Stamattina mi tocca stare al bar senza Anna, perchè ha l'ecografia di controllo e farà metà turno. La cosa peggiore è che come aiutante ho Marco e il tempo sembra essersi addirittura fermato. Mi preparo il mio bicchierone di latte e caffè, che amo sorseggiarmi durante le prime ore del turno e me lo gusto a piccoli sorsi, rilassandomi un po' per non pensare all'imbrazzo che c'è fra me e Marco. Fin quando non vedo Renèe entrare nel bar e venire verso di me, guardandomi con un sorrisetto malvagio stampato sulla faccia.
- " Ciao, posso offrirti qualcosa?" Purtroppo ho sempre odiato l'inglese, quindi scandisco bene le parole, sperando che mi capisca.
- " Guarda che sono Americana, no scema."
- " Scusami, ma non sapevo che parlassi italiano"
- " Non parlo molto bene, ma riesco a comunicare. Comunque cercavo te. Ho visto come hai reagito ieri quando mi hai vista con Jeremy."
- " E quindi?"
- " Jeremy non mi vuole, quindi puoi stare tranquilla"
- " Continuo a non capirti"
Marco interrompe la nostra conversazione.
- " Lara, scusami se ti interrompo, potresti mettere questo cestello in lavastoviglie e l'avvii?"
Dice, porgendomi il cestello e io faccio come mi ha chiesto per poi tornare a Renèe che mi guarda soddisfatta. Così, prendo il mio bicchiere di latte e caffè che avevo appoggiato sul bancone e inizio a sorseggiarlo.
- " Allora? Stavi dicendo?"
- " Niente, solo che non c'è bisogno che ti ingelosisci per niente. Scusa, ma ora devo andare, tra un po' devo vedermi con il tuo fidanzato, non vorrei far tardi all'appuntamento."
E prima che io possa mandarla a quel paese, se ne va a passo svelto uscendo dal bar. Deve vedersi con Jeremy? Non è possibile, l'ha detto solo per farmi innervosire, mo lo telefono, tanto non c'è nessun cliente. Però, mentre cerco di prendere il telefono dalla tasca dei pantaloni della divisa, inizia a girarmi la testa, vedo tutto sfocato e deformato.
- " Marco aiutami!"
Poi il buio.
Quando inizio a vedere qualcosa, non ci metto molto per capire che non sono al bar. Mi trovo in una stanza completamente bianca, con dei neon al soffitto e una puzza di disinfettante invade le mie narici, da farmi girare lo stomaco. Continuo a guardarmi intorno per capire dove sono e noto che ho un ago infilato nel braccio attaccato a una flebo, accanto c'è un monitor che fa un fastidiosissimo segnale acustico che suona come il ritmo del mio respiro e sul monitor ci sono dei numeri che non capisco. Cerco di muovere le mani, ma riesco a muoverne soltanto una, perchè l'altra è bloccata, mi giro per vedere come mai non riesco a muoverla e trovo Jeremy che dorme seduto su una sedia e con al testa appoggiata al mio braccio tenendomi la mano. Sono in ospedale, ma perchè? Cerco di parlare, ma faccio fatica, così faccio dei respiri profondi e mi do forza.
- " Jeremy. Jeremy"
Non mi sente, muovo la mano che mi blocca, la sfilo lentamente e lo accarezzo, lui apre subito gli occhi, mi guarda e sorride felice, come non l'ho mai visto.
- " Oh amore mio! Finalmente ti sei svegliata."
Ha il viso stanco, la barba incolta e indossa una tuta blu stropicciata.
- " Che ci faccio qui?"
- " Sei svenuta mentre lavoravi e Marco ha chiamato l'ambulanza, perchè non volevi saperne di svegliarti. Sei qui da tre giorni, i medici stanno cercando di capire che cosa ti è successo. Vado a chiamare il dottore, torno subito."
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La Mia Speranza Oltreoceano
RomanceLara, una ragazza di trent'anni, a cui la vita non ha mai sorriso. Fin quando un giorno, incontra gli occhi piú belli del mondo, gli stessi occhi che le stravolgeranno la vita. STORIA DA CORREGGERE. Mi scuso in anticipo per gli errori. Alcuni capito...