Capitolo 5

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La mattina dopo, solita routine. Mi alzo a malincuore dal letto, noto che piove a dirotto e quindi penso sia inutile pensare a come sistemare i capelli, mi conviene legarli di nuovo. Dopo aver fatto la doccia, essermi truccata, vestita e aver preso tutte le cose, compreso il cellulare, scendo e corro al bar, sperando di non arrivare zuppa d'acqua. Una volta arrivata, noto che il bar è già pieno di gente e quindi non perdo tempo e mi metto subito al lavoro. Anna, come al solito, è in ritardo e, salutando a mala pena i ragazzi, inizio subito a servire i clienti. Improvvisamente, senza rendermene neanche conto, mi trovo Anna di fianco, con un sorriso stampato sul viso, come se volesse dirmi :"Sono venuta a salvarti!" e le sono grata. stamattina, la folla è durata solo un paio d'ore. Forse perchè piove, ma noi ragazzi ne siamo contentissimi. Decidiamo di fare un po' di pulizia, così io inizio a lucidare i bicchieri e le tazze che stanno dietro al bancone e a togliere un po' di polvere. All'improvviso, ho di nuovo la strana sensazione di essere osservata e contemporaneamente sento Anna dire :

- "Buongiorno, cosa posso servirti?"

Accorgendomi che c'è un cliente, mi giro di scatto e trovo un paio di occhi azzurri come il mare a fissarmi. Dalla bocca mi esce un "oh cazzo!" non volendo.

- "Tutto bene, Lara?" mi chiede Anna, notando il mio essere rimasta immobile.

Riesco a mala pena ad annuire con la testa, senza riuscire a staccarmi da quegli occhi che sembravano volere entrare nella mia anima e io non riesco a fare niente per impedirglielo. Dopo qualche secondo riesco a staccare i miei occhi da quello sguardo che mi ha pietrificata notando che è lo stesso ragazzo in divisa militare che c'era ieri al banco, proprio mentre ho avuto la stessa sensazione, l'unica differenza, è che ora non mi stacca gli occhi di dosso. Ha i capelli corti, nero corvino. Alto, spalle larghe e postura dritta. Ha un viso bellissimo, con un naso dritto e gli zigomi ben definiti e quegli occhi... quegli occhi a cui non si può attribuire un aggettivo, perchè non ne esiste uno che possa essere alla loro altezza. Mi sento attratta come una calamita lo è al ferro e non riesco a non incrociare di nuovo il suo sguardo. Sento il viso bruciare e capisco che sto diventando rossa come un peperone e nonostante questo, non riesco a girarmi per nascondere il mio più che evidente imbarazzo. Inizio a pensare che forse ho qualcosa fuori posto, perchè davvero non capisco il motivo per cui mi fstia fissando in quel modo, ma senza farlo notare, mi guardo con la coda dell'occhio alla parete di specchi posta dietro al bancone e non mi sembra di avere qualcosa che non va. Lui finisce di bere il suo solito Crodino, mi fa l'occhiolino accennando un mezzo sorriso e prima di girarsi per andare via saluta:"Thank you, good evening" si dirige con camminata sicura alla sua macchina, mette in moto e se ne va.

Dopo poco che fisso l'entrata del bar, sento Anna fare un colpo di tosse per richiamare l'attenzione, facendomi tornare sulla terra.

- "Tutto bene?" Lei è l'unica che ha assistito a tutta la scena e ho paura che ora inizi con il terzo grado o che inizi a farsi i suoi film mentali.

- "Si si, tutto bene. Ero solo sovrappensiero." Incrocio le dita con la speranza che faccia finta di niente, ma per l'ennesima volta, ebbi la conferma che incrociare le dita, non serve a niente.

- " Non dire cazzate Lady! Tu e quel tipo, vi stavate mangiando con gli occhi! Vi conoscete?"

- "Anna, non esagerare. Non mi stava mangiando con gli occhi... E comunque, non lo conosco,l'ho visto qui ieri per la prima volta."

Fortunatamente, entra un gruppo di clienti nel bar, che distolgono l'attenzione di Anna su di me, interrompendo la nostra chiacchierata e ne sono felicissima.

Quella sera, finito il nostro turno, io ed Anna andiamo a mangiare un panino, in un localino tranquillo e non troppo distante da casa mia. La mia migliore amica, ha litigato con il fidanzato, ma la cosa non è una novità. Lei e Diego, stanno insieme da dieci anni e Anna avrebbe voluto dare una svolta alla loro relazione e sposarsi, ma lui sembra non pensarci nemmeno. Diego è un bravo ragazzo, tranquillo, con occhi verdi e capelli biodi, bel fisico alto e asciutto. É laureato in chirurgia estetica , economicamente non ha problemi e gira voce, che nel suo lavoro faccia miracoli.

- " Io non dico di sposarci domani, ma almeno fare dei progetti sul futuro! E ogni volta che introduco l'argomento, lui sembra non capire e senza farmene rendere manco conto, finiamo col parlare di tutt'altra cosa. Dopo dieci anni di fidanzamento, non credevo che fosse così ottuso!" Anna poverina, è disperata, ma io faccio fatica a starle dietro. La mia mente vaga tra Anna e quegli occhi azzurri incollati ai miei fino a poche ore fa.

- " Se riesce a farti cambiare argomento senza fartene rendere neanche conto, lo definirei tutt'altro che ottuso. Forse non si sente pronto a fare un passo così importante o forse, semplicemente non vuole. E con questo non sto dicendo che non ti ami abbastanza. Rimane il fatto che, qualsiasi sia la ragione, tu non puoi forzarlo." Cerco di addolcire il tono e continuo:" Per quanto ai nostri tempi, divorziare sia diventato paragonabile ad andare a fare la spesa, il matrimonio rimane sempre una promessa tra due persone di prendersi cura l'uno dell'altro, per tutta la vita. Diego potrebbe non sentirsi all'altezza... O forse il PER SEMPRE lo spaventa, ma, ti ripeto, questo non vuole dire che non ti ami, però credo sia inutile ed estremamente stressante saltare a conclusioni affrettate."

Anna rimane in silenzio, a guardarmi con quegli occhioni verdi e lucidi, si alza dal suo posto, fa il giro del tavolo e mi abbraccia.

- " Sai sempre come farmi ragionare e sono fortunata ad avere un'amica come te. L'ho sempre saputo, sin dalla prima volta che ti ho vista." Anna sa essere petulante quanto dolce.

Non sono amante dei complimenti, ma sono contenta di vedere la mia amica meno angosciata e più sorridente. Finiamo di mangiare e Anna mi accompagna a casa. Salgo le scale e dopo aver frugato per un quarto d'ora nella borsa, riesco finalmente a trovare le chiavi di casa. Entro e mi sdraio sul letto, a pensare e ripensare a quel militare bello come il sole, a quegli occhi blu come l'oceano, a quelle labbra carnose che mi accennano un sorriso e senza rendermene conto mi addormento, sognando lui... soltanto lui.


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