34.

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Dopo aver aiutato Karen a sparecchiare la tavola, decidiamo tutti di andare a dormire.
È stata davvero una giornata molto lunga, e credo che una bella dormita non nuocerebbe a nessuno di noi.

Mia madre mi abbraccia, poi entra nella sua camera, e lo stesso fa Shawn.

«Buonanotte Dolcezza»
Mi sussurra tra i capelli.
Ci scambiamo un sorriso, e poi entro in camera con Aaliyah.

Ha un volto triste, e mentre ci prepariamo resta in silenzio.

«Signora» quasi sussurra.

«Chiamami Alex»
Cerco di essere più dolce possibile.
Non voglio non piacere nemmeno a lei.

«Alex» si corregge poi.

«Dimmi»

«Ma tu sei la stessa che parlava con Shawn dietro lo schermo nero?» è così tenera.

«Si»
Non posso fare a meno di sorridere al ricordo di quella mattina.

«Puoi spiegarmi come facevi?» Questa bambina è davvero troppo carina, quasi più del fratello..

Parliamo per un po' di come funziona un telefono, poi inizia a dirmi delle cose strane.

«Non voglio davvero andare a dormire» ammette.

«Come mai?» le chiedo, notando che le è tornata la tristezza in volto.

«Sono due giorni interi che non vedo il mio papà.»

Questa sera, mentre tutti aspettavamo il signor Mendes per cena, lui stesso ha chiamato e ha detto che non sarebbe riuscito a venire.

«Oh piccola, posso capirti» cerco di consolarla, forse invano.

«Perché?»
Mi chiede curiosa.

«Anchio non vedo da tanto il mio papà»

Non ho intenzione di stare a parlare di mio padre in questo momento, quindi mi limito a rassicurarla, e dopo un abbraccio riusciamo a metterci sotto le coperte.

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La mattina seguente mi sveglia un rumore che non avevo mai sentito prima.
Aaliyah si alza, e spinge un bottone sul comodino, che fa smettere quell'insopportabile trillo.

Apro gli occhi, cercando di farli abituare alla luce che entra dalla finestra, e Aaliyah lo nota.

«Buongiorno Alex, scusa non volevo svegliarti, ma devo andare a scuola»

«Oh tesoro non preoccuparti, dammi un secondo e ti aiuto.»

Anche se questo letto mi attira più di una calamita, mi costringo ad alzarmi, e l'aiuto a vestirsi e a sistemare le sue coperte.

«Grazie Alex, ci vediamo dopo!»
Prende il suo piccolo zaino, mi abbraccia, ed esce di fretta.

Mi avvicino alla finestra per curiosare un po' fuori, e la vedo entrare in macchina con Karen per andare a scuola.

Toc- toc

Faccio un sussulto quando sento qualcuno bussare alla porta.

«Si?» chiedo curiosa di scoprire chi ci sia dietro la soglia.

«Sei già sveglia?»
La voce di Shawn è assonnata, e non posso dire nulla che lui è già dentro, mentre io sono ancora in pigiama.

Indossa dei calzoncini e una maximaglia blu, e mi sorride sistemandosi il ciuffo spettinato.

«Buongiorno»
Gli dico

«Buongiorno»
Si avvicina e mi abbraccia.

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Circa un'ora dopo, siamo tutti sulla soglia di casa, con delle macchinette fotografiche al collo, pronti per visitare il centro di Toronto.
La mamma sembra quella più emozionata di tutti.

«Shawn, sono davvero impaziente!» ammette entusiasta.

Shawn scoppia in una risata, e dopo essere saliti tutti a bordo della piccola Jeep, mette in moto.
Qui in America a 16 anni si può già avere la patente.

Durante tutto il viaggio la mamma non riesce a smettere di parlare, ma io non seguo il suo discorso perché sono concentrata a guardare i vari quartieri che scorrono dal finestrino.
Questa zona della città sembra davvero un paradiso. Lungo tutta la strada ci sono dei fiori, e gente che passeggia in bicicletta. Una pace infinita.

Passiamo davanti all'aeroporto, e io non posso fare a meno di sorridere. Solo ieri, 24 ore fa, io ero lì, inconsapevole del fatto che sarei ripassata proprio su questa strada il giorno seguente, nella macchina di Shawn Mendes.

Noto gli occhi di Shawn incontrare i miei dal riflesso dello specchietto quando sorpassiamo questo luogo.

Amo quando ci capiamo al volo per delle cose che solo noi possiamo sapere, e amo ancora di più i suoi sorrisetti furtivi.




Spazio autrice
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IO VI AMO, CIAO.❤️

Snapchat» Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora