63. Allora

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Due giorni dopo. 


Non avevo dormito. Non avevo mangiato. Non ero esistita. 


Non mi ero mossa dal suo letto, che odorava come i suoi capelli e erba e un aroma sciropposo che non ho ritrovato in nessuna altra parte. Quando i paramedici se ne erano andati, il suo corpo avvolto in una busta blu inquietantemente allegra, mi ero arrotolata su me stessa, mi ero coperta con le sue coperte e avevo pianto.


Ho pianto fino a che non potevo più respirare. Ho pianto finchè i miei occhi non si sono gonfiati. Ho pianto finchè non è rimasto più niente. 


Niente di me.


Due giorni dopo. Finalmente uscii dalla camera, dato che il mio corpo chiedeva un sostentamento. Tutto era fermo e silenzioso. 


E per la prima volta dopo molti anni volevo mia madre. Ne avevo bisogno. 


Camminai verso la sua porta. La sua voce che risuonava attraverso la porta chiusa mi fermò sui miei passi. "Il consulente scolastico ha detto che non è andato a scuola per più di un mese," disse. "E che si era tagliato i polsi. Di nuovo. Quindi sì, ci sono stati segnali." Di nuovo? E con chi cazzo stava parlando? 


Aprii la porta, il sangue mi ribolliva dalla rabbia. "Cosa? Perché non me l'hai detto?" La mia voce tremava dall'emozione. Anche la mia mano sul pomello tremava. Tutto il mio corpo stava tremando, si stava dissolvendo. 


Abbassò il telefono, posandolo sul suo grembo. "Non era qualcosa di cui dovevi preoccuparti," si accigliò, i suoi occhi scansionarono il mio corpo nel modo giudicante che aveva perfezionato. 


Crollai. "Sei fottutamente seria?" Le urlo. "Allora perché cazzo hai mandato me a controllarlo?" 


Voglio dire, oddio. Avevo dodici anni. Lui avrebbe dovuto controllare me. 


Si pizzicò il ponte del naso, chiudendo gli occhi. "Non parlarmi in quel modo Madelyn."


"Certo, Meredith. Non è che hai un lavoro. Cosa dovevi fare do così fottutamente importante da non poter essere qui?" Le arrivai proprio sul viso, che era rigato di lacrime. "Huh?" Volevo colpirla, graffiarla, morderla. Volevo ferirla come lo ero io.


"Non avevo idea che controllare tuo fratello sarebbe stato un tale peso," il suo tono grondava sarcasmo. Era come un rubinetto che straripa. Come il sangue.


"Fanculo, Meredith. Perché non provi ad essere tu il genitore per un fottuto attimo? Perché non ti prendi fottutamente cura dei tuoi figli?" La mia voce si rompe e incespico fuori dalla stanza singhiozzando. 


Figlia. Perché non ti prendi cura di tua figlia... 


C'ero solo io.


E a malapena. 

The Other One [ Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora