Capitolo 27 Pregnant

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Anche se non sono riuscita ad ammetterlo a Carli, so benissimo di chi sono incinta. 

Con Thomas, l'unica volta che siamo finiti a letto insieme abbiamo usato ogni precauzione, cosa di cui non sono per niente certa con Benson, la notte in cui ci siamo ubriacati.

"Signorina Valli?" 

"Si, sono io"

"Prego, si accomodi" mi invita la dottoressa ad entrare nell'ambulatorio.

"Si tolga la maglietta e si stenda sul lettino" mi dice dolcemente.

"Il gel è un po' freddo" afferma vedendo la mia reazione dopo avermelo spalmato.

"Allora, ancora è un po' presto e non si riuscirà a vedere molto bene" annuncia "lei è di circa tre settimane, se guarda in questo punto però, riesce già a vedere qualcosa".

Alla vista di quell'esserino così piccolo mi si stringe il cuore, non ho ancora pensato al da farsi ma ero molto orientata verso l'aborto, cosa che adesso non mi sento più di fare.

"Allora vorrebbe un maschietto o una femminuccia?" mi domanda.

"Oh, non importa, non lo terrò" 

"Non deve deciderlo adesso, magari prima dovrebbe parlarne con il padre" e al mio incupirmi capisce subito la situazione.

"Amanda" dice sedendosi al mio fianco "capisco che la situazione sia più complicata del previsto, per qualsiasi cosa non esiti a chiamarmi" afferma porgendomi il suo bigliettino da visita.

Uscita dall'ospedale ripenso alle parole della dottoressa e al quel piccolo esserino che sta crescendo dentro di me, e mi rendo conto che sarebbe da egoista decidere tutto senza parlarne con Ben, così decido di mandargli un messaggio.

Ben, chiamami il prima possibile, c'è una cosa importante di cui dobbiamo parlare.

Pochi istanti dopo ricevo una chiamata proprio dal suo numero, il che mi lascia parecchio stupita, ma anche felice allo stesso tempo, considerando che è tanto che non lo sento.

-Ben! finalmente- 

-Chi sei?- una voce femminile mi lascia spiazzata

-Chi sei tu? dov'è Benson?- le domando piuttosto scocciata.

-Io sono la sua fidanzata e Ben è sotto la doccia, chi lo cerca?-

A quelle parole non so più cosa rispondere e butto giù. La situazione è bruttissima. Sono incinta del fratello dell'uomo che amo, e in più ne è all'oscuro e fidanzato, mentre io sono qui, sola.

Finalmente arrivo a casa, voglio solo buttarmi a letto e restarci tutto il giorno. I miei piani vengono stravolti quando le porte dell'ascensore si aprono.

"Thomas.." la mia voce esce quasi come un sussurro. E' seduto appoggiato con la testa alla porta del mio appartamento. E' bellissimo. Non è vestito elegante come al solito, al contrario indossa una tuta con la felpa e il cappuccio tirato su.

"Possiamo parlare?" mi domanda alzandosi

"Certo" gli dico superandolo e aprendo la porta di casa, sentendomi il suo sguardo addosso.

"Allora.." comincia sedendosi sul divano e invitandomi a fare lo stesso.

"Credo sia giusto che tu sappia la verità" comincia cercando il mio assenso con lo sguardo.

"Credo anche io" gli dico sedendomi, a distanza da lui.

"Prima di tutto, ci tengo a scusarmi. So di aver sbagliato, so di averlo fatto tante volte e di essermi scusato per poi comportarmi peggio. Mi dispiace! Volevo umiliarti come tu avevi fatto con me andando a letto con Ben". A quelle parole un brivido mi percorre la schiena, all'idea di essere incinta proprio a seguito di quella serata.

"Continua" gli dico.

"Non sono venuto qui per parlare di questo. Ma per spiegarti cosa è successo quella sera a Londra a Benson" e terminata quella frase si alza camminando avanti e indietro per la stanza.

"Bene, come sai, quella sera Ben è uscito con quella ragazza, Catrina. Lei lo ha portato in un locale, lo ha fatto ubriacare e l'ha convinto ad assumere una pasticca di droga. Dopo, l'ha derubato e l'ha lasciato da solo al locale" sento le lacrime rigarmi il volto e il senso di colpa aumenta, se solo fossi rimasta con lui..

"E' riuscito a chiamare un taxi ed è tornato in albergo, poi tu l'hai trovato" e al ricordo di quei momenti rabbrividisco, il suo viso pallido, la sua voce debole.

"Quando mio padre l'ha saputo è partito subito per Londra, l'ha portato  via subito incolpandoti di tutto e minacciandolo che se avesse osato parlarti ancora gli avrebbe tolto l'azienda. La stessa minaccia l'ha rivolta a me, per quello non hai più avuto nostre notizie. Ieri sono tornato in Italia e oggi sono venuto subito da te" conclude sedendosi sul divano.

Ora tutto aveva un senso, e ora sapevo per certo che Ben non avrebbe mai dovuto sapere della gravidanza o gli avrei rovinato il futuro.

"Ora dovresti andare, non mi sento tanto bene" ammetto in lacrime, sentendo la testa girare.

Senza dire una parole Thomas si alza e va verso la porta, ma proprio prima di uscire aggiunge "C'è un'altra cosa che sono venuto a dirti" dice guardandomi negli occhi nervoso "so che è tardi, ma è giusto che tu lo sappia, ti amo anche io Amanda" aggiunge prima di chiudere la porta  e andarsene.

...

Chiamo Carli e le racconto tutto.

"Glielo devi dire Mandi!" mi rimprovera Carli.

"Non posso! gli rovinerei il futuro, suo padre gli toglierà l'azienda, non posso fargli questo"

"E come pensi di fare? Quando il pancione diventerà visibile Thomas in università lo noterà e prima o poi sarai costretta  a dire la verità" sentenzia.

"Non so ancora se lo terrò" mento.

"Oh, avanti Amanda, non hai il coraggio di uccidere una zanzara, figuriamoci un bambino!" come al solito Carli ha ragione, ha sempre ragione.

"Studierò da casa e eviterò Thomas, non appena il bambino nascerà lo darò in adozione"

"Tu lo ami e così lo perderai" afferma la mia amica.

"Se mi ama come dice, mi aspetterà" non sono convinta neanche io di questa cosa, ma in questo momento ho bisogno di credere che sia così.

"Andrò a stare da Jack e Sam, loro sapranno come aiutarmi considerando che anche Samanta è incinta". 

Vedendo lo sguardo lucido negli occhi della mia amica aggiungo "potrai venire a trovarmi tutte le volte che vorrai!"

"Ti voglio bene Mandi" dice Carli prima di abbracciarmi.

"Ti voglio bene anche io" le dico prima di scoppiare entrambe a piangere.

Restiamo qualche minuto cosi, abbracciate, unite, adesso, più che mai.


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