Capitolo 32 New Friend

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Il pianto di Lea mi sveglia dal piacevole sonno che avevo finalmente trovato. Mi alzo ancora addormentata e cerco la luce della lampadina, la accendo.

"Vado io, dormi" Ben mi tira per un braccio facendomi sdraiare nuovamente a letto, mi stampa un bacio dolce sulle labbra e si alza.

Da quando é nata la bambina si é preso le sue responsabilità, ha preso un appartamento per tutti e tre a Roma e ha convinto suo padre a farlo lavorare nella sede della loro azienda che c'è qui.

Sono passati solo 4 mesi ma tutto sembra trascorrere per il meglio, pochi giorno dopo il mio parto è toccato a Sam, che ad essere sinceri se l'è cavata molto meglio di me. Hanno discusso a lungo riguardo al nome, che di certo non è nato spontaneamente come quello di Lea. Alla fine l'hanno chiamata Mia, e sono certa che lei è mia figlia saranno ottime amiche, inoltre sono sollevata nel sapere che anche lei avrà la fortuna di avere un'ottima migliore amica e una famiglia sempre presente.

Dopo che io e Ben siamo andati a vivere insieme tutto è andato in discesa, anche se all'inizio la situazione era un po' imbarazzante, non c'erano contatti tra di noi e a stento parlavamo, sopratutto dopo che gli ho raccontato di suo padre. Poi una sera mentre guardavamo un film insieme ci siamo avvicinati. É successo tutto naturalmente, come se ci fossimo ritrovati. Abbiamo conversato a lungo e ci siamo confidati, da li abbiamo deciso di provare a stare insieme.

Di comune accordo abbiamo deciso di non dirlo a Thomas, lo feriremmo a morte. Ben lo avrebbe tradito e io, be io gli avrei spezzato il cuore, anche se lui di certo non é stato uno stinco di stanco. Per quel che ne sapeva Thomas suo fratello era in Italia per lavoro. In tutta questa perfezione c'e un problema, non amo Benson. Ho provato e riprovato e provato ancora ad amarlo e a volte ho anche pensato di esserci riuscita ma in realtà mi ricorda solo tanto la persona che amo veramente, Thomas. Forse tutte queste somiglianze mi costringono ad accettare una versione più facile di quello che vorrei. Di certo non vivo senza sensi di colpa, mi logoro, mi torturo, ma non posso cambiare le cose al momento. Non posso lamentarmi. Ho una famiglia.

"Si è riaddormentata" mi annuncia Ben infilandosi sotto le coperte del nostro letto.

Non rispondo, faccio finta di dormire, dandogli le spalle. Si avvicina sempre di più a me e mi avvolge un braccio attorno al seno, sento il suo respiro caldo sul collo e poco dopo anche qualche bacio delicato che mi fanno sentire allo stesso tempo amata e in colpa.

"Ti amo" sussurra. Non posso dirgli lo stesso. Continuo a fingere di dormire finché non lo sento addormentarsi.

....

La sveglia suona, sono le 7 ma io sono già sveglia, non ho dormito molto, i pensieri e le voci nella mia testa si stanno facendo sempre più insistenti e mi giudicano.

Mi alzo come ogni mattina, da quando ho lasciato l'università la mia vita è piuttosto monotona e non di rado sento un po' di solitudine.

Preparo la colazione per Ben e per me e poi vado a svegliarlo.

"Ben, sono 7.30" gli sussurro accarezzandolo dolcemente, non lo amo ma gli voglio comunque molto bene e apprezzo quello che sta facendo, per lui sarei comunque disposta a tutto, lui lo é sempre stato per me.

Mentre beviamo il caffè e guardiamo le notizie al telegiornale sento il pianto di Lea che puntuale come ogni mattina alle 8 si sveglia. La prendo in braccio e la allatto, in camera, lontano da Ben nonostante mi abbia già vista a NY mi vergogno lo stesso. Da quando è venuto a vivere qui tra di noi non è successo niente, un po' per via del parto recente e un po' perché non me la sento ancora. Solo qualche bacio affettuoso, niente di più.

GIRL WOOED - CONTESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora