The Other One [ Italian translation]

44. Ora

Mi lancio verso Harry, avvolgendo le braccia strette intorno al suo collo, piangendo sulla sua spalla. E le sue braccia, oh, le sue braccia mi tengono così stretta contro di lui. E mi sento così al sicuro.

"Ti amo, Harry."

"Oh, piccola, anch'io ti amo." Mi spinge via i capelli dalla faccia e mi alza il mento per baciarmi, un soffice bacio lento. "Grazie."

"Per cosa?" Mi asciugo le lacrime dalle guance.

"Per avermi permesso di leggerlo. Per avermi permesso di entrare."

Arrossisco, facendo un passo indietro. "Sei il benvenuto." Si avvicina, avvolgendo di nuovo le braccia intorno a me. Sono immobilizzata contro la porta, e spinge tutto il corpo contro di me, baciandomi, un bacio lento di quelli che ti consumano. Le sue mani scivolano in basso, e mi alza. Avvolgo le gambe intorno alla sua vita e incrocio le caviglie.

"Sfacciata," esala nel bacio, facendo scorrere le mani sulle mie mutande e le gambe nude. Mi porta attraverso la casa, nella stanza della tv, e si siede sul divano, con me sopra di lui. Le sue mani trovano la mia faccia, accarezzandola. Amandola. "Non so cosa pensavi ci fosse di così terribile."

Sorrido. "Il modo in cui ho dubitato di te, presumo."

Harry scuote la testa. "Mi hai spaventato così tanto mentre continuavi a dire, se mi ami ancora, come se avessi fatto qualcosa di davvero brutto." La sua voce si abbassa quasi a un sussurro. "Come Fern." E sta fottutamente piangendo di nuovo.

Cazzo. Sono la persona più insensibile sulla terra. Non ho nemmeno considerato come avrebbe preso le mie parole. Cazzo. Inizio a piangere. "No, Harry, no. Mai. Non lo farei mai. Ti amo così tanto. Ci sei solo tu. Ci sarai sempre solo tu." Lo bacio, cercando di passargli le mie emozioni attraverso il bacio. Di mostrargli il mio cuore con le mie labbra e le mie mani.

Sto sudando come una pazza, e mi asciugo il viso con le maniche della sua felpa grigia. Tira l'orlo, con gli occhi che chiedono il permesso, e alzo le braccia per fargliela togliere, l'aria fresca è confortante per la mia pelle super-calda. Una mano mi sostiene la schiena, e l'altra scivola in alto e sul mio petto, sul mio collo, tirandomi più vicina. I nostri baci ora sono più profondi, più appassionati, senza fiato. "Ti amo," sussurra. Il mio stomaco ringhia in risposta. Ride. "Affamata?"

"Sì, tu?"

Annuisce. "Potresti prendere una banana. Una enorme fottuta banana."

Arrossisco, e gli colpisco forte la spalla. "Dio, sapevo che se te lo avessi fatto leggere, non avresti mai smesso di prendermi in giro. Ami stuzzicarmi."

"Sì, è vero. Ma mai in modo meschino, lo giuro. Sempre giocoso." Mi bacia, poi ghigna. "E tu ami essere stuzzicata." 

Annuisco. "E' vero."

"Quindi, riguardo quella banana..."