Capitolo 4 Shopping

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Mi sveglio in preda al panico, alzo di colpo la testa e me ne pento subito, un dolore terrificante mi costringe a ricadere sul cuscino. Come un ago che mi trafigge la fronte. Provo a rialzarmi ma questa volta con calma, non so come sia successo ma mi ritrovo nel mio letto, indosso ancora il vestito e non so come sono arrivata a casa.

Improvvisamente ricordo di essere stata soccorsa da Stevens e quasi mi manca il respiro quando ripenso ai suoi occhi. Ma cosa diavolo ci faceva lì? Mi guardo intorno in cerca della mia borsetta, ho intenzione di chiamare Carli e dirgliene quattro, mi accorgo di un bigliettino sul comodino, lo leggo.

Sei bella quando dormi, riprenditi presto. Thomas

Non so se piangere al pensiero che mi abbia vista in quelle condizioni o gioire del complimento che mi ha rivolto. Prendo il telefono e trovo sette chiamate perse da Carlotta, decido di non richiamarla, spengo il telefono e mi infilo sotto la doccia.

L'acqua calda mi aiuta a pensare, al pensiero di Samuel che mi spinge contro il muro mi scende una lacrima, non so come sarebbe andata a finire se Thomas non mi avesse soccorsa. Non ricordo nulla, non so come abbia fatto a trovare il mio appartamento, arrossisco al pensiero di lui che mi porta in braccio fino al letto.

Chissà per quanto tempo è rimasto ad osservarmi mentre dormivo.

Esco dalla doccia e come al solito noto il rossore su tutto il corpo, non posso farci niente amo l'acqua bollente e questa volta ho lasciato che lavasse via i ricordi della brutta serata, come un disinfettante. Impiego dieci minuti ad asciugare i capelli, infilo il pigiama e mi rimetto sotto le coperte, per fortuna è sabato quindi nessuno mi impedisce di trascorrere l'intera giornata a letto.

Poco dopo mi addormento. Al mio risveglio sono le sei del pomeriggio e sento il picchiettio della pioggia contro la finestra, ne sono felicissima, amo la pioggia e la tranquillità che mi da, la trovo estremamente rilassante.

Prendo il telefono e trovo tre messaggi di Carli.

Mandi mi dispiace, sei ancora arrabbiata? Quando sono arrivata il professor Stevens ti stava portando alla sua macchina, mi ha chiesto dove si trovasse il tuo appartamento.

Sono davvero mortificata non avrei dovuto lasciarti sola, ti prego, sto impazzendo.

Dimmi almeno che stai bene!!!

Decido di non risponderle, sono certa del fatto che sia davvero dispiaciuta ma questa volta non posso fargliela passare tanto facilmente, voglio che si preoccupi e che capisca la gravità del suo gesto.

Scorrendo i numeri nella Rubrica trovo il numero di mio fratello e lo chiamo.

"Ciao Mandi!" grida con un' esaltazione che non mi aspettavo.

"Ciao Jack! come stai?" cerco di sembrare altrettanto esaltata.

"Io sto bene e tu? Sei ammalata? hai una voce strana!" decido di confermare la sua ipotesi, non mi sembra il caso di metterlo al corrente del mio post-sbornia.

"Si credo di essermi presa qualche virus" ammetto restando sul vago e aggiungo "e Samanta come sta?" non amo alla follia la moglie di mio fratello, non ho mai avuto modo di instaurare un rapporto con lei, però con me è sempre stata molto gentile e devo ammettere che è stata più presente lei dei miei genitori.

"Sta bene, chiede spesso di te e sarebbe felice se il week-end prossimo venissi a trovarci, la stanza degli ospiti è sempre libera per te lo sai!", constato che potrebbe solo farmi bene staccare un po da questa città, e poi ci sono tante cose da visitare a Roma. Accetto ma non lo confesso a mio fratello, non so perché ma non voglio dargli questa soddisfazione, o forse non voglio darla a Sam.

GIRL WOOED - CONTESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora