegante, sarei stato piuttosto inappropriato. Entro dentro cercando di non sfiorarli neanche con dito, tutto questo basta già a farmi pentire nuovamente di essere venuto.
Comincio a guardarmi intorno e non riconosco nessun viso familiare, mi siedo al bancone e ordino un boccale di birra anche io.
"Cosa ci fa qui un uomo così raffinato come te?" mi domanda la barista porgendomi il boccale e indicando i miei indumenti, che fino quel momento avevo ritenuto informali, forse non lo erano abbastanza "quello faresti bene a metterlo via, qui spariscono molte cose" mi suggerisce indicando il mio rolex e poi le persone alle mie spalle intente a fissarmi. Sembra molto giovane, invecchiata però dal trucco pesante e dalla miriade di tatuaggi sulle braccia.
Fisso il mio orologio, lo prendo e lo infilo in tasca sperando di non perderlo.
"Sono qui per un addio al celibato" rispondo portando il boccale alla bocca e ingurgitando buona parte della bevanda, stavo morendo di sete.
"Che io sappia qui questa sera non c'è nessun addio al celibato" come al solito quella poco di buono della mia assistente non è stata in grado neanche di darmi l'indirizzo corretto, credo sia ora di licenziarla.
"Però c'è un addio al nubilato, e pare si stiano divertendo parecchio" ride indicando qualcosa alle mie spalle con la mano completamente tatuata.
Mi giro incuriosito dalla risata della barista, non vedo molto bene fino a quando le luci che girano sul soffitto non si soffermano proprio in quel punto.
Mi alzo lasciando il boccale mezzo pieno sul bancone e ignorando completamente le parole della barista, mi sento come un sonnambulo, non capisco più niente dopo averla vista. Le vado in contro fino a trovarmi molto vicino a lei. Bruscamente si gira e mi arriva completamente addosso.
"Ancora?Tu non sei lui" mi urla in faccia prima di sferrarmi un calcio tra le gambe, ciao anche a te Amanda.
Mi accascio sul pavimento sudicio e sporco della pista e spero che tutto questo sia solo un brutto incubo. Carlotta e una ragazza che non avevo mai visto mi aiutano ad alzarmi e mi accompagnano verso il retro del locale, Amanda ci segue scortata da Samanta, deve essere parecchio ubriaca perché a malapena si regge in piedi.
"E tu cosa diavolo ci fai qui?" mi domanda quella vipera di Carlotta, non mi era mai piaciuta.
"Mi hanno dato l'indirizzo sbagliato" mi lamento sedendomi e massaggiandomi tra le gambe, sperando che questa fitta cessi al più presto.
Amanda mi fissa pietrificata, deve aver capito che sono io. Cosa voleva dire con "non sono lui?" forse che non sono Benson e che non sono la persona che ama?
"Potreste lasciarmi qualche minuto solo con lei?" domando alle ragazze che sembrano acconsentire tutte, tranne la vipera ovviamente, che si mette davanti alla sua amica incrociando le braccia in segno di sfida.
"Carli andiamo dai!" la trascina via Samanta, lei si che è una persona per bene.
Quando sono rientrate mi alzo dal muretto mugolando dal dolore, mi fa ancora molto male. Mi siedo di fianco a lei, non troppo vicino.
"Mi dispiace, prima ho scambiato un altro per te e se ne stava approfittando" confessa facendo qualche secondo di pausa tra una parola e l'altra e appoggiando la testa al muro dietro di lei.
"Ti senti bene?" le domando vedendola in procinto di crollare da un momento all'altro.
"Si, bene" dice alzandosi e mettendosi di fronte a me, scostando le mie gambe e mettendosi nel mezzo. Unisce la sua fronte calda alla mia, facendo così toccare i nostri nasi, è così vicina che sento l'odore dell'alcol entrarmi nella testa e capisco subito il motivo della sua instabilità. Mi passa prima una mano sulla guancia, poi con un dito, comincia a disegnare il contorno delle mie labbra. Quanto ti voglio Amanda.
Quando sta per un unire le sue labbra alle mie la fermo, prendendola per le spalle e spingendola delicatamente indietro, la voglio con tutto me stesso, ma non così. Domani potrebbe svegliarsi e pentirsi di tutto questo e io ne soffrirei ancora di più.
Mi fissa per un'istante, poi mi ricade addosso a peso morto, la afferro tra le braccia e la prendo in braccio.
"Adesso ti porto a casa" la rassicuro dandole un bacio sulla testa. Non risponde.
La adagio sul sedile di fianco a me, facendola sdraiare in modo che la sua testa appoggi sulle mie ginocchia, prendo la sua borsa e cerco il suo cellulare. Lo trovo, entro nei messaggi e mi sforzo di non entrare nella chat "Amore", so che farei del male a me stesso se lo facessi. Mando un messaggio a Samanta, se lo mandassi a Carlotta potrebbe uccidermi questa notte stessa.
E' svenuta, la porto a casa io. Thomas
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Ed ecco il 45 Capitolo, Amanda e Thomas si sono finalmente rivisti.
Secondo voi come andrà a finire la serata/nottata?
Secondo voi Thomas farà annullare il matrimonio?
Secondo voi Amanda metterà in discussione la sua scelta?
Ma cosa ancora più importante.
Carlotta ucciderà Thomas una volta scoperto che è stato lui a portarla a casa?
Come al solito vi chiedo di farmi saper cosa ne pensate con un commento. Grazie a tutte le ragazze che mi seguono sempre. Baci
Virgi
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GIRL WOOED - CONTESA
RomanceAmanda e Thomas provengono da due mondi diversi.. Lei alle prese con l'università, lui uomo in carriera.. Il loro primo incontro promette male. Odio, amore in continua contrapposizione tra loro. Si rincorreranno a lungo per poi ritrovarsi e lasciars...