Timmi continuò a presentarsi davanti alla scuola per i successivi tre giorni, sempre con un giornale tra le mani. L'unica differenza riscontrabile nel suo atteggiamento generale fu che ogni tanto faceva loro qualche cenno di saluto, anche se non rivolse più loro la parola.
Anche il comportamento di Thomas Bull cambiò, e stavolta drasticamente: dopo la brutta esperienza della rissa smise di considerare sia loro che lui, e quelle poche volte che Xander lo incrociò in corridoio lo vide tirare dritto senza fermarsi. Aveva cominciato a ignorarlo, e nulla lasciava supporre che sarebbe tornato alle vecchie maniere.
Il che, tutto sommato, era decisamente un miglioramento.
In quel lasso di tempo i quattro fecero numerose congetture, tutte poco credibili ed estremamente fantasiose: Jo ipotizzò che fosse un alieno in incognito (cosa che, secondo lui, avrebbe spiegato l'abbigliamento nonostante il freddo); poi sostenne che si trattava di un esperimento genetico mal riuscito; infine, propose la tesi degli Avengers.
Smise solo quando Nadine gli impose di piantarla con le cretinate.
Dal canto suo Alis, che a differenza degli altri tre non aveva voluto arrendersi di fronte alla reticenza del ragazzo, passò un'intera giornata a pedinarlo, seguendolo per tutta la città dopo la fine dell'orario scolastico. La sola cosa che aveva scoperto era che abitava al piano terra di un edificio a cinque piani, in quello che una volta probabilmente era stato un garage, ma che era poi stato riadattato per viverci dentro. Oltretutto, a sentir lei, un paio di volte le era parso che si fosse voltato a guardare, quasi volesse essere certo che fosse ancora lì.
- Ci sta prendendo in giro!- decretò Jo quel pomeriggio, mentre lui, Xander e Nadine si erano rintanati in camera di Alis con la scusa di "studiare insieme", quando in realtà stavano parlando di Timmi.
- Tu dici?- chiese Nadine, poco convinta - Io non credo... ci ho parlato, l'altra sera, e non mi è sembrato che stesse scherzando. Era serio, e parecchio.-
- Andiamo, è ovvio!- sbottò lui - Hai una spiegazione migliore, forse? Ha anche lasciato che Alis lo seguisse... non gliene importa nulla, è evidente!-
- Non credo che mi stesse prendendo in giro.- ribatté Alis - Era come se... volesse farmi sapere dove rintracciarlo.-
- È uguale!- insisté lui, ostinato.
Xander incrociò le braccia dietro la testa e non disse niente, appoggiandosi meglio allo schienale della sedia, parzialmente disinteressato: la sola idea di scervellarsi su quella faccenda gli dava l'emicrania.
Non gli andava di immischiarsi in cose che non promettevano niente di buono, e infastidire Timmi sembrava proprio una pessima idea. Meglio lasciarlo stare fino a quando non se ne fosse andato per la sua strada.
In fondo, cosa poteva succedere?
- Xander?- lo chiamò Jo - Ehi!- esclamò, quando lui non rispose.
- Cosa?-
- Ti ho chiesto che ne pensi.-
Lui si strinse nelle spalle.
- Sinceramente non mi importa più di tanto.- ammise - Lui non vuole dircelo, quindi lasciamo perdere.-
Jo lo guardò a bocca aperta.
- Sei pazzo?- chiese con voce strozzata - Ha detto di essere qui per te!-
- E allora?-
- Come, "e allora"?-
- Piantatela.- sbottò seccata Alis - Non mi pare il momento. Siamo qui per studiare, no?-
- Credevo che volessi parlare.- disse Nadine.
STAI LEGGENDO
Sangue di Demone - Il Flagello di Dio
FantasiIn una città del nord del Montana vivono tre ragazzi delle superiori: Xander, gracile e anemico; Jo, appassionato di fumetti; Alis, secchiona e occhialuta. Tre nullità da due soldi, buoni solo per gli scherzi e poco altro. Tre nullità a cui il d...