Cap. 3: Il difensore

147 22 9
                                    

Bull lasciò andare Xander, che cadde di nuovo a sedere sull'asfalto, e si allontanò stupito dallo strano ragazzo. Lui mollò la presa sul suo polso e mise le mani sui fianchi, fronteggiando a testa alta il gruppo, che adesso ignorava il terzetto per concentrarsi interamente su di lui.

- Finalmente ti sei smosso di lì!- esclamò Bull, superata la sorpresa iniziale - Era da un pezzo che volevo suonartele!-

- Ah, ma davvero?- chiese senza alcuna passione il ragazzo - E come mai?-

- Perché così almeno avresti smesso di fare l'arrogante!- rispose l'altro - Tutte le volte che ti abbiamo rivolto la parola ci hai trattati come immondizia! Non se il re del mondo, sai?-

Un sorriso incurvò le labbra del ragazzo, come se quelle parole lo divertissero... ma, a guardarlo bene, si capiva che, in realtà, non era affatto rallegrato: si trattava più che altro di una specie di smorfia animalesca, come quelle che fanno i predatori quando stanno per colpire, quando sanno di avere una preda ignara a loro disposizione.

In ogni caso, Xander ebbe ancora più paura di lui.

Probabilmente Bull la pensava allo stesso modo, perché quando parlò la sua voce ebbe un tremito.

- Ma che hai da sorridere?-

Lui scosse leggermente la testa.

- Sorrido perché non hai idea del guaio in cui ti stai cacciando.- rispose piano.

Bull inarcò un sopracciglio.

- Cosa?- sbottò - Ma... ma chi accidenti ti credi di essere?-

Il suo ghigno si fece ancora più largo e minaccioso. Si sporse leggermente in avanti, fissando l'altro dritto negli occhi.

- L'ultimo anello della catena alimentare.- rispose in un sibilo venefico.

Bull sgranò gli occhi.

- Che?- esclamò - Ma chi diavolo...- balbettò.

Lui si limitò a sogghignare ancora, attendendo una replica.
- Oh, accidenti!- sbottò Bull - Ma chi cazzo sei?-

Stavolta, le labbra gli si arricciarono tanto che quasi scoprì i denti. Sembrava quasi che stesse ringhiando.

- Credimi, grassone... tu non vuoi saperlo.-

In un istante, la paura scomparve dal volto di Bull, sostituita dalla rabbia. I suoi compagni si scambiarono occhiate stupite, e qualcuno cominciò a scrocchiarsi le nocche e a ridacchiare.

- Cos'hai detto?- ringhiò - Che cazzo hai detto?-

Il ragazzo non rispose, si tolse il ghigno dalla faccia e tornò eretto, riassumendo la sua espressione di sempre. Bull perse del tutto la pazienza.

- Ora ti faccio vedere io!- esclamò.

Tirò al ragazzo un pugno grosso come un pallone da football. Senza scomporsi troppo, quello lo bloccò con la mano, afferrò il braccio di Bull e lo sollevò in aria, facendolo atterrare per terra di schiena. Il tutto senza usare la mano destra.

I presenti lo guardarono sbalorditi.

- Ancora?- chiese al boccheggiante capitano della squadra sportiva che cercava di rialzarsi.

Con un ringhio, quello si gettò addosso al suo avversario, imitato da tutti i suoi amici, riavutisi dal momento di sorpresa. Finì che si ritrovarono in una mischia confusa, dove non si capiva né chi era sopra né chi era sotto.

- Oddio!- esclamò Alis - Così l'ammazzeranno!-

- Non se li ammazzo io prima.- disse una voce che li fece sobbalzare.

Sangue di Demone - Il Flagello di DioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora