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«Si ok ma scusi, lei chi sarebbe?» Domanda mia madre all'uomo, togliendo le sue braccia dalle nostre spalle.

«Venite con me, mi manda Mendes»

Al suono di quel nome il mio cuore sussulta, e in due secondi mi ritrovo a seguire la guardia senza nemmeno accorgermene.
Sono un po' delusa perché credevo che sarebbe venuto Shawn in persona a prenderci, ma non riesco a smettere di sperare che spunti fuori da un momento all'altro.
Altrimenti perché mi avrebbe mandato la foto dell'aeroporto?

Altri 4 uomini compaiono da non so dove, e si caricano in spalla tutte le nostre valige, uscendo poi dalla porta principale.
Prima di andarsene, uno degli uomini lascia alla guardia che ci ha trovate un paio di felpe scure con un grande cappuccio.

«Seguitemi» Ci incita la guardia, salutando il suo collega che se ne va con l'ultima delle mie borse.

Arriviamo davanti al bagno pubblico delle donne.
Mia madre sembra piuttosto seccata da questo giochetto.

«Bene, signore entrate lì dentro e mettetevi queste, vi aspetto qui.»

Prendo anche la felpa di mia madre e la trascino nel bagno con me.
Sembra stia per esplodere.

«Ma cosa vogliono questi da noi?!»

Proprio mentre la mamma sbollisce la sua rabbia, mi accorgo, guardandomi allo specchio, che dietro la felpa c'è scritto STAFF in caratteri cubitali.
La mamma sembra capire, allora mi lancia un sorriso veloce, e poi indossa la sua felpa senza dire più una parola.
Quando usciamo e torniamo dalla guardia, tutta la sua rabbia sembra svanita, sostituita da un sorriso gigante.

«Alzatevi i cappucci, tenete la testa bassa, e mi raccomando attente a non perdervi tra la folla»

La mamma mi prende sotto braccio, e la guardia apre un'altra porta di vetro.
Riconosco immediatamente la stanza, che è quella di cui Shawn mi ha mandato la foto.

C'è una calca di ragazze all'angolo della sala, intente a sventolare cartelloni e a cantare Life of the party.

Attraversiamo il centro della stanza, mentre la guardia ci fa spazio a forza tra la folla per darci la possibilità di camminare.
Nessuno sembra concentrarsi su di noi, a parte qualche fan che ci urla di salutare Shawn da parte loro.

Tutto questo mi sembra impossibile.
IMPOSSIBILE.
Sono sempre stata al posto di quelle ragazze, e sono ancora una di loro, tranne per il fatto che non sono lì con loro.
Io sto andando ad abbracciarlo.
L'ansia si è impadronita di tutto il mio corpo, e si scarica solo nel preciso istante in cui poggio la mano sulla maniglia e spingo quella maledetta porta dietro la quale spero ci sia lui.

Altre guardie impediscono alle ragazze di entrare con noi, e una volta dentro mi abbasso il cappuccio, lasciando il braccio della mamma.

Mi guardo  freneticamente intorno, ma non vedo nessuno..
Lo stanzino è vuoto, ci siamo solo noi e un paio di guardie a tenere la porta.

«Lui dov'è?» Chiedo con la voce tremolante.

Scorgo sulla destra un altro corridoio, e mi metto a correre dopo che la guardia mi indica proprio quella direzione.

«Shawn!» grido mentre corro lungo il corridoio stretto e completamente rettilineo.

Il cuore va all'impazzata, e non so come riesco a tenermi sulle mie stesse gambe che sembrano reggersi per miracolo.
I capelli vanno da tutte le parti, non so come descrivere questa emozione.
È tutto così surreale.

Tutto quello a cui riesco a pensare è: tra pochi secondi sarò tra le sue braccia.
Ma dove diamine si è cacciato?!
Il corridoio è ancora lungo, ma non rallento.

Improvvisamente dal fondo del corridoio intravedo una figura.
L'ansia diventa adrenalina.

Quell'ombra può essere solo di una persona.

Snapchat» Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora