Blood.

2.8K 190 106
                                    

Lo studio era grande, ma non troppo. Una scrivania in legno di ciliegio era posta al centro della stanza, piena zeppa di scartoffie e porta penne con cancelleria varia.
La poltrona di stoffa provocò un rumore sordo quando la donna con poca grazia si gettò letteralmente su di essa facendo volare in aria dei piccoli granelli di polvere. Scosse la testa sorridendo compiaciuta e poi giunse le mani, fissandomi negli occhi.

"Accomodati" sussurrò indicandomi con lo sguardo una piccola sedia rivestita con stoffa nera.

Mi avvicinai con cautela prendendo posto in attesa che la donna mi dicesse il motivo della sua convocazione.

"Ho visto i tuoi voti eccellenti, Aria" iniziò.

Sorrisi falsamente non capendo la sua vera motivazione, sfregavo le mie mani facendole diventare rosse dal nervoso. La vernice scura delle pareti metteva quasi tristezza. Depressione, e di certo era l'ultima cosa che in quel momento mi serviva.

"Voglio arrivare al dunque con te signorina" disse cambiando tono.

Un ghigno si accese sul suo volto, un sorriso sghembo e crudele comparve improvvisamente. Il cuore iniziò a battere forte e la salivazione aumentò a dismisura.

"Tu hai giá capito chi sono" disse lei ticchettando con le unghie sul legno.

Afferrai i braccioli della sedia pronta a scappare ma la sua voce mi bloccò ancorandomi a quella posizione, tenendomi stretta e salda. Alcune goccioline di sudore appiccicarono i miei capelli, dal nervoso. Era lei, la donna che cercò di uccidermi, la donna che tentò di strangolarmi senza un motivo ben preciso. Era sempre stata lei, ed io me ne accorsi subito. Dal suo sguardo pazzo, dal movimento delle mani, e dal colore delle unghie. Rosso sangue.

"Se provi ad urlare, scappare o fare parola con qualcuno potrai dire addio al tuo amichetto" disse riferendosi chiaramente a Stiles.

Tornai alla mia posizione iniziale con l'ansia alle stelle ed un nodo alla gola, non avevo il coraggio di spicciare parola, niente.

"Che devo fare?" chiesi fredda volgendo lo sguardo altrove.

"Voglio Derek, e tu mi aiuterai" esclamò fissandomi.

Riportai la mia attenzione ai suoi occhi, freddi, gelidi. Come il mare d'inverno. Vuoto, privo di emozioni. Non come in estate, calmo, sereno, e con tante persone che scherzano tra la spuma cristallina. Una tempesta di sensazioni pronta ad esplodere.

"Non si fida di me" sussurrai.

"Fá in modo che si fidi, Aria" disse con fare autoritario sbattendo il pugno sul tavolo.

Sussultai a quel rumore sobbalzando leggermente, chiusi gli occhi per lo spavento e deglutii sonoramente.

"Come farò? Scott e Stiles mi stanno dietro" confessai.

"Trova una scusa, o dovrò toglierli di mezzo, per sempre" disse passando un dito sul suo collo per rimarcare la minaccia.

"Cosa vuoi da Derek?" osai chiedere.

"Non ti riguarda" si alzò dalla sedie volgendo il corpo e lo sguardo verso la finestra.

"Se devo aiutarti voglio sapere il motivo" quasi presi coraggio.

Si voltò rapidamente verso di me, raggiunse la mia posizione con passo svelto e veloce e mi afferrò i capelli fissandomi negli occhi e scrutandomi l'anima.

"Forse non ci siamo capite" mi sussurrò.

Sentivo il collo fare male ed i segni bruciare per il forte dolore, quei segni che lei stessa aveva inciso sulla mia pelle poche ore prima. Quei segni che avevo tentato invano di coprire. Quei segni che mi restarono impressi sia nella pelle che nel cuore.

"Io ordino, tu esegui, per il bene del tuo branco" disse soffiando più forte.

Annuii debolmente e la donna spettrale lasciò la presa dirigendosi verso la porta, con violenza afferrò la maniglia ed mi fece cenno di uscire.
Mi alzai con gambe tremolanti e con l'adrenaliva che scorreva copiosamente dentro le mie vene. Presi lo zaino adagiato a terra e pian piano uscii da quell'ufficio ancora scossa.

Mi afferrò il polso alla sprovvista facendomi voltare per lo spavento e mi si avvicinò.

"Trova il modo di portarmi Derek, e Stiles sará salvo" disse con aria di minaccia.

**

"Aria, allora?" disse Lydia vedendomi spuntare dal corridoio.

Stampai sul mio viso il sorriso più falso che avevo sul repertorio ed andai in contro al mio gruppetto seduto al solito posto. Si era aggiunto anche Theo, che scherzava del più e del meno con Kira. Era strano vederlo tranquillo e non arrabbiato ed incazzato con tutti, era quasi una visione piacevole. Ma io non potevo lasciarmi andare a certi pensieri, avevo ben altre cose su cui riflettere.

"Allora? Ti ha rimproverata?" chiese Stiles avvicinandosi a me.

"V-voleva solo congratularsi con me per i voti" balbettai cercando di essere il più convincente possibile.

Tutti sembrarono credere a quella storia tanto assurda, tutti tranne uno. Tutti tranne quello che non doveva capire proprip nulla. Tutti, tranne il più intelligente. Stiles.

Dovevo proteggerlo, dovevo tenerlo fuori da tutto questo e l'unico modo era quello di portare Derek alla pazza sociopatica. Cosa voleva lei dal ragazzo misterioso? In cosa Derek poteva esserle d'aiuto? Cosa ne sarebbe stato di lui? E soprattutto come l'avrebbero presa i miei amici una volta scoperto il tradimento?

Sentivo il cuore scoppiare, la testa girare ed il cervello stancarsi ogni secondo di più. Decisi di scappare, lontano, correre il più veloce possibile, dove nessuno potesse raggiungermi, dove nessuno potesse trovarmi, dove nessuno potesse mai immaginare.

Al cimitero. Sulla tomba di Allison. Avevo bisogno di riflettere, di sfogarmi e di parlare con lei.

LOOK AT ME

Lo so è tardi. Lo so il capitolo fa schifo. Ma ho gli esami e non volevo lasciarvi per tanto tempo senza nulla.Mi mancate, ed anche tanto. GRAZIE PER IL VOSTRO CONTINUO SUPPORTO VI AMO. SIETE TROPPO IMPORTANTI PER ME, GRAZIE DI TUTTO. FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE.
BUONANOTTE PANNOCCHIE MIE.

-namelessiall. ♡

Secrets - Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora