Capitolo 17

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Sono in macchina di Jeremy che mi sta accompagnando a casa. Lui è concentrato sulla strada e io continuo a non dire una parola e a non guardarlo, fin quando non sterza di netto e si ferma in una piazzola di sosta, facendomi prendere un colpo.

- " Ora mi dici che cazzo hai. La serata sembrava andare benissimo, ma proprio non capisco perchè ora ti stia impegnando a fare così tanto la stronza con me."

I suoi occhi incazzati fissi nei miei, il cuore batte a mille per lo spavento appena preso e dopo un paio di profondi respiri, dico:

- " Io non so in America quanto corrisponda un attimo, ma qui in Italia sicuramente non corrispondono a venti minuti. Jeremy, te lo chiedo per l'ultima volta, cosa hai fatto fuori al ristorante? "

- " Ero al telefono con kim! Come te lo devo dire? Perchè non mi credi?"

- "Tu davvero credi che io sia una cretina? Va be, ho voluto darti una possibilità per salvarti il culo, ma evidentemente il tuo credere di essere troppo furbo, non l'ha saputa cogliere.

Perchè non ti credo? Perchè ti ho visto fuori al ristorante e posso giocarmi quello che vuoi, che non eri solo. Quindi ora, cortesemente, prima che perda quel briciolo di calma che mi è rimasta, metti in moto questa dannatissima macchina e accompagnami a casa."

- " Qualcuno qui è geloso!"

Ridendo mette in moto la macchina e si incammina verso casa. Dopo dieci minuti interminabili di silenzio e rabbia, finalmente arriviamo sotto al mio palazzo. Una volta fermata la macchina, Jeremy allunga una mano alla portiera per aprirla, ma io lo blocco.

- " Non ti azzardare a scendere per seguirmi. E' l'una di notte, tra meno di sei ore devo svegliarmi per andare a lavoro e non ho la minima intenzione di perdere altro tempo con te e con le tue cazzate. Almeno per stasera, risparmiamele.

Ah! Un'altra cosa... Stronza chiami quella troia che ti stavi abbracciando fuori al ristorante."

Apre la bocca per parlare, ma prima che inizi, io apro lo sportello della macchina e a passo svelto entro nel palazzo di casa mia. Entro in casa, chiudo la porta e mi ci appoggio con la schiena, scoppiando in un pianto misto tra delusione e rabbia. Le lacrime scendono come cascate e non capisco come ho potuto essere così ingenua da lasciarmi andare con un estraneo che ha solo saputo riempirmi di belle parole... Di bugie.

Come può essere successo? C'ho messo più di sei mesi per costruirmi quel muro che mi avrebbe impedito di soffrire di nuovo, ma è arrivato lui con quei maledetti occhi e l'ha ridotto in sabbia. Mi sento delusa da me stessa, perchè ho lasciato che quel muro si sgretolasse facendomi ritrovare di nuovo completamente scoperta, senza difese e la colpa è solo mia.


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