Capitolo 43

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Arriva sabato.
Oggi avrei conosciuto la famiglia di Albe per la prima volta.
Devo confessare che un po ero agitata, ma solo un po. Alberico mi aveva rassicurato mille volte e i suoi tentativi non sono stati invano.
Mi aveva detto più volte che la sua era una famiglia semplice, senza pregiudizi.
Ero emozionata di conoscerli, anzi non vedevo l'ora!

《Che dici? Maglietta blu o grigia?》chiedo ad Alessia mostrandogli le due maglietta.

Lei era seduta sul letto che messaggiava con Luca.

《Emh, non lo so, ti stanno bene entrambe》dice guardando attentamente le magliette.

Me le porto davanti gli occhi e le osservo bene anch'io.

《Sei agitata?》mi chiede la mia amica.
《Più che altro sono emozionata... poi la paura di non piacere hai genitori del tuo ragazzo c'è sempre》
《Secondo me gli piacerai, e tanto anche!》
《Speriamo》

Guardo di nuovo le magliette attentamente.

《Quella grigia!》dico facendo annuire la mia migliore amica.

Mi finisco di preparare e una volta finito esco di casa con Alessia.
Lei va per la sua strada mentre io invece mi direggo a casa di Albe.
Lui aveva insistito più volte per venirmi a prendere ma io gli avevo detto di no.
Del resto erano solamente un paio di fermate.
L'autobus tarda di alcuni minuti ma fortunamente non erano abbastanza da farmi fare tardi.
Quando arrivo prendo il telefono e compongo il numero di Albe.
Mi aveva detto di chiamarlo quando sarei arrivata, così sarebbe sceso.
Dopo un po di squilli lui interrompe la chiamata, segno che stava per scendere.
Avanzo di alcuni passi e mi guardo intorno mentre giro più volte il telefono che avevo tra le mani.
Ora l'ansia si stava facendo sentire sempre di più.
La mia attenzione viene richiamata dallo scatto che fa il portone quando si apre.

《Buongiorno!》fa Alberico uscendo.
《Buongiorno a te!》faccio con lo stesso tono.

Lui ride, subito dopo blocca il portone in modo che non si richiuda e viene verso di me.

《Ciao piccola》dice prima di far incontrare le nostre labbra.

Un brivido mi passa per le schiena.
Fa durare il bacio un po più del solito, probabilmente era consapevole del fatto che oggi non poteva baciarmi tutte le volte che voleva.

《Come stai?》dice quando ci stacchiamo.
《Un po in ansia...》
《Tranquilla, andrà tutto bene》

Mi sorride e io ricambio.
Subito dopo entriamo.
Saliamo le scale e arriviamo davanti al suo portone, lui abitava in un palazzo a differenza mia.
Prende le chiavi dalla tasca e apre.
Da bravo gentiluomo fa entrare prima me e una volta dentro richiude la porta.

《Mamma, siamo qui!》urla posando le chiavi su un tavolino di legno posto vicino all'entrata.

Sento un rumore di tacchi.
Dalla cucina esce una donna con un vestitino azzurro. Aveva i capelli a caschetto biondi, con un tocco di moro sulle punte. Portava un rossetto rosa acceso e degli orecchini pendenti.
Mi sorride, si vedeva da subito che era una donna molto socievole.

《Ciao! Tu devi essere Martina, io sono Rita piacere》dice porgendomi la mano che afferro subito.
《Piacere mio!》dico ricambiando il sorriso.
《Vieni accomodati, mio marito e in salone》

La mamma di Albe mi fa strada fino al salone, in realtà già conoscevo la strada ma non potevo mica dire di esserci già stata.
Quando entro trovo la tavola del soggiorno già pronta per il pranzo.
Il papà di Albe mi viene subito incontro, porgendomi anche lui la mano.

Beautiful Disaster || @AlbericoyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora