Capitolo 6

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La settimana è passata velocemente ed io non smetto di pensare a quel ragazzo che non ho più rivisto da inizio settimana. Ogni giorno che passa, sento che la speranza di rivederlo, diminuisce sempre più. Evidentemente era qui solo di passaggio, ma non so il perchè, ogni volta che penso di non vedere più quegli occhi penetranti, mi sento una fitta allo stomaco. Stasera, poi, ho anche la festa dell'amico di Diego e Anna e se potessi, mi inventerei una scusa per non andarci. Normalmente le feste non mi piacciono, figuriamoci ora, che non farei altro che chiudermi in casa a vedere qualche film strappa lacrime, con la speranza di distogliere anche solo per un'ora, i miei pensieri che non fanno altro che riportarmi a lunedì scorso... a lui.

- " A che ora passiamo a prenderti?" Chiede sorridendomi Anna che sembra non veda l'ora che arrivi stasera.

" Hai detto che la festa è alla ventuno, se mi faccio trovare pronta per le venti e trenta, va bene?"

- " Perfetto! Però non farmi aspettare." Mi da un bacio sulla guancia e sorridendo, se ne va.

Arrivata a casa, faccio una doccia e il getto di acqua calda sulla mia pelle, sembra darmi un incoraggiamento a trascorrere questa serata con più disinvoltura. Alla fine non mi farà male fare nuove amicizie. Esco dalla doccia, avvolgendomi un asciugamano di spugna attorno al corpo e mi dirigo in camera mia, per decidere cosa indossare. Dopo un tempo infinito ad osservare il contenuto del mio armadio, decido di andare sul sicuro e indossare qualcosa di semplice e leggermente elegante. Un jeans aderente, una camicetta bianca, una giacca classica blu notte e, visto che non credo proprio di mettermi a ballare, decido di indossare dei decolletèe dello stesso colore della giacca, con un tacco vertiginoso. Do un'occhiata all'orologio sul cellulare e noto che sono ancora le diciotto. Quindi ho tutto il tempo per stirare i capelli e truccarmi per bene. Finisco giusto in tempo per quando Anna viene a prendermi. Prendo il cappotto e la borsa e scendo, cercando di entrare più in fretta che posso in macchina, perchè si muore dal freddo. Appena entro, dopo aver salutato, alzo la testa e noto Anna e Diego girati verso di me, che mi guardano stupiti.

- " Wow! Stai benissimo Lady!" Esclama Anna e Diego sembra essere d'accordo con lei. Io divento subito rossa Anna inizia a ridere, prendendomi in giro per il mio viso che si colora di rosso.

- " Non sto bene... E' che siete abituati a vedermi sempre al bar, in divisa." Cerco di giustificare il loro stupore, con la speranza che la smettano di fissarmi.

Arriviamo alla festa in anticipo ed ecco che inizia a venirmi il tipico magone, che ha un ragazzino quando viene interrogato dall'insegnante, ma lui non ha studiato. Non vedo l'ora che questa serata passi in fretta, così potrò godermi il mio letto, fino a domani mattina tardi, visto che è il mio giorno libero. Appena esco dall'auto, alzo lo sguardo e rimango stupita nel vedere quanto è bella e maestosa la villa del festeggiato. Man mano che mi avvicino al cancello, noto un grande giardino, ben curato e illuminato, con una altrettanto grande piscina con un gazebo in legno chiaro, con sotto un tavolo con le sedie. La villa è tutta bianca, con le ringhiere e i cancelli blu e con il tetto spiovente. Arrivati all'ingresso, ci accoglie una ragazza dal viso molto dolce e sorridente, alta, occhi azzurri e capelli lisci che le ricoprono la schiena arrivando appena sopra il sedere e di un nero intenso. Appena la vedo, ho come l'impressione di averla già vista da qualche parte, ma non ci metto molto a pensare, che probabilmente, l'avrò vista al bar. Dopo aver salutato Anna e Diego, la dolce ragazza si volta nella mia direzione.

- "Benvenuta. Piacere di conoscerti, io sono Kim"

Mentre mi stringe la mano, rimango impressionata dai suoi occhi. Hanno qualcosa di familiare, di magnetico... Hanno qualcosa di lui. Sto diventando matta, vedo quegli occhi ovunque e ora anche a questa ragazza.

- "Piacere mio, io sono Lara"

Mi presento, ricambiando il sorriso e scrollandomi quei pensieri dalla testa, mi accorgo dal suo accento, che non è italiana.

