30. Ora

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Sono sdraiata sotto una spessa calda coperta sul divano di Anne, le mie gambe tese oltre il bacino di Harry, e stiamo guardando lo speciale di Natale del Dottor Who. Bè, lui lo sta guardando. Loro. Io sto guardando il mio polso, torcendo il mio braccialetto ancora e ancora. Dal modo in cui è montato, posso sempre vedere uno dei piatti incisi. Happily. Capovolgo il metallo piatto. Strong. Capovolgo. Happily. Capovolgo. Strong. Ruoto tutto intorno al mio polso, le perline blu e verdi e viola catturano la luce.

Mi sento come se il mio regalo per lui fosse frivolo in confronto. Il suo è tutto, ti amo. Il mio è tutto, so che ti piace la musica? (Scrollo le spalle). Ma se sapesse cosa ho dovuto fare, cosa ho fottutamente dovuto fare per avere quei pass per il backstage. Allora saprebbe che significa amore. Vedete, neanche Maddie Turner può andare e basta dietro le quinte dei Rolling fottuti Stones. Devi conoscere qualcuno. E io lo faccio, ma non è qualcuno con cui parlo. Mai.

Mio padre.

Okay, per essere onesti, non ho parlato con lui di persona. L'ho fatto chiamare da Karen. E poi lui l'ha messa in contatto con il suo vecchio amico di liceo Jim, un batterista che ha lavorato con gente come John Lennon e Elvis Costello e Mick fottuto Jagger. Jim sapeva subito chi ero quando ho chiamato, e quando ho spiegato di cosa avevo bisogno, disse che avrebbe visto cosa poteva fare. Soprattutto se suo figlio poteva assistere a una registrazione di Turning Pages. Voglio dire, chi regala niente, giusto? Ovviamente ho accettato. E Jim mi ha richiamato due giorni dopo con i dettagli, però i pass sono stati mandati dal management degli Stones direttamente alla mia casella postale più tardi quella settimana. Ma poi, fottuto stupido che è, mio padre ha iniziato a chiamare Karen chiedendo di parlare con me. E a chiamare Mitch. E mia madre. Come se ora fossi in debito con lui, o altro. Fottiti. Quindi, sì, il mio regalo per Harry dimostra il mio amore per lui. Perché solo per lui mi avvicinerei mai a mio padre. In qualunque modo.

Harry mi sta fissando mentre ruoto il mio braccialetto. "Cosa?" Chiedo, chiedendomi da quanto mi sta guardando.

"È scomodo?"

"Cosa? No! È perfetto." Mi stringo il polso al petto protettivamente, come se potesse prendermelo.

"Continui a muoverlo come se ti desse fastidio."

"No," continuo a muoverlo come se mi mettesse in soggezione, come se non potessi crederci. "Lo amo. Lo sto solo... ammirando." Fa il mio lento, oh così bel sorriso. "Ovviamente l'hai fatto fare..."

"Ho fatto incidere i piatti, ma il resto l'ho fatto io."

"Sta' zitto," mi siedo, spalancando gli occhi. "L'hai fatto tu?"

Ride. "Voglio dire, si trattava solo di infilare qualche perlina su un filo e tagliare qualche catena e attaccare il tutto a un anello alla fine. Non è chissà cosa--"

Fermo le sue parole con le mie labbra, le mie mani avvolte nei suoi lunghi capelli. Gli arrivano quasi alle spalle, ricordandomi delle foto di mia madre di giovani dei primi anni '80. Non è chissà cosa. Merda. Il suo regalo è ancora più perfetto ora che so che l'ha fottutamente fatto lui. "Ti amo," sussurro nella sua bocca, poi spingo di nuovo dentro la mia lingua. Spinge le mie gambe sul suo bacino, e posso sentirlo duro contro i miei polpacci.

"Andiamo, Haz, è troppo!" Gemma tira un cuscino dall'altro divano. Rido e mi ributto sul divano, così scivolando i miei piedi premono contro la sua erezione. Lo prendo con le dita dei piedi, e mi lancia un'occhiata di avvertimento. Tipo, ti farò il solletico. Ti porterò su per le scale mentre ti faccio il solletico. O forse solo, non sarò in grado di fermare i miei grugniti. Muovo il piede lentamente, i miei occhi fissi nei suoi. Mi mima la parola sfacciata. Ma non mi ferma. I muscoli delle sue spalle e della schiena si tendono mentre cerca di fingere di guardare lo show. La sua mano si immerge sotto la coperta e si incunea tra le mie gambe. Strofina lentamente le dita contro il mio pigiama e alza le sopracciglia verso di me, tipo due possono giocare a quel gioco. E perderò, quindi tolgo le mie gambe da sopra di lui e mi alzo, stirandomi.

The Other One [ Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora