11. Allora

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Cercai di sotterrare il dolore. Lo ammucchiai sotto i sorrisi e le risate, ma i cerchi scuri sotto i miei occhi e i pensieri oscuri nella mia mente erano difficili da nascondere. Erano passati tre anni. Tre fottuti anni e non era diventato per niente più facile. Lo vedevo ancora penzolare da quel fottuto albero, perseguitandomi a ogni respiro.

Avevo bisogno di un modo per far tacere il mio cervello. Un modo per intrepidire il dolore che si rifiutava di essere seppellito, artigliandosi attraverso tutto il mio essere. Jonas, il mio amore televisivo, posò la sua mano sulla mia e mi portò a vedere un lembo di tramonto. La sua gentilezza era sconosciuta, ma poteva vedere che stavo cadendo a pezzi. Tutti potevano vederlo. Ero una ferita spalancata che rifiutavo di curare. Ordinò uno shot per me e premette il bicchiere sottile contro le mie labbra. Bruciava come acido, come vomito. Ma lo bevvi. E un altro. E un altro. Finché non sentii assolutamente niente. Tranne le vertigini. E questo era divertente. Le vertigini erano buone.

Ho avuto di nuovo le vertigini il giorno dopo. E quello dopo. E quello dopo. Stavo meglio quando la stanza girava, quando ero alticcia.

Le bottiglie nella mia borsa tintinnarono insieme. Clink. Il suono mi fece sorridere. Clink. Non potevo quasi sentirlo. Lui non era quasi dietro i miei occhi ogni volta che si chiudevano. Ero quasi intorpidita.

La mia estate gocciolò via come le ultime gocce di una bottiglia vuota. Mi rannicchiai nel mio garage convertito in appartamento sul davanti della casa dei miei genitori-- il più lontano che potevo dal fottuto albero ma rimanendo nella proprietà-- e bevvi via i miei giorni. Bevvi finché non potei più piangere, svenendo o vomitando invece.

Clink. La mia borsa piena di bottiglie invece che di libri tintinnò. Clink. Inciampai nel parcheggio dello studio. Mitch afferrò la borsa e la tirò contro il muro del sound stage, Marina Nights immersa nella vodka. Distolsi lo sguardo da lui, circondandomi con le braccia. "Abbastanza," ringhiò. Poi più dolcemente, "abbastanza."

Caddi in ginocchio e piansi per il liquore perduto, rabbrividendo in dei singhiozzi che vennero fuori come ululati. Si accovacciò accanto a me e tirò via le mie mani dalla mia faccia contorta. "Gesù."

Le sue braccia si strinsero intorno e sotto di me, e mi alzò come una bambina. Una bambina che piange. Mi posò nel retro della sua macchina e mi portò all'ospedale. Quando realizzai dov'ero, ero così arrabbiata, lasciai lo show. Lo chiamai con ogni nome osceno a cui potevo pensare, il peggiore dei quali fu probabilmente fottuto pedofilo pervertito. Volevo indietro il mio intorpidimento. E lui lo frantumò contro il muro contenente la mia stupida falsa fottuta vita.

Ma poi iniziai a vedere. Come la nuvola di alcol mi lasciò, iniziai a vedere che non ero mai stata davvero intorpidita. Lui era ancora lì impiccato e io ero ancora triste.

Non ho più bevuto.

The Other One [ Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora