28. Ora

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L'aeroporto di Manchester è pieno di paparazzi. Siamo seguiti al parcheggio dallo sciame, e sono così contenta in questo momento di non aver preso il treno. Avrebbero potuto esserci infiniti scatti imbarazzanti di me che dormo, sbavo, mangio. Sto zitta mentre Harry parla con sua madre e sua sorella, caricando le borse in macchina. La fottuta agente dei biglietti deve aver ottenuto un adorabile bonus di Natale vendendo il mio itinerario ai tabloid. Cazzo. Cazzo. Spero davvero che questi stronzi non mi rovinino il viaggio.

Ma Harry e la sua famiglia continuano come se non fossero nemmeno lì. Aggancio la cintura di sicurezza vicino a Harry nei sedili posteriori e strofino le mani sulle gambe ansiosamente. A casa, e a Londra e a New York, i paparazzi ti vengono dritti in faccia, bloccano la tua macchina, ti seguono lungo la strada. La sicurezza dell'aeroporto sembra contenerli in qualche modo ora, ma sono preoccupata di uscire di qui al sicuro, arrivare a Holmes Chapel senza un entourage indesiderato, superare questa vacanza senza nessun titolo in prima pagina.

"Com'è stato il volo?" chiede Anne mentre si immette in strada. Cerco di nascondere la mia paura circondandomi il corpo con me braccia. Non voglio parlare del nostro viaggio in prima classe, non voglio riaprire quelle ferite.

"Bene," risponde Harry, allungandosi per sbrogliare le mie braccia, "lungo, ma è stato davvero tranquillo. Nessuna turbolenza, così abbiamo dormito." Fa scivolare le dita tra le mie e strizza gentilmente.

"Bene," Anne sorride nello specchietto retrovisore. "Questa sembra ancora addormentata," ammicca verso di me.

"Lo sono," confermo, sorridendo di rimando. "Penso sia il fuso orario." O il panico. Sono così nervosa. E se mi odiasse? Come sembrava fare Gemma al telefono. E se dicessi o facessi qualcosa di stupido? Dio, non sono per niente pronta per questo. Non ho idea di come comportarmi.

"Bè, ceneremo presto, poi voi due potrete ritirarvi per la notte."

Harry si piega in avanti e mi bacia la guancia, poi mi sussurra nell'orecchio, "Dovremo essere lì tra circa mezz'ora."

"Okay," annuisco, guardando lontano dal suo sguardo fisso, così perfettamente verde. "Sono contenta che abbiamo preso un volo notturno, così posso vedere il posto." Gli edifici compatti di Manchester hanno lasciato il posto a campi estesi coperti di neve, come un mare di marshmallow sciolti. È così bello. Voglio mangiarlo.

"Sei stata da qualche parte in Inghilterra apparte Londra?" chiede Gemma, girandosi nel sedile.

"Quando ero piccola," annuisco, "sono stata a Bath, Stonehenge, um... forse Oxford." Scuoto la testa. "Avevo solo 8 anni, quindi non ricordo davvero."

"C'è qualche posto che ti piacerebbe davvero vedere?" Anne sbircia di nuovo verso di me dallo specchietto.

"Forse qualche sito letterario, come Stratford- upon- Avon. Oh, e Liverpool. Abbey Road. Tipo ogni cosa legata ai Beatles, onestamente."

Harry sta ammiccando. "Liverpool è vicina. Possiamo andarci un giorno della prossima settimana," dice. "Nient'altro?"

"Um, so che sembra pazzo, ma adorerei andare a un ippodromo." Tutti quegli anni a leggere i misteri di Dick Francis. Voglio vedere i posti che ha descritto.

"Quel problema del gioco d'azzardo è di nuovo fuori controllo? Devi risolvere qualche guaio?" Mi pizzica giocosamente la guancia.

"Ho solo bisogno di una grande vincita, e poi tornerò, in cima," dico disperatamente, ghignando. Gemma ci sorride dal sedile anteriore.

Lo scenario è cambiato di nuovo, e siamo in un piccolo villaggio delineato da edifici a mattoni marroni e rossi. "Eccola," dice Harry. "Casa." Il mio stomaco si restringe. No. La tua casa è con me.

The Other One [ Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora