6. Ora

68 3 1
                                    

Ho un raro giorno libero. È venerdì, e non ho né il lavoro né la scuola. Ma ho una tonnellata di compiti da fare per la mia classe di scrittura di scene. Cammino verso il campus, un facile cammino di dieci minuti giù per la collina, e trovo un punto isolato nell'angolo di un cafè al confine con la scuola. Non so di cosa scrivere. Ho delle idee. Tonnellate di idee. Ma per nessuna di queste vale la pena di sprecarci sopra del tempo. Non veramente. Il professore ha detto quello che dicono tutti: scrivete di quello che conoscete. Penso, non ci si aspetta che noi evitiamo i cliché?

Cosa conosco? Conosco il dolore e la perdita e l'isolamento. E la profonda, penetrante solitudine. Ma non voglio scrivere di tutta quella merda. Non voglio pensare a tutta quella merda. Pensarci la porta dritta in superficie dove può ferirmi si nuovo.

Forse devo scrivere di cosa non conosco. Quindi, cos'è che non conosco? L'amore, la felicità. Gesù, sta solo andando peggio.

Forse posso scrivere di cosa voglio conoscere. Harry. Sorrido al pensiero. Sono ridicola. Lo immagino seduto al bancone della mia cucina debolmente illuminata, il suo braccio tatuato si allunga davanti a lui, per raggiungere qualcosa. Per raggiungere me. Dio santo. Sono una stalker- livello ossessionata da quel ragazzo.

Scrivi di te stessa e basta, per l'amor del cielo. La cosa paffuta e non importante.

Chi sono? Cosa sono? Non conosco le risposte a queste domande, avendo fatto finta di essere qualcunaltro per gran parte della mia vita. So cosa.mia madre vuole che sia, medico, vedendo il suo nome illuminare il mio blocca schermo.

"Perché non ci andrai?" Abbaia appena rispondo al telefono.

Nemmeno un fottuto ciao. Nemmeno un "Come va la scuola, dolcezza?". No, quello lo dice la mia mamma televisiva. Una fan una volta mi ha detto che ero fortunata perché avevo due famiglie. Due mamme, due papà. Si è fermata, quasi in lacrime, prima di nominare i miei due fratelli sul set. Forse a lei mancano. Io le ho detto che andava tutto bene e le ho dato delle pacche sulla spalla. Io ho consolato lei.

"Bè?" Mia madre scatta ancora. Vorrei che Jenna fosse la mia vera madre, non solo una madre televisiva. Lei mi abbraccia... finti abbracci televisivi, ma io lascio me stessa sentirli come se fossero veri.

"Sono troppo impegnata," sospiro, sapendo che questo non sarà abbastanza per scoraggiarla.

"Impegnata?" Mi deride. Fa sempre questo suono nel retro della sua gola, come se si stesse soffocando con qualsiasi cosa dico, per darmi sapere che pensa che le mie idee siano completamente ridicole. "Non sai cosa vuol dire essere impegnati. Prova ad avere una carriera e dei figli poi mi dici cosa vuol dire essere impegnati."

Lascio il suo commento appeso nell'aria. Non ho una risposta per la sua "carriera" impegnativa. Ha lasciato il suo fottuto lavoro quando ho iniziato a guadagnare abbastanza da mantenere la nostra famiglia, quando avevo dieci anni. E"figli"? Davvero, madre? Ci sono io. Lui se n'è andato, e io sono tutto ciò che c'è.

"Non sono nemmeno nominata. Che senso ha?"

"Non essere così egoista," va sempre a finire lì. Avrei dovuto saperlo. Perché ho risposto al fottuto telefono? Perché oh perché oh perché? "Lo show è nominato. Devi andare per lo show. È la tua ultima stagione."

È giusto. Dovrei essere lì per gli straordinari scrittori e il cast. Ma odio gli awards e le interviste e ugh. "Va bene." Aggancio prima che possa sgridarmi di nuovo.

Mi metto le cuffie e mi siedo per scrivere qualcosa. Qualsiasi cosa. Ma tutto quello che sono in grado di immaginare ora è quell'orribile albero di arance librarsi sul muro rosa e sui cespugli di rose che si accasciano in basso. Chiudo gli occhi, cercando disperatamente di spingere via questi pensieri. Quando li apro, decido che è inutile, metto le cose a posto, ed esco di lì. Che senso ha starmene lì seduta a sforzarmi di scrivere?

The Other One [ Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora