Capitolo 2

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Inizio il mio turno alle otto precise. Saluto i ragazzi e do un bacio sulla guancia ad Anna, che non ho ancora avuto modo di salutare. Così inizio a servire i clienti, visto che stanno aumentando a vista d'occhio. La mattina c'è sempre folla. Gente che passa per caso, a fare colazione prima di andare a lavoro e poi, ci sono i clienti affezionati, quelli che non hanno bisogno di dirmi cosa vogliono, perché già lo so. Basta che, avvicinandosi al bancone, mi dicano :" Buongiorno Lara, il solito!" e io li servo subito.

Quella mattina, fortunatamente, i miei colleghi, Marco e Nick, mi hanno evitato la macchina del caffé. Sanno che odio quell'aggeggio e così mi hanno risparmiata. Pur essendo esageratamente timida, ho sempre preferito il contatto con i clienti, perché tra una chiacchiera e una risata, la mattina sembra passare prima. Così trascorro la mattinata a servire i clienti, riempire la lavastoviglie e ogni tanto, scambiare un parola con Anna, che come me, non vede l'ora che arrivi l'ora di pranzo, per avere mezz'ora di pausa.

Mentre sto ricaricando per la milionesima volta in quella mattina la lavastoviglie, improvvisamente ho come la sensazione che qualcuno mi stia osservando. Sensazione stranissima e del tutto sconosciuta per me. Mi giro di scatto, ma non c'è nessuno a guardarmi. C'è solo Anna che serve un crodino a un militare in tuta mimetica e un altro paio di persone che prendono il caffè, impegnate a parlare al telefono. Pensai subito di essermi impressionata e ripresi ad armeggiare con la lavastoviglie. Eppure, appena do nuovamente le spalle ai clienti, la sensazione di prima si fa nuovamente viva. Ma, credendo fosse solo una mia impressione, decido di ignorarla.


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