16. Ora

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Sto urlando. Posso sentire la mia gola diventare rauca, ma non la sento veramente. Tutto quello che sento è il mio battito cardiaco e la musica martellante del club, che continua nonostante la carneficina nel retro. La folla forma un cerchio intorno a noi, il fotografo scatta delle foto tutto il tempo. Fottuto avvoltoio.

Harry sembra aver perso se stesso nell'azione ripetitiva di colpire la faccia di Jonas. Non risponde a niente o a nessuno; continua a colpirlo e basta, e sono terrorizzata. Non di Harry. Per Harry. Se non so ferma, ucciderà Jonas, e per quanto mi piacerebbe sputare sulla sua tomba, non voglio davvero passare il resto della mia vita a trovare Harry in prigione. Ma lo farei.

Arriva la sicurezza e tirano Harry via da Jonas. La guardia più grossa ha il braccio attorcigliato intorno a quello di Harry e sta cercando di trascinarlo via dal club, ma gli afferro il braccio. "Cosa cazzo stai facendo?"

"Ha attaccato quell'altro, quindi deve andarsene. I poliziotti stanno già arrivando."

Sto scuotendo la testa. "Hai torto, signore. L' altro stava per colpirmi. Harry l'ha fermato."

La guardia sembra dubbiosa. "Stavi urlando affinché qualcuno lo fermasse."

"Sì, perché non voglio che vada in prigione."

"Potrebbe andarci," grugnisce, e so che Harry è in guai seri.

"Sta dicendo la verità, amico." Il fotografo si spinge attraverso la folla verso di noi. "Ho filmato tutto." Apre lo schermo della sua larga macchina digitale e scorre attraverso le foto. Posso vedere la presa della guardia su Harry allentarsi man mano che scorrono, e alla fine lo lascia del tutto.

Allungo le mani verso la faccia di Harry. Gli sta sanguinando il sopracciglio e il labbro inferiore. Circondo con le braccia il suo bacino e gli bacio la guancia. Nasconde la testa nel mio collo. "Mi dispiace," sussurra. Le mie dita raschiano i suoi capelli, cercando di calmarlo.

Ma la mia voce è tremante e aspra. "Che si fatta quello. Non scusarti. Se lo meritava."

"Sono d'accordo," dice il fotografo. Lo fisso. "Scusa, solo. Ho sentito cosa ti ha detto Jonas."

"Grazie per, bè, solo grazie." Dico goffamente. Guardo verso la guardia di sicurezza. "Possiamo andare?"

"No, avremo bisogno che tu aspetti e dia una dichiarazione alla polizia."

Guardo in basso verso Jonas, che sta mugolando sul pavimento drammaticamente, una guardia di sicurezza sta esaminando la sua faccia gonfia piena di sangue. Merda. Sporgerà denuncia. Lo conosco. So che lo farà.

Tiro fuori il telefono dalla mia piccola borsetta e chiamo il mio avvocato. "Jack, ho bisogno di impegnare i tuoi servizi per un mio amico."

"Cosa succede?"

Gli descrivo la lotta nei dettagli.

"La polizia è già lì?"

"No, non penso."

"Okay, andatevene. La sicurezza privata non può trattenervi a meno che non vi arrestino. Se la polizia arriva prima che ve andiate, esercitate il diritto di rimanere in silenzio. Entrambi. Non parlate con nessuno e meno che io non sia con voi. Richiamami e fammi sapere che succede."

Mi giro verso Harry. "Vieni, ce ne andiamo."

Mentre raggiungiamo la porta, la guardia di sicurezza ci blocca l'uscita. "Ho bisogno che rimanga, signorina."

"In realtà non puoi forzarci a restare," rispondo. Sembra incerto. Sa che ho ragione, ma chiaramente non è abituato che la gente metta in discussionela sua autorità. "Lo arresterai?"

The Other One [ Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora