39.

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La mattina seguente, il solito trillo fastidioso della sveglia di Aaliyah mi fa capire che è ora di alzarsi.

Oggi io e Shawn accompagneremo la mamma in aereoporto, perché i suoi giorni qui sono ormai finiti.

Mi dispiace sapere che fra poche ore tornerà a casa, immersa nella normalità e nel suo lavoro straziante, ma allo stesso tempo mi fa piacere che si sia divertita in questa breve vacanza.
Non so ancora come sarà rimanere in casa Mendes senza di lei, che era l'unico punto di riferimento alla mia "vecchia" vita.

Abbiamo passato L'intera giornata di ieri a raccogliere le sue cose sparse per la casa e a metterle in valigia, cercando di prendere tutto.
Sul volto della mamma si vedeva la tristezza, ma non voglio pensarci ora.

Mi alzo dal letto controvoglia, e spengo quel dannato affare.
Aaliyah resiste anche a quell'insopportabile rumore, così la sveglio con delle leggere spinte sulla spalla.

«Noo, la scuola no, lasciami dormire!»
Dice in uno sbadiglio mentre nasconde la testa sotto le coperte.
La capisco benissimo.

La porta della camera si apre, e a giudicare dal fatto che non abbia sentito bussare, presumo sia Shawn.
Dopo mezzo secondo mi ritrovo in un abbraccio, e confermo le mie supposizioni.

---

«Mi mancherai tesoro, goditi al massimo questo mese, e mi raccomando, fa attenzione alla spalla e allo studio»
Dice la mamma con gli occhi lucidi, mentre stiamo aspettando che si imbarchi sul volo.

«Si mamma, non preoccuparti, mi farò sentire spesso»
Lei mi sorride, e avvicina una mano al mio volto per passarmi i capelli dietro le orecchie.
Ha un sorriso malinconico, che mi fa venire una morsa allo stomaco, così cerco di distrarmi abbracciandola.

«Promettimi che non mi odierai quando verrai a sapere quello che ti ho fatto»
Il suo tono è decisamente troppo serio.

Cosa ha fatto?

«Mamma cos..»
Non faccio in tempo a finire la frase, che capisco immediatamente tutto.

È lì, con la sua vecchia valigia del campeggio, che si avvicina a noi. Proprio davanti ai miei dannati occhi.
Non posso crederci. Lei mi ha fatto questo.

Mi salgono centinaia di domande alla testa, e vorrei poterle fare una ad una alla mamma, ma L'altoparlante annuncia l'imbarco del suo volo.

Si allontana, e mi manda un bacio.
In questo momento sto provando troppe emozioni.
Non so se essere triste per la sua partenza, non so se sorriderle per tranquillizzarla, e non so se gridarle contro per quello che ha fatto.

Istintivamente il mio subconscio pensa al fatto che infondo non sarà così male, e che tutti meritano una seconda possibilità.

Ma come lo spiego tutto questo?
Come lo spiego il fatto che non sono in viaggio studio, e che non ho mai partecipato a nessun tipo di concorso?
Ma soprattutto, come la spiego la storia di Shawn, e il fatto che alloggerò a casa sua per il resto del mese?

Non posso credere che sia stata davvero la mamma a fare tutto questo.
Credo che la mia vacanza sia rovinata. ROVINATA.

Sto diventando pazza.

Shawn si avvicina e mi avvolge un braccio intorno alla spalla, ma io glielo spingo via un po' troppo malamente.
Sul suo volto appare la stessa espressione che aveva ieri mattina, quando ha perso l'equilibrio e io l'ho fermato.
È indecifrabile.
Non posso preoccuparmi davvero anche di questo.
Gli chiedo scusa mormorando qualcosa sotto voce, ma è difficile sfuggirgli.

«Cosa hai fatto? È per tua madre? La rivedrai tra qualche settimana, e poi pensa al fatto che saremo io e te per il resto della vacanza. Non preoccup..»
Lo interrompo poggiandogli l'indice sulle labbra.
È un gesto spontaneo causato dal fatto che non voglio sentire altre storie in questo momento, ma mi fa sparire dalla terra.
In quel piccolo istante in cui la nostra pelle è a contatto, tutte le preoccupazioni spariscono e riesco a vedere solo i suoi occhi.
È impressionante l'effetto che mi fa.

Poi, tutto è interrotto da quella voce.

Shawn si volta, e fissa il ragazzo davanti a noi abbastanza confuso.

«A-Alex, ma che cos-a ..»
Lascia cadere le sue borse a terra, e spalanca la bocca.

«Posso spiegarti»
Dico allontanandomi da Shawn per andare nella sua direzione.
Odio quando la mia voce risuona così disperata. Non sono affatto disperata, accidenti.
Sono infuriata.

«Io-io non posso, crederci..»
Si porta le mani sulla faccia, e inizia a fare qualche giro su sè stesso, come fa ogni volta che sta per sbraitare.

Cerco di fermarlo, ma respinge velocemente le mie mani.

A questo punto Shawn si avvicina, abbastanza urtato anche lui.

«Per la miseria, non toccarla»
Dice avvolgendomi la vita con le braccia, e fissando il ragazzo in cagnesco.

«Volete spiegarmi che cosa sta succedendo! Chi diamine sei tu? Alex, lo conosci?!»
Tiene salda la presa su di me.

«Shawn..»
Dico accarezzandogli una guancia.

Ma il ragazzo mi interrompe.
«Io sono Ryan, piacere mio.»

Snapchat» Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora