"Addio Padmé."

2.6K 127 15
                                    

"Padmé,non pretendo tu capisca quello che sto facendo,non pretendo tu mi perdoni per tutto il male che ho fatto e che farò.
Voglio solo tu sappia che è per te,per salvarti.
Io non ti perderò,te lo prometto."
Questo pensava Anakin mentre uccideva tutti quei bambini che lo credevano un esempio,questo si ripeteva mentre uccideva tutte le persone alle quali il male aveva promesso la pace,perché loro questo avevano chiesto.
A loro era stata promessa la pace e si erano fidati.
Esattamente come era accaduto a lui.
Lui si era aggrappato alla falsa speranza che gli era stata data,gli avevano offerto la salvezza dell'unica persona che amava così tanto da rischiare tutto.
Ma a quale prezzo?
Tutto ha un prezzo ma quando si tratta della persona che si ama la cosa è irrilevante,non è così?
Qual'è il numero massimo di vittime innocenti da poter fare?
Esiste un limite,e se c'è quale è?
Qual'è la causa per la quale vale la pena segnare il destino delle altre persone e del mondo intero in base al nostro potere nei loro confronti?
Una volta salito sulla nave queste domande sparirono dalla mente di Anakin.
Aveva un solo pensiero,Padmé.
Era arrivato sulla Morte Nera,luogo di incontro con Darth Sidious,nonché sua nuova casa e il suo sguardo era fisso sui pianeti e sulle stelle fuori dalla base.
Cercava di intravedere tra le stelle e i pianeti,Naboo,il pianeta di Padmé.
Sperava di vederlo,così l'avrebbe sentita più vicina a lui.
Durante il suo arrivo tutti si erano inchinati ai suoi piedi come se fosse la massima autorità presente e lui non vi era abituato.
Di solito toccava a lui inginocchiarsi ai suoi Maestri Jedi,per tutta la sua vita fu lui a dover portare rispetto e obbedire agli ordini che gli venivano dati,era nato come schiavo a Tatooine e da allora la sua più grande ambizione era di non dover più sottostare a nessuno ma che fossero gli altri a sottostare a lui.
Nessuno ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi,molti perché gli era stato ordinato,altri come segno di completa disponibilità e altri perché invece avevano paura.
Sapevano esattamente cosa aveva fatto prima di arrivare lì,sapevano chi era e quanto fosse potente.
Gli indicarono la sua stanza e lui ci entrò.
Una volta solo si guardò attorno analizzando attentamente tutto ciò che lo circondava.
Vide lo stretto necessario;un letto e uno specchio.
Le pareti erano nere e terminavano in un'ampia vetrata che si affacciava sulla galassia.
La stanza era spoglia più di quanto avesse immaginato,non c'era nulla,era solo una grande stanza vuota.
Un po come lui che si sentiva vuoto,come se gli mancasse un pezzo.
Preso da un improvviso malessere,si sentì stringere in gola come se non riuscisse più a respirare e si buttò sul letto.
Una volta seduto,avvertì un dolore al cuore,come se qualcuno stesse urlando rinchiuso al suo interno.
"Non può essere" pensò,mentre sentiva le urla disperate di Padmé nella sua testa,la vedeva crollare sulle ginocchia mentre le lacrime le scorrevano senza sosta sul volto.
Improvvisamente le urla finirono e pensò che anche il suo dolore fosse passato ma un urlo ancora più forte rimbombò nella sua testa.
Si portò le mani ai capelli e trattene il respiro per non urlare.
Era ancora lei,sentiva la sua voce,però questa volta l' urlo lo trafisse come un colpo dritto al cuore.
Si alzò e facendo fatica arrivò difronte allo specchio tendendosi al muro per non cadere e quando alzò gli occhi si vide.
Vide che suoi occhi erano dorati e neri,il dorato racchiudeva il nero,si guardò attentamente ma non si riconobbe e preso da uno scatto d'ira diede un pugno nello specchio mandandolo in frantumi proprio come se stesso.
Si allontanò velocemente guardando il vetro cadere ai suoi piedi e quasi correndo arrivò alla vetrata.
Appoggiò la mano al vetro e iniziò a chiuderla come per volerlo rimpicciolire e strapparlo via.
Sentiva che qualcosa stava prendendo il sopravvento su tutto,perfino su lui stesso.
Ma prima che fosse in grado di rendersi conto di cosa fosse,qualcuno alle sue spalle parlò.
"Benvenuto,Dart Fener"
"Mio Maestro,sono al vostro servizio"
Rimase a guardare fuori dal vetro per qualche altro secondo prima di chiudere gli occhi.
Fece un respiro e una volta riaperti erano neri,il dorato era sparito.
Erano neri come l'oscurità che lo circondava.

The Chosen One [Da Revisionare]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora