48.

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Shawn's POV

La sveglia del mio cellulare suona, e capisco che è ora di alzarmi.
Oggi io e Alex dovremmo uscire per andare a comprare qualcosa da indossare per la festa di sta sera.

Sono super emozionato perché il fatto di stare di nuovo con tutti i miei amici come i vecchi tempi, mi rende il ragazzo più felice del mondo, e pensare che ci sarà anche lei con me, rende il tutto migliore.

Non credevo di poter trovare una persona comune, in aggiunta tra le mie fans, così speciale. Lei è la dimostrazione che non tutte le ragazze sono uguali.
Ho capito che lei era diversa fin dal primo istante che l'ho vista.

Corro in camera sua solo con un paio di pantaloncini e la mia maximaglia, perché amo vederla arrossire quando mi guarda così.
Voglio svegliarla con un abbraccio, in questo momento ne ho davvero bisogno.

Ieri notte è rimasta fino a tardi in camera di Ryan, a parlare di non so cosa, e questo fatto non so quanto possa andarmi bene sinceramente.
Quel ragazzo non ha nulla di male, ho una sorta di stima nei suoi confronti, ma è inutile dire che quando siamo nella stessa stanza e c'è anche lei, nell'aria circola un senso di sfida.
Non mi sento affatto superiore a lui o con più possibilità solo per la fama e il successo, anzi il contrario, ho paura che me la porti via perché lui la conosce decisamente meglio.
Anch'io voglio conoscerla come nessuno la conosce, significherebbe averla mia.

Busso leggermente sulla porta, e aspetto qualche secondo.
Nessuna risposta, ma sono sicuro che starà ancora dormendo.

Entro con passo felpato, voglio sorprenderla e vederla fare uno dei suoi sorrisi giganti, quelli che di solito di prima mattina mi migliorano la giornata.

Però, quando apro la porta, mi prende un colpo al cuore.

Le persiane sono aperte, come le ante dell'armadio, e il letto è disfatto.

Vuoto.
No.

Corro in bagno e non la trovo, non c'è in cucina, in sala, non c'è da nessunissima fottuta parte.

Chiamo Ryan a squarcia gola, ma quel cretino non risponde.
Mi fiondo in camera sua, preso dal panico, e quando entro sento il mio cuore frantumarsi.

La sua stanza è nelle stesse condizioni di quella di Alex.

Mi vesto velocemente prendendo dei vestiti a caso, e scendo in mensa.
Forse staranno facendo colazione e mi sto illudendo di tutto.

I tavoli sono tutti vuoti, ad accezione di due vecchiette che prendono il the.
Così, fermo il cameriere, tanto lo so che la teneva d'occhio fin dal primo giorno in cui siamo arrivati.

«Tu! Hai visto la mia ragazza?»
Forse sarà perché sto dando di matto, ma le parole vengono da sole.
O forse, è solo perché per un secondo ho creduto che potesse essere davvero mia.

«Calmo maledizione chiamo la sicurezza!»
Senza rendermene conto l'ho preso per il collo della maglietta e lo sto alzando da terra.
Shawn mantieni la calma.

«Dov'è?» Ringhio.

«Se ne è andata questa mattina con il suo amico, sono scesi a fare colazione più o meno 4 ore fa.»

Guardo l'orologio, e sono solo le nove.
Mio Dio non può essere vero.

Prendo le scale e mi faccio tutta la rampa di corsa.
Non entrerò più in quell'ascensore senza di lei.

Sbatto la porta alle mie spalle, e corro in camera sua.
Non può avermi lasciato davvero per andarsene con lui.
Una sensazione strana si fa spazio nel mio cuore. Sto impazzendo. Non saranno mica tornati a casa?

La chiamo centinaia di volte, e le invio centinaia di messaggi, ma è come se fosse sparita dalla terra.
So che lei esiste, era qui fino a qualche ora fa.

Il suo account Twitter è stato cancellato, così come quello di snapchat.
Mi capita l'occhio sulle nostre prime chat, quelle che hanno dato inizio a tutto quello che fino a ieri potevo definire "vita vera" lontana dallo studio e da tutto quello che mi tiene prigioniero dall'essere un comune adolescente.

Chiamo sua madre a casa, ma l'operatore mi dice che il loro telefono è stato staccato.
Nemmeno i ragazzi hanno avuto più notizie di lei o di Ryan.
Maledizione.
È terribile.

Mi getto sul letto, e annuso ancora quello che resta del suo profumo. Di quel suo bagnoschiuma alla cannella che mi faceva impazzire.
Dovevo dirgliele tutte queste cose, dovevo.
Il rimorso si mischia a tutto il resto, e sento che potrei svenire.

Mi rigiro nel materasso, fino a quando non mi capita l'occhio sul comodino.
C'è un piccolo foglio a quadri, e riconosco subito che proviene da quel suo bloc-notes ingiallito che portava sempre in borsa.

Lo apro velocemente, e la sua calligrafia disordinata e veloce, mi riempie lo sguardo.
Inizio a leggere, già con le lacrime agli occhi.

Shawn, quando troverai questo biglietto vorrai sicuramente uccidermi.
Spero che tu riesca a trovarlo, perché altrimenti non mi perdonerei quello che sto facendo. Anzi, non me lo perdonerò mai.
Tutto questo è stato meraviglioso per me, tu sei meraviglioso, ma è troppo per me. Io ho bisogno di tempo, ma per uno come te il tempo non esiste. Sono una ragazza comune, non avrebbe funzionato comunque.
Io sono un pasticcio Shawn, ti prego di non rovinarti l'esistenza per un piccolo punto invisibile nel mondo come me.
Tua madre aveva ragione.
Io e Ray ce ne andiamo.
È difficile.
Addio.
-Alex-

Mi tiro i capelli. Lei non è un punto invisibile nel mondo, lei è il mio mondo.
Mia madre non poteva prevedere tutto questo, no, non è possibile.
Voglio svegliarmi da questo incubo.
Chiudo gli occhi e mi torna in mente la sua voce angelica che canta con me.
Svegliatemi.

Non l'ho nemmeno abbracciata un'ultima volta.





S.A: so che volete uccidermi!
Mancano solo un paio di capitoli alla fine, ancora non ci credo!❤️

Snapchat» Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora