Capitolo 28

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Aprii gli occhi.
La stanza era buia, ma non totalmente.
Nonostante ci fossero le tende qualche raggio di sole entrava dalla finestra.
Mi guardai in torno.
Questa non era la mia camera.
Provai ad alzarmi e quando lo feci sentii la mia testa farmi male.
Uno strano odore mi invase le narici, era forte e disgustoso.
Non indossavo il pigiama, ma dei vestiti.
Decisi di alzarmi, non potevo rimanere lì.
Appena poggiai i piedi perterra barcollai. Fortunatamente riuscii a recuperare l'equilibrio.
Aprii la porta e uscii.
Non conoscevo quel posto.
Le pareti erano fondamentalmente bianche e alcune nere.
Sentivo un'odore di caffè da quella che presumo fosse la cucina.
Attraversai tutto il corridoio e una volta arrivata alla fine mi affacciai.
C'era Alberico, stava aspettando il caffè che usciva. Mi notò subito.

《Ehi sei sveglia! Come ti senti?》
《Stordita》dico, e subito dopo mi siedo su una delle sedie intorno al tavolo bianco.
《Dove sono?》gli chiedo ancora confusa.
《Casa mia》
《E i tuoi?》
《Sei stata fortunata, sono a Bari》

Si sedette dall'altro lato del tavolo.

《Che ti ricordi?》
《Siamo andati in discoteca, abbiamo ballato, mi hai fatto bere qualcosa, poi sono arrivate le ragazze e tu te ne sei andato... da lì vuoto totale.》
《Non credo sia stato quello che ti ho fatto bere io》
《No, ero lucida, ricordo di aver bevuto altro ma non so perché...》
《Non è opera tua, ne sono certo. Ti fa schifo bere, perché avresti dovuto farlo?》

Rimasi in silenzio. Aveva ragione, non avrei mai avuto il coraggio di farlo.

《Vuoi fare colazione?》mi chiede lui con tono dolce.
《No grazie... mi fa male la testa》dico portandomi le mani tra i capelli.

Alberico si alza e apre un cassetto. Prende una bustina e ne versa il contenuto dentro un bicchiere con l'acqua. Il liquidi diventa giallo. Subito dopo me lo porge.

《Prendi, ti farà passare il dolore》
《Ti ricordo che ho 16 anni...》
《Tranquilla lo puoi prendere》

Presi il bicchiere e buttai giù tutto il liquido giallo. Sapeva di arancia.

《Allora, visto che non hai intenzione di fare colazione, vieni con me》mi dice alzandosi dalla sedia e uscendo dalla stanza.

Io feci lo stesso. Lo seguii lungo il corridoio, fino ad entrare dentro una stanza. Appena entrai capii subito che era la sua stanza. La parete era tappezzata di cartelloni con sue foto e frasi come "sei la mia vita, grazie di tutto".
Lui aprì l'armadio in cerca di non so cosa e io continuavo a guardarmi intorno.
Sul suo letto c'erano tantissimi peluche.
Notai lo skate poggiato vicino la scrivania.
Era abbastanza ordinata per essere la stanza di un ragazzo.
Chiuse l'anta dell'armadio e si voltò verso di me.

《Tieni》mi dice porgendomi qualcosa di bianco.
《Cos'è?》
《Una mia maglietta, dovrebbe essere abbastanza lunga da coprirti. Vatti a fare una doccia e poi mettiti quella》

Mi piaceva il modo in cui era gentile con me.
Usciamo dalla stanza e mi porta nel bagno. Mi da una trousse con trucchi e prodotti per il viso, suppongo fosse della madre, e subito dopo mi lascia da sola.
Mi struccai e levai i vestiti impregnati di alcool. Feci una doccia calda, ne avevo proprio bisogno.
Una volta finito indossai l'intimo e sopra la maglietta che Albe mi aveva dato. Era della Vans, aveva il nome scritto in nero davanti. Odorava del profumo di Albe, si sentiva molto ed era troppo piacevole. Fortunatamente mi copriva abbastanza, arrivava a metà coscia. Mi pettinai e frugando nella trousse trovai un mascara, decisi di mettere solo quello.

Uscii e andai verso il salone. Trovai Alberico seduto sul divano.
Appena mi vide mi fissò le gambe scoperte. Avevo le guancie accaldate.

《Bhe... ti sta bene...》dice facendo delle pause.

Beautiful Disaster || @AlbericoyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora