Paradise

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Il mi corpo galleggiava dentro il lago ghiacciato sommerso dall'acqua cristallina, riportata allo stato naturale.
Sentivo la pelle raggrinzarsi, le vene pulsare il sangue per evitare l'ipotermia ed il cuore battere lentamente.

I capelli accarezzavano dolcemente il mio viso trasportati dalla corrente e le mie labbra assaporavano il dolciastro mischiato al sapore ferroso del sangue.

Aprii lentamente gli occhi abituando la pupilla ai raggi violenti del sole, tutto intorno a me era tranquillo.

Sollevai il capo trovandomi davanti un panorama mozzafiato, il verde della flora faceva capolinea dando vita ad alberi e piante di natura diversa.

I fiori crescevano spontanei ed indisturbati, brillanti e maestosi regnavano. Piccoli ruscelli si abbattevano sulle rocce grigie creando una soave cantilena attirando dei piccoli cervi.

Strizzai gli occhi per mettere a fuoco meglio tutta la scena, sembrava di stare in paradiso. Raccolsi le energie rimaste per nuotare fin in riva. Le braccia intorpidite innescarono la catena per mettere a moto i muscoli.

Toccai terra con le mani riscoprendo i miei sensi, era umida e scivolosa al tatto.

I ciuffi di erba solleticavano i palmi facendomi sorridere. Trascinai il mio corpo nudo fuori dalla distesa d'acqua rannicchiandomi contro un masso. Nessuna tristezza, nessun pensiero brutto.

Tra i cespugli qualcosa si mosse sinuosamente. Un piccolo scoiattolo spuntò con una ghianda in bocca, allungai un dito cercando di attirarlo con il suono più banale al mondo.

Schioccai le labbra per attirare la sua attenzione, il simpatico animale addrizzò le orecchie sgranando gli occhi. Si avvicinò con cautela verso il mio arto annusandolo e squittendo per poi scappare il più velocemente possibile spaventato dalla mia risata.

Il venticello caldo fece smuovere le piante inebriando le mie narici degli odori più gradevoli che quel posto potesse offrire.

''Vedo che ti sei ripresa'' una voce esclamò da dietro un albero.

Mi voltai velocemente a scrutare l'orizzonte portando una mano sopra glinocchi, per cercare quella fonte che parlò poco prima. Una ragazza sbucò fuori dal nulla sorridendomi cordialmente.

Aveva lunghi capelli marrone scuro, gli occhi da cerbiatto color nocciola ed un sorriso dolcissimo.
Il suo corpo esile era coperto da noci di cocco ed una gonnellina in paglia verde. La sua fronte era contornata da una coroncina di fiori di tutte le tonalità presenti in natura. Era forse un angelo?

''Sono morta?'' mi schiarii la voce con un colpo di tosse.

''Tecnicamente si, ma in pratica no'' sorrise dolcemente.

Si avvicinò con andamento pacato come se volteggiasse sopra le nuvole, la sua serenità mi calmò all'istante facendo sparire definitivamente il senso di inquietudine. Si accomodò vicino alla mia figura denudata sistemando il suo gonnellino sulle ginocchia pulite.

La sua pelle candida rifletteva i raggi del sole dando luce ai suoi lineamenti perfetti.

''Come sono arrivata qui?'' chiesi gentilmente.

''La domanda è perché sei arrivata qui?'' sorrise di rimando.

Grattai la base del collo facendolo arrossare gentilmente, cercai di sistemare i capelli arruffati in testa per rendere migliore il mio aspetto tanto sgradevole in quella circostanza.

La vidi ridere a quella scena tanto buffa, allungò le sue mani sistemando una ciocca di capelli fuori posto.

''E' una lunga storia, ma credo che io stia lottando tra la vita e la morte per essere in questo posto'' dissi rassegnata con un filo di tristezza.

Secrets - Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora