26. Ora

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Poso la testa sulla sua spalla. Fa scorrere le dita tra i miei capelli, le sue dita grattano la pelle. "Otto settimane. Pazzesco. È strano. Non sembra sia passato così tanto, ma allo stesso tempo, sento come se ti conoscessi da tutta la vita. Come se ti avessi sempre conosciuto," dice.

"Bè, più o meno è così..."

"Non la vera te, non come adesso."

"Quella notte in cui mi hai baciato per la prima volta--"

"O rudemente spinto contro un muro in un bar, come hai detto," mi interrompe.

Rido. "Giusto, bè, hai detto che non pensavi davvero che fossi falsa. Che eri arrabbiato per altra roba. Siamo stati presi da così tanta merda nella mia vita, che non ti ho mai chiesto cos'era quell'altra roba."

Si pizzica il ponte del naso. "Ho avuto due chiamate dall' Inghilterra quel giorno. Una da Fern, di cui abbiamo già discusso." Oh. "E una da mia madre che mi ha detto che si sarebbe sposata a Capodanno."

"Non ti piace lui?"

"No! Robin è fantastico. Voglio dire, mi riferisco già a lui come il mio padrino e l'ho fatto per anni."

"Allora perché ti ha fatto arrabbiare?"

Sospira. "Uno, il costo di tornare là. Non potevo permettermi il biglietto, e sapevo che non poteva nemmeno mia madre. Ma lo ha racimolato. Due, l'idea di tornare in Inghilterra dopo Fern era troppo dura."

"Ti ha davvero ferito," dico tristemente, ma voglio davvero strappare la sua fottuta faccia.

"Si, l'ha fatto. Pensavo di amarla. E Abby. Lo pensavo davvero."

"Cosa ti ha fatto cambiare idea?"

"Innamorarmi di te." Fa scorrere le dita sul mio viso. "Amarti mi ha mostrato cos'è davvero l'amore."

Non so nemmeno cosa dire, così lo bacio e basta.

La mattina dopo, mi alzo con il sole e nuoto per un' ora, faccio la doccia, e realizzo qualche scritto al bancone della cucina. Sto cantando la canzone dei Fall Out Boy emessa dalle mie cuffie, quando una viene tirata via. "Ti alzi troppo presto," borbotta Harry contro i miei capelli umidi.

Chiudo il mio Mcbook e giro lo sgabello da bar. "Mi dispiace, amore." È già vestito per il lavoro. "Cantavo troppo forte? Mi sto ancora abituando al fatto che ci sia qualcunaltro qui. Ero così sola."

"Cantavi bene." Mi bacia dolcemente. "E non sei più sola, piccola. Hai me." Continua a dirmelo. Mi piace sentirlo.

"Lo so," lo bacio dolcemente. "E non solo te. Ho i miei amici dello show. E i tuoi amici. Sono anche miei amici, giusto?"

Annuisce. "E tua madre." Mi acciglio. "Sì, tua madre." Annuisco, rilassando la mia faccia. "E presto, avrai mia madre. È così eccitata che verrai in Inghilterra."

"Oh, già, riguardo a quello. Hai già il tuo biglietto?"

Annuisce. "Ho la conferma nelle email."

"Puoi inoltrarmelo così posso provare ad avere un posto sul solito volo?"

"Devi prendere anche un biglietto del treno, ma puoi comprarlo sul treno, credo." Tira fuori il suo telefono. "In realtà non conosco la tua email."

Rido. "E MadelynTurningPages, tutto attaccato. Chiocciola gmail."

"Bene, fatto," accarezza i miei capelli umidi. "Hai nuotato?"

"E fatto la doccia." Annuisco.

"Vai ancora a correre?" C'è un lampo di malizia nei suoi occhi. Oh, se non fossi andata andata correre giù per la collina quel giorno... se non avesse tirato quel cuscinone invece si estrarlo con cautela... dove saremmo adesso? Ci conosceremmo? Mi sentirei me stessa? "O quella era una cosa di una volta?"

The Other One [ Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora