Il verso stridente dell'Arpia riecheggiò intorno a loro come una maledizione, gelandogli il sangue nelle vene. Quasi all'istante un coro di voci furiose uscì dall'edifico, seguito immediatamente dal suono di numerosi corpi in movimento
- Cazzo!- esclamò Timmi - Taci, stronza!-
Lanciò una sfera di fuoco verso l'Arpia, colpendola di striscio all'ala. Il danno fu minimo, ma sufficiente a farle perdere quota e, in pochi secondi, si schiantò senza controllo tra gli alberi, sparendo alla vista con un verso di dolore.
- Dobbiamo correre!- esclamò Nadine, indietreggiando rapidamente, senza neanche sapere in quale direzione andare.
- Sono troppi, ci prenderanno!- replicò Xander.
- Voi andate avanti!- sbottò Timmi, prendendo la Fiaccola - Io vi raggiungo.-
E, prima che qualcuno di loro potesse fermarlo, svoltò l'angolo e andò incontro ai mostri. Poco dopo, sentirono rumori di lotta e grida di dolore.
- Timmi!- gridò Nadine.
Ma Jo l'aveva già presa per un braccio per trascinarla verso gli alberi. Per un istante lei sembrò voler fare resistenza, ma alla fine cedette, e tutti quanti cominciarono a correre.
Senza guardarsi indietro entrarono di volata nel bosco, schivando i rami bassi e le fronde affilate dei pini. Non fecero molta strada, comunque, e si fermarono dopo una decina di metri, l'edificio abbandonato ancora visibile attraverso i tronchi.
- Dobbiamo tornare indietro!- ansimò Xander, asciugandosi la fronte con la manica.
- Ha... ha ragione.- concordò Nadine, china per riprendere fiato - Dobbiamo... Timmi... dobbiamo tornare...-
- Ci farebbero... a pezzi...- obbiettò Jo, appoggiato contro un albero.
Xander annuì senza rispondere: gli girava la testa, aveva una paura tremenda, ma sapeva anche di non poter lasciare indietro il suo amico.
Cosa diavolo faccio adesso?
***
Tornato davanti all'ingresso dell'edificio, Timmi sguainò la Fiaccola e uccise le prime due creature che ne uscirono, cogliendole di sorpresa prima che potessero reagire. Assicuratosi di avere attirato l'attenzione degli inseguitori, tornò a infilarsi tra le conifere, dalla parte opposta rispetto agli altri, così da allontanare le creature da loro.
Non si voltò indietro a guardare, ma sapeva bene di essere inseguito veramente da vicino: gli pareva quasi di sentire il fiato di quelle cose solleticargli la nuca, e ogni tanto percepiva chiaramente dei movimenti alle sue spalle, artigli troppo lontani solo di pochi millimetri perché riuscissero a ferirlo.
In condizioni ottimali avrebbe potuto seminarli molto più facilmente. Forse sarebbe anche riuscito, in un certo qual modo, a tenerli più o meno a bada usando i vortici e la fiaccola (e, perché no, il demone). Tuttavia aveva già faticato abbastanza: si sentiva di nuovo un principiante, come quando aveva cominciato a imparare a usare i suoi poteri da piccolo, e usava troppa forza o troppo poca, o falliva con gli incantesimi. Era tutta una questione di abitudine, avrebbe avuto bisogno di un altro giorno o due per recuperare l'equilibrio.
Purtroppo, i demoni alle sue spalle non sembravano disposti a concederglieli.
Qualcosa di veloce lo affiancò, cercando di aggredirlo di lato. Lui scartò a sinistra, percependo la minaccia prima ancora di vederla, evitando di poco il nuovo assalto. Ben presto sbucò in una radura, dove le Arpie approfittarono dell'assenza di alberi per piombargli addosso.
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Sangue di Demone - Il Flagello di Dio
FantasyIn una città del nord del Montana vivono tre ragazzi delle superiori: Xander, gracile e anemico; Jo, appassionato di fumetti; Alis, secchiona e occhialuta. Tre nullità da due soldi, buoni solo per gli scherzi e poco altro. Tre nullità a cui il d...