49. Ora

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Mia madre finì col chiederci di rimanere a cena quando rientrammo. Ma io non riuscivo a capire come ho potuto stare lì, guardando quel fottuto albero senza crollare. Tutti questi anni di terapia hanno finalmente funzionato? Mi strofino le mani sulla faccia, sorridendo al mio stupido cervello. Rimaniamo per cena, ed è carino. Cucina l'arrosto, che Harry divora. Voglio dire, andava bene. Non era un rospo in un cestino. Ma era buono. Alla fine della serata, il mio stupido cervello le fa una stupida domanda perché evidentemente non posso più controllare il mio fottuto cervello o la bocca, ma non importa.


"Allora, mamma, um, ti andrebbe bene se io, tipo, girassi qui un film breve un giorno di questa settimana o il prossimo weekend?" Harry strofina la mano sulla mia schiena, come se sapesse che avessi bisogno di essere calmata.


Lei spalanca gli occhi. "Che tipo di film?"


Spiego del compito su Hitchcock, sul creare la suspense. "Quindi, stavo pensando di usare quel giorno, il girono in cui l'ho trovato."


Mi fissa in assoluto silenzio per diversi secondi. Passa così tanto tempo, che inizio a sentirmi a disagio e guardo Harry che mi sorride gentilmente. Alla fine, lei dice, appena oltre un sussurro, "Chi ci sarà qui?"


"Io e Harry," lo guardo di nuovo, e lui annuisce, "e il mio partner, Andre. E probabilmente Josephine Rouse, la sorella minore i Samantha. Voglio dire, devo chiederglielo, ma..." Sorrido.


"Posso stare qui?"


"Certo," sorrido stancamente. "Potremmo avere una o due crew in più, ma non sono ancora sicura. Ti farò sapere."


"Okay."


Harry mi bacia i capelli. Balbetto, "Gr-grazie. Um, sei, sei impegnata domani?" Da dove viene questa roba? Sto iniziando a sentire la mancanza della me contenuta e curata.


Sembra che mia madre abbia fatto il botox a tutta la faccia. Puro shock. "Uh, no. Non penso." Cazzo.


"Volevo portare Harry a fare un brunch al beach club a Santa Monica. Vuoi venire?"


E ora sta sorridendo. "Sì. Sì. Grazie, Madelyn."


"Okay, allora ci troviamo lì, tipo, alle undici?"


Ci abbracciamo-- un vero abbraccio-- anche se ci vedremo tra 12 ore. Ma è carino. E' come madri e figlie dovrebbero essere le une con le altre. Io e Harry ce ne andiamo, e gli dico di prendere Altadena Drive, così gli posso far vedere la mia scuola elementare e la chiesa che frequentava mia madre. E poi guida verso casa mentre sonnecchio sulla sua spalla.


"Piccola, siamo a casa," mi accarezza la guancia.


Mi siedo e lo guardo con un occhio chiuso. "Di già? Non so perché ho così sonno."


"E' stata una lunga settimana."


"Alcune settimane." Scuoto la testa. "Mesi."


The Other One [ Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora