Cap. 13: L'invito

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Andarono avanti in quel modo per un bel po', nelle settimane successive: le sue lezioni si rivelarono poco meno estenuanti della prima, e si tenevano con una cadenza quasi giornaliera, alla quale era impossibile dire di no (- Azzardati a mancare una volta e ti appendo per i piedi. E questa volta non sto scherzando.- lo aveva avvertito alla fine della prima lezione).

Aveva avuto modo di scoprire che questa era la verità quando, una settimana dopo, si era attardato lungo la strada e, al suo arrivo, era stato accolto da un ruggito di rabbia così forte che per poco non era finito lungo disteso solo per il tono della sua voce. Anche se la sfuriata era stata breve, Xander si ripromise di non tardare mai più: Timmi, come comprese presto, ci teneva moltissimo alla puntualità, e non era disposto a transigere. Un ritardo poteva equivalere a un problema. Un problema, nel suo lavoro, poteva significare morte.

Nonostante tutto, quelle giornate con lui avevano dei vantaggi: per prima cosa, Timmi era meno rigido di quanto lasciasse trasparire riguardo a certe regole (benché si rifiutasse di fargli marinare la scuola senza un ottimo motivo... tipo un diluvio universale, o una guerra atomica...), e aiutava il ragazzo a finire i compiti di scuola tutte le volte che ce n'era bisogno.
In secondo luogo, ogni tanto il mezzodemone faceva degli esempi pratici per aiutarlo a comprendere meglio alcuni tipi di magie, accennando ad alcune sue vecchie missioni che, pur essendo prive di dettagli degni di nota (per motivi professionali non poteva dare troppe informazioni), a Xander parvero davvero incredibili.

Suo malgrado, persino Jo (a cui Xander ripeté ogni parola) apprezzò cose come le lotte contro Draghi selvatici, battaglie all'ultimo sangue con dei demoni e persino un combattimento a mani nude tra lui e una Chimera. Quella volta un suo compagno, che fin da bambino ne aveva paura, si era quasi sentito male.

Infine, e questa era la cosa che gli piacque di più del tempo passato con Timmi, ogni volta che usava la magia imparava a fare qualcosa di nuovo, sia che si trattasse di trasformare un oggetto in un animale (- Bene, Donovan... ora però fai sparire il facocero e ridammi il mio tavolo.-), sia che si trattasse di spostare gli oggetti, anche pesantissimi, da una stanza ad un'altra senza nemmeno toccarli (- Ottimo... ma gradirei che l'aranciata te la prendessi con le mani, la prossima volta...-).

Quando tornava a casa, accendeva il computer ed entrava nella chatroom che Alis aveva creato per loro, cominciando subito a raccontare ai suoi amici dei progressi fatti. Talvolta dava loro delle dimostrazioni pratiche che li lasciavano sempre a bocca aperta, quando li vedeva (Timmi, anche se un po' riluttante, si disse d'accordo su questo, purché non ci fosse nessun altro in giro).

Superò sé stesso il giorno in cui, dopo una durissima settimana, lanciò una palla infuocata perfettamente eseguita contro una lattina vuota, polverizzandola all'istante tra gli applausi generali. La cosa più scomoda della magia, secondo il suo modesto parere, erano i vari inconvenienti che potevano capitare quando la adoperava: un paio di volte perse la concentrazione troppo presto, o ne usò troppa, con risultati che sfiorarono la catastrofe domestica (piccoli incendi localizzati come mobili distrutti, tubature esplose...).

Comunque, fu proprio grazie alla difficoltà che incontrava negli allenamenti che si rese conto di avere un vero talento nel fare esplodere le cose: se ne accorse davvero quando, un giorno, Timmi gli disse di fare un po' di esercizio insegnandogli un incantesimo esplosivo, con l'ordine di trovare almeno dieci modi diversi per utilizzarlo combinandolo con le (poche) altre magie già apprese.

Quella sera stessa lui cominciò ad esercitarsi, e ben presto scoprì di divertirsi come mai nella vita con le esplosioni. Arrivò addirittura a chiedersi se per caso non era un potenziale dinamitardo senza saperlo...