Entrando nell'appartamento, non mi stupisce che dentro sia bello e curato nei minimi dettagli, esattamente come all'esterno. L'arredamento è moderno e i colori dominanti sono il bianco e il rosso. Seguendo la padrona di casa, mi trovo in un salone grandissimo, con tre divani rossi d'avanti a un grande camino acceso, fatto di mattoni grezzi. Una delle pareti, è fatta interamente di vetro dalla quale si po' vedere la spiaggia e una stupenda luna che rispecchia nell'acqua del mare. Ai due laterali della parete, ci sono delle grandi tende rosse con delle rose disegnate tinta su tinta. Guardandomi ancora un po' in torno, noto l'angolo cottura e tutto è, tranne che un angolo. La cucina è anch'essa bianca e rossa, attrezzata di qualsiasi elettrodomestico possa esistere sulla faccia della terra e con un tavolo grande, nero e con le sedie rosse. Dopo qualche minuto, noto un ragazzo moro, alto e muscoloso, venire nella nostra direzione e capisco che è lui il festeggiato. Anche lui, dopo aver salutato i miei amici, si rivolge a me con un sorriso gentile, ma non paragonabile a quello della sua fidanzata.

- " Piacere, io sono Efrem."

- " Piacere mio, Lara. Auguri."

- " Grazie. Ragazzi fate come se foste a casa vostra, io devo allontanarmi un attimo per accogliere altri amici che sono appena arrivati. Faccio più in fretta che posso."

E dopo aver dato un fugace abbraccio a Diego, si allontana a passo svelto.

Dopo esserci tolti i cappotti, andiamo ad accomodarci su uno dei divani d'avanti al camino il quale mi sembra sia il mio obiettivo della serata. Dopo dieci minuti, la stanza si riempie di ragazzi, le luci dei lampadari sono state sostituite da faretti che alternano luci blu, verdi e rosse a tempo di musica ad altissimo volume. Mi sembra di vivere un incubo e la musica assordante, non mi è di aiuto.

- "Poi mi spieghi che concetto hai di festa tranquilla con una ventina di persone" Mi tocca urlare per farmi sentire da Anna che è seduta accanto a me e che non la smette di guardarsi intorno stupita.

- "Giuro che ti ho detto quello che mi è stato riferito. Se avessi saputo che per Efrem questa è da considerare una festa tranquilla con pochi amici, forse neanche io sarei venuta!" Mi guarda con un sorrisino stampato in volto e questo mi da la certezza che mi sta mentendo. Poi continua:

- " Va be... guarda il lato positivo della cosa. Avrai più possibilità di incontrare qualcuno di interessante, no?" Per sentirci a vicenda, ci urliamo nelle orecchie come se fossimo due vecchiette anziane e sorde.

- " Non capisco perchè vuoi, a tutti i costi trovarmi un fidanzato. Io sto benissimo da sola, non ho bisogno di nessuno e sicuramente non ho bisogno di una stupida festa per trovare qualcuno che possa interessarmi." Il mio tono diventa leggermente duro e acido, ma Anna alcune volte sa essere esasperante.

- " Non ho detto che stasera troverai l'uomo della tua vita e non mi sembra neanche di aver detto che ti ci vuole una festa per fartelo trovare. Però stare a casa o a lavoro, sicuramente non ti aiuterà. Quindi, venire ad una stupida festa, potrebbe servire semplicemente a farti conoscere nuove persone. Poi se fra queste c'è qualcuno che attira in modo particolare la tua attenzione, bene... Se no, hai comunque conosciuto persone nuove con cui fare amicizia. E ora, se non ti dispiace, potresti prendere qualcosa da bere? A me fanno malissimo le scarpe." Conclude facendomi gli occhi dolci per convincermi ad alzarmi dal divano ed esaudire il suo desiderio.

Mi alzo dal divano, mi avvicino al tavolo delle bibite e noto che c'è davvero di tutto. Vodka di tutti i gusti, jin, wisky, succhi di frutta, coca cola, tequila... Non manca niente, faccio un sorrisino pensando che su questo tavolo ci sia più roba che nel bar di Rob. Decido di improvvisare un Sex on the beach per me e un Aperol Spritz per Anna e dopo aver finto, mi giro per raggiungerla, ma vado a sbattere contro un ragazzo, rovesciandogli entrambi i cocktail addosso.


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