Capitolo 13

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Arrivata quasi al palazzo in cui abito, noto che c'è qualcuno seduto sugli scalini davanti al portone. Ha la testa bassa come se si guardasse le scarpe, ma prima che inizi ad intimorirmi, alza la testa. E Jeremy! Anna gli avrà fatto vedere dove abito, non c'è altra spiegazione. Mi avvicino lentamente senza evitare il suo sguardo che mi è mancato da morire e lui si alza e mostra un sorriso incerto, tra dolcezza e imbarazzo. Inizia lui a Parlare:

- " Ciao"

- " C - Ciao. Che ci fai qui?" Ed ecco che inizio a sparare domande cretine.

- " Sai, amo stare per ore sotto al palazzo delle persone a congelarmi." Ridiamo insieme imbarazzati come due bambini.

- " Ah ok, allora se mi lasci passare, salgo a casa, così ti lascio al tuo hobby e tolgo il disturbo." Mi sforzo di essere distaccata e non lanciargli le braccia al collo e gridargli quanto mi sia mancato e quanto sono felice che lui ora sia qui.

- " Mi sembra di averti già detto cosa amo, quando ci sei tu. Perchè non mi inviti a prendere qualcosa da te? Ho bisogno di parlarti e qui fa decisamente troppo freddo."

Anche se sto veramente morendo di sonno, non riesco a dirgli di no. Appena arriviamo in casa e accendo la luce, lui si guarda intorno incuriosito, poi si siede e mi guarda sorridendomi.

- " Cosa posso offrirti?"

Lui fa finta di non sentirmi.

- " Carina questa casa, vivi da sola?"

- " Ora si. Cosa posso offrirti?" Ripeto la domanda con la speranza che almeno questa volta si degni di rispondermi.

- " Quello che prendi tu." E ci voleva tanto a dirlo?

Preparo una cioccolata calda, la verso in due tazze e appoggiandole sul tavolino davanti al divano, mi siedo accanto a lui.

- " Di cosa dovevi parlarmi di così importante da farti aspettare ore davanti al portone di casa mia con questo freddo?"

Il mio tono è sarcastico. Non ho mai fatto la preziosa, ma questa volta devo, perchè non può fare quello che vuole e tornare per poi fare finta di niente.

- " Di noi."

Lo guardo stupita dalla sua capacità di arrivare subito al punto. I suoi occhi imploranti non staccano i miei, ma prima che inizi a cedere scoppio:

- " Non ti fai ne vedere e ne sentire per un mese intero e ora vieni a parlare di NOI? Scusa la mia stupidità, ma forse sono cieca, perchè non vedo nessun NOI al momento."

- " Anche tu mi hai ignorato per un mese. Sei tu che non mi hai voluto e mi hai chiesto tempo, cosa ti aspettavi che facessi?"

- " Non ti ho voluto? Io ti ho pregato di darmi tempo per conoscerci. Ti ho pregato Jeremy, capisci? E non facendoti ne vedere e ne sentire, non è cambiato assolutamente niente! Io non volevo del tempo per allontanarmi da te, ma esattamente l'opposto! "

Ormai grido esasperata e non riesco a trattenere più le lacrime per i nervi. Lui posa la tazza sul tavolino, si avvicina a me e prendendomi il viso tra le mani, inizia a baciarmi le lacrime .

- "Jeremy, io..."

Mi zittisce mettendomi un indice sulla bocca.

- " Shhhh. Non parliamone più. Ho sbagliato tutto e vederti così tesa non fa stare bene neanche me."

E mi bacia. Un bacio diverso da quello che ci siamo dati in spiaggia. Questa volta è passionale, travolgente, la sua lingua non ha chiesto il consenso, ma si è intrufolata con forza nella mia bocca per intrecciarsi alla mia, c'è desiderio e io mi lascio andare senza la minima incertezza. Siamo un intreccio di lingue e braccia che si cercano, si desiderio, si vogliono, morsi sul collo, le sue mani che mi stringono i fianchi. Non ho la minima intenzione di fermarmi, vorrei solo che questo momento non finisca mai, ma lui si ferma di colpo. Il suo sguardo si alterna tra i miei occhi e le mie labbra, guardare il suo viso perfetto così da vicino, non mi fa resistere e provo a baciarlo, ma si sposta, si alza dal divano, mi prende in braccio e fa avvolgere le mie gambe intorno ai suoi fianchi. Senza staccare mai i suoi occhi dai miei, mi chiede di mostrargli dov'è la camera da letto e arrivati in camera, senza lasciare la presa su di me, ci sdraiamo sul mio letto. Sento il suo contatto su tutto il corpo, le sue mani lentamente iniziano a sbottonare la mia camicetta e senza staccare le sue labbra dalle mie me la sfila. Sbottono anche la sua camicia e gliela tolgo, iniziando ad abbracciarlo e a tirarlo verso di me, per sentire il calore del suo corpo sul mio. Dopo qualche istante, ci ritroviamo solo in biancheria, senza rendermene conto, il mio cervello e il mio corpo non comunicano più. Sono sopra di lui, attraverso gli slip sento la sua erezione crescere sempre più e non riesco a non muovere i fianchi, i respiri aumentano e dalla mia gola escono dei lamenti di piacere, di desiderio e le sue mani grandi su di me, sono come aria che alimentano le fiamme.

- "Lara.."

- " Zitto."

Si ferma e ancora con il fiatone si stacca da me, poggiandomi le mani sui fianchi e facendomi capire di fermarmi. Ma perchè proprio ora??? Faccio per scendere da lui, ma mi trattiene e io lo guardo interrogativa. Cos'ho sbagliato?

- " Non sai quanto vorrei prenderti i questo momento, ma non è il momento giusto. Conosciamoci prima, senza saltare le tappe e non sai quanta fatica in questo momento io stia facendo per fermarti."

- "Sicuro sia questo il motivo? Non è che ho sbagliato qualcosa o hai cambiato idea?"

Sto diventando patetica, lo so, ma questo è l'effetto che lui fa su di me e non ci posso fare niente.

- " Sei perfetta." Si avvicina al lobo e lo mordicchia delicatamente e continua sussurrandomi nell'orecchio: " Non puoi immaginare quanto io desideri scoparti fino a farti pregare di fermarmi."

E dopo queste parole, divento rossa come un pomodoro e l'alito caldo della sua voce terribilmente sexy, sul collo, mi fa venire la pelle d'oca.

- "Baby, ora se non ti dispiace, sarà meglio che me ne vada."

Cerca di spostarmi per i fianchi, ma io oppongo resistenza e lo guardo negli occhi.

- " Resta con me stanotte"

- " Solo se fai la brava e mi giuri che dormiremo"

Faccio un sorrisino malizioso e poi dico:

- "Ok, farò la brava per stanotte, te lo giuro."

Lui ride e dopo avermi spostata dalle sue gambe, si mette sotto le coperte e mi tira a se, spegne la luce, mi da un bacio e mi fa girare in modo da abbracciarmi da dietro. Le sue braccia grandi, mi danno sicurezza, mi fanno sentire a casa e con il calore del suo corpo attaccato al mio, ci metto pochissimo ad addormentarmi.


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