In ogni caso, dopo parecchia fatica e numerose ore passate a lavorare sui suoi poteri, una sera di Dicembre (sarebbero presto iniziate le vacanze natalizie), mentre lui, Alis, Jo e Nadine uscivano da scuola, Timmi andò loro incontro con una notizia che giudicarono fantastica:

- Tra poco dovrei recarmi alla presenza del Sommo Concilio.- annunciò, con aria scocciata.

Siccome in quei giorni la temperatura era scesa davvero, si era finalmente deciso a mettersi almeno un maglione, nero con uno zigzag giallo, sopra i vestiti. Meno male, perché iniziavano ad avere freddo solo a guardarlo.

- E questo cosa vuol dire?- chiese Xander.

- Che entro quella sera mi gireranno le...-

- No, per me!-

- Ah, quello... dovrai venirmi dietro.-

- Io?- esclamò lui, un po' sorpreso e un po' contento.

Erano settimane che sentiva parlare del Sommo Concilio, dei suoi colleghi (aveva parlato di Templari e Valchirie, addirittura) e dei suoi superiori, in particolare di Arcangeli. Ormai la curiosità era quasi un obbligo, per lui.

- No, Mago Merlino.- grugnì Timmi - Certo che parlo di te, sei quello che deve spegnere la Fornace, ricordi? Ti vogliono conoscere. Inoltre, credo che tra loro ci sarà addirittura almeno uno dei Custodi dell'Eden, e questo mi fa pensare che abbiano le informazioni che ci servono sulla Fornace... e forse su qualcos'altro.- aggiunse, incupendosi.

- Che tipi sono questi Custodi dell'Eden?- chiese Nadine, sinceramente incuriosita: fino ad allora, non aveva mai parlato molto di loro.

- Non mitizzarli troppo.- rispose lui - Erano esseri umani, un tempo, quindi sono più o meno come chiunque altro. Ora sono solo... un po' diversi.-

- Come?- fece Alis, sorpresa - Erano umani?-
Timmi annuì.

- I primi cinque erano esseri puramente divini.- spiegò - Tuttavia, proprio per questo, impazzirono... dovevano proteggere il giardino dell'Eden, ma poi presero un po' in antipatia i suoi inquilini. Se non fosse stato per colui che si faceva chiamare Evocatore, a quest'ora saremmo tutti morti. Ora ci sono dei nuovi Custodi, più sani di mente e molto più amichevoli verso la razza umana, proprio perché un tempo ne facevano parte. Sono tipi...- si interruppe, cercando di trovare le parole - ... simpatici.- concluse, annuendo - Non c'è molto altro da dire... sono cinque fratelli, e Danny è quello che mi piace di più.-

- Chi?-

- Il gran capo in persona. È un po' sfuggente, ma...-

- E quando li conosceremo?- chiese Jo.

-Voi non conoscerete proprio nessuno.- sbottò Timmi - Già è tanto che sappiate tutto di questa storia... non posso proprio portarvi con noi, Uriel mi condannerebbe al rogo eterno...-

Dal cambio d'espressione, a Jo sembrò sciogliersi la faccia.

- Mi spiace.- disse Timmi, sospirando - Ma l'unica cosa che otterrei sarebbe quella di farli arrabbiare tutti... e Uriel è alquanto intransigente, riguardo alle regole... credo che c'entri quella brutta storia del serpente...-

Jo guardò Xander, implorante. Il ragazzo si voltò verso Alis, che si strinse nelle spalle, e poi verso Nadine, che fece un sospiro e un sorrisetto. Si rivolse di nuovo a Timmi.

- Non puoi fare un strappo alla regola?- chiese.

Lui scosse la testa.

- No, non posso. Non questa volta.- rispose - Cercate di capire: se dipendesse da me non la farei così lunga... onestamente me ne sbatto i coglioni. Ma è contro ogni regola, e io le ho già forzate al massimo, con voi.-

Xander sospirò sconfortato.

- Non c'è proprio niente da fare?- tentò Nadine, delusa.

- No.- rispose Timmi - Rimanete a casa, e niente storie, d'accordo?-

- Ma...-

- Jo, se preferisci che ti convinca strangolandoti devi solo dirmelo.-

All'istante, il ragazzo chiuse la bocca. Soddisfatto, il mezzodemone rimontò sulla moto.

- Ci vediamo dopo, Donovan.-

Mentre si allontanava, cominciò a cadere la neve.

Sangue di Demone - Il Flagello di DioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora