Monster

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Odio alzarmi presto la mattina per andare a scuola, preferirei restare al caldo nel mio letto e sognare una vita fantastica.
Ed invece sono costretta a fare tutto di fretta per non arrivare in ritardo alla lezione del coach e cercare di non farmi mettere in punizione, di nuovo. Tiravo su la zip dei miei jeans freddi infilando le scarpe più velocemente possibile, afferrai le chiavi di casa sbattendo la porta alle mie spalle provocando un boato nel vicinato.
La strada super affollata non aiutava di certo il mio camminar svelta, dovendo stare attenta a non farmi mettere sotto.
Il mio cellulare iniziò a vibrare da qualche parte nel mio vestiario, lo uscii dalla tasca e sbloccai lo schermo rivelando dodici chiamate perse da mia madre. Decisi di richiamarla.

''Pronto? Aria?'' disse la donna dall'altro capo del cellulare.

''Mamma sto correndo a scuola, ti sembrano normali dodici chiamate?'' dissi affannata.

''Avevo paura ti fosse successo qualcosa'' disse apprensiva.

''Mamma, mi succederà molto presto se arrivo in ritardo alla lezione'' dissi aumentando il passo per superare le strisce pedonali.

''Okay pulcino ho capito, ci sentiamo dopo'' disse lei velocemente mandandomi un bacio.

Gettai il cellulare dentro la tasca dopo aver controllato l'orario, sono terribilmente in ritardo.
Camminavo svelta sul marciapiede evitando di attaccare alle suole gomme e cicche di sigarette, una macchina nera accostò vicino a me abbassando il finestrino.

''Ti serve un passaggio?'' mi chiese.

Mi girai verso la voce bloccando il passo e cercando di focalizzare la figura dal lato del guidatore.

''No grazie vado a piedi'' feci una smorfia.

Continuai a camminare spedita senza girarmi indietro, sapevo che mi stava seguendo sentivo il motore della vettura rallentare e lo smog invadere le mie narici.
Mi bloccai irritata puntando i piedi sull'asfalto e roteando gli occhi.

''Si può sapere perché insisti?'' gesticolai arrabbiata.

Il ragazzo rise di gusto vedendo il mio atteggiamento stizzito e riluttante nei suoi confronti, mi stava facendo perdere la pazienza se solo avessi avuto un briciolo di forza lo avrei steso.

''Sei in ritardo ed io ho una macchina, possiamo venirci incontro'' mi propose.

Non potevo accettare di salire in macchina con lui mi avrebbe sicuramente portato in qualche parte remota della terra per uccidermi in un modo atroce, che bella cosa.
Guardai di sfuggita l'orologio ancora una volta, mi resi conto che non c'era molto da fare. Beccarmi il ritardo o sopportare dieci minuti di strada con quel deficiente?

Aprii lo sportello scaraventando lo zaino ai piedi del sedile, lui sorrise beffardo ed accellerò.
Non ho intensione di ringraziare o di aprire bocca, mi ha praticamente obbligata.

''Potresti ringraziare'' ruppe il silenzio.

''Nemmeno sotto tortura Theo'' dissi acida.

''Simpatica la banshee'' sussurrò il ragazzo.

Iniziavo a sentirmi male, quella parola aveva reso tutto ancora più reale.

Tutto quello stress non mi faceva per niente bene.
Aprii leggermente il finestrino facendo dei respiri profondi, guardavo fuori e cercavo di non pensare. Gli alberi, il sole, gli uccellini che si rincorrono in cielo. Solo cose belle.

''Stai bene?'' chiese girandosi verso me e parcheggiando nel vialetto della scuola.

''Si'' risposi fredda.

Secrets - Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